Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giulio Massimo Baistrocchi
La candidata al Premio Nobel Marcia Theophilo dichiara: «L’arte di Baistrocchi è un parto maschile e vegetale travagliato, un esasperato agglomerato di colore, liquidi e sangue».
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Trieste – I colori dell'Amazzonia e quelli del Carso, il caos di forme della società globale a caccia di un passato e proiettata verso il futuro, la forza dirompente della natura che non riesce da sola a salvarsi dalla distruzione e dall'inquinamento. E' il messaggio che trasmettono i quadri di Giulio Massimo Baistrocchi, giovane pittore che ha scelto il Friuli Venezia Giulia come rifugio per la sua arte, e che farà rivivere la serra triestina di villa Revoltella con le sue opere ispirate alla natura selvaggia e alle bellezze dei fiori. La mostra d'arte, patrocinata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Trieste e organizzata dall'associazione culturale Cattleya e da Elite di Luca Bernardis, sarà inaugurata sabato 24 aprile alle 17.30 alle serre di Villa Revoltella in via Marchesetti 37 dall'assessore alla cultura Massimo Greco.
Giulio Massimo Baistrocchi cresciuto fra Brasilia, Madrid, Londra e Roma porta con sè i molteplici aspetti delle culture che ha vissuto e li riversa nella propria pittura. La passione per la natura selvaggia, per i fiori e per le orchidee ci riconducono a una sorta di "affinità elettiva" con questo fiore tormentato e carnoso che suscita ambiguità e stupore: la regina di questo mistero, la Cattleya. Così come Proust, con l'espressione "fare Cattleya" esprimeva la carica erotica di Swann per Odette celandola dietro l'innocenza solo apparente del fiore, anche l'artista utilizza questo espediente per esprimersi.
L'Arte puà essere morale e raffinata allo stesso tempo ?
La cultura europea può essere rielaborata in chiave vitalistica?
L'utilizzo dei colori e delle pennellate esuberanti sono un "élan vital" alla ricerca del bello, del sublime, del decadente. Un decadente però completamente svuotato del senso di colpa Desessentiano che in "à rebours" cerca nei fiori più esotici, più artificialmente belli, nelle orchidee, una carica estetica malaticcia e gravata da un forte senso di colpa.
Ispirandosi al movimento culturale "manifesto do canibalismo" degli anni '20 la produzione in mostra oggi è un ossimoro vivente e artistico, crudo e raffinato allo stesso tempo.
Giulio Massimo Baistrocchi cresciuto fra Brasilia, Madrid, Londra e Roma porta con sè i molteplici aspetti delle culture che ha vissuto e li riversa nella propria pittura. La passione per la natura selvaggia, per i fiori e per le orchidee ci riconducono a una sorta di "affinità elettiva" con questo fiore tormentato e carnoso che suscita ambiguità e stupore: la regina di questo mistero, la Cattleya. Così come Proust, con l'espressione "fare Cattleya" esprimeva la carica erotica di Swann per Odette celandola dietro l'innocenza solo apparente del fiore, anche l'artista utilizza questo espediente per esprimersi.
L'Arte puà essere morale e raffinata allo stesso tempo ?
La cultura europea può essere rielaborata in chiave vitalistica?
L'utilizzo dei colori e delle pennellate esuberanti sono un "élan vital" alla ricerca del bello, del sublime, del decadente. Un decadente però completamente svuotato del senso di colpa Desessentiano che in "à rebours" cerca nei fiori più esotici, più artificialmente belli, nelle orchidee, una carica estetica malaticcia e gravata da un forte senso di colpa.
Ispirandosi al movimento culturale "manifesto do canibalismo" degli anni '20 la produzione in mostra oggi è un ossimoro vivente e artistico, crudo e raffinato allo stesso tempo.
24
aprile 2010
Giulio Massimo Baistrocchi
Dal 24 aprile al 24 maggio 2010
arte contemporanea
Location
VILLA REVOLTELLA
Trieste, Via Carlo De Marchesetti, 37, (Trieste)
Trieste, Via Carlo De Marchesetti, 37, (Trieste)
Orario di apertura
ore 10.00-18.00, chiuso il martedì
Vernissage
24 Aprile 2010, ore 17.30
Sito web
www.giuliobaistrocchi.com
Autore