Napoli, strana metropoli, ciclicamente aperta verso il degrado come verso il rinascimento. Disoccupati davanti al Teatro San Carlo; bagnanti sul lungomare; palazzi vecchi che convivono accanto a moderne costruzioni, Piazza del Plebiscito e la sua maestosità: le fotografie di Giulio de Martino, scattate fra il 2000 e il 2005, mostrano un organismo sociale che, ormai senza centro, si inventa quotidianamente la propria strategia di vita. Le strade segnano la coesistenza degli opposti e l’immagine - il panorama, ripreso dalle prospettive canoniche - vola sopra e dentro la città come un inafferrabile doppio. Il turista, munito di fotocamera digitale, cerca invano di montare insieme frammenti di spazio e di tempo. L’armonia sembra irraggiungibile, come pure l’equilibrio urbano. E il monumento torna a rappresentare il principale mezzo di comunicazione di massa.