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Giuseppe Bergomi – Il confronto tra classicismo e modernità
nuova esposizione personale di Giuseppe Bergomi, maestro riconosciuto della scultura figurativa italiana
Comunicato stampa
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Negli storici spazi del Chiostro del Bramante, in collaborazione con Electa, sarà presentata la nuova esposizione personale di Giuseppe Bergomi, maestro riconosciuto della scultura figurativa italiana.
Da luglio a settembre circa cinquanta opere comporranno la galleria di personaggi che l’artista così magistralmente sa fermare, plasmandoli, in materia scultorea.
Giuseppe Bergomi, Valentina accovacciata, 2004, bronzo policromo, 154,1x40x40 cm Dopo i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali, Giuseppe Bergomi propone i suoi nuovi lavori in un allestimento inedito negli storici spazi del Chiostro del Bramante, a Roma. Circa cinquanta opere, sia in bronzo che in terracotta: figure, ritratti, sentimenti ed emozioni in un alternarsi di volume e malinconia, di monumentalità e solitudine.
“Mi era apparso, nella sua prima maturità, Giuseppe Bergomi, come un artista della realtà, nella grande tradizione bresciana identificata e celebrata da Roberto Longhi. […] Dal nostro primo incontro sono passati quasi quindici anni, la sua bibliografia si è arricchita, molti artisti hanno condiviso il mio entusiasmo e oggi Bergomi è un Maestro”.
Vittorio Sgarbi
Edito da Electa, il volume è inserito nella collana Italian Factory e raccoglierà, oltre alle opere in mostra, buona parte della produzione di Giuseppe Bergomi degli ultimi vent’anni. La parte dei testi sarà affidata a Fabio Benzi, Philippe Daverio, Fabrizio Dentice e Duccio Trombadori, oltre a un’intervista biografica di Alessandro Riva. A completare i testi inediti sarà presente un’antologia critica e una sezione biografica.
Giuseppe Bergomi, Tavolino con figura tappeto e mosaico, 2004, bronzo policromo, 65,6x55,8x55,8 cm Giuseppe Bergomi è nato a Brescia nel 1953, dove vive e lavora. Dopo un’infanzia passata in Francia, tra Grenoble e Lione, fa ritorno con la famiglia a Brescia. Abbandonati gli studi di ragioneria, comincia a lavorare e frequenta i corsi serali della AAB e poi l’istituto d’arte Savoldo, dopo il quale si iscrive a Milano all’Accademia di Brera, dove si laurea in pittura.
Il suo esordio pubblico avviene nel 1978 alla Galleria dell’Incisione di Brescia, con una mostra di dipinti, “che – dice Bergomi - mi permettono di capire che perlomeno sono caduto in un equivoco”. Nel 1982, ancora alla Galleria dell’Incisione, espone le prime terracotte policrome. Sono bagnanti, figure di donne colte nell’intimità, autoritratti con la moglie. Elvira Cassa Salvi, che recensisce l’esposizione per il Giornale di Brescia, si dice certa “[…] che con queste figure Bergomi si affermi di colpo come uno scultore già personalissimo e padrone di tutti i più sottili segreti dell’arte plastica, dal modellato sensibile e delicato alla purezza e musicalità dei ritmi, alla trasparenza tenera e lieve del colore, all’espressione come trasognata dei volti”.
Nel 1984 Mario De Micheli cura una sua personale alla Fondazione Corrente e l’anno dopo Bergomi espone a Cortina d’Ampezzo: la mostra è curata da Vittorio Sgarbi, che nel 1987 si occupa anche del progetto Dialoghi di Scultura (Torino, Galleria Davico). Marisa Volpi cura due personali dello scultore, a Brescia, Galleria dell’Incisione (1988) e Bologna, Galleria Forni (1989). Nel 1996 Roberto Tassi cura la personale a Milano e Marco Vallora quella di Pietrasanta.
Nel 1997 Furio Colombo e Vittorio Sgarbi lo invitano al Premio della Camera dei Deputati: “Il classicismo moderno di Bergomi diventa così l’anello di congiunzione fra il bisogno di una bellezza eterna e il confronto con una realtà quotidiana, il momento di passaggio tra l’Auriga di Delfi e i cadaveri bloccati nella terra di Pompei: un greco, un po’ meno di idealizzazione rispetto al bronzo greco, un po’ più di sublimazione rispetto al calco d’epoca romana. Quella di Bergomi è una dimensione artistica a parte. Speciale”.
Nel 2002 Bergomi è presente con una personale a Iseo (Galleria la Quadra), accompagnata da un catalogo antologico con testi di Vittorio Sgarbi e Mario Botta.
Tra le numerose esposizioni collettive ricordiamo:
Giuseppe Bergomi, Alma nuda su tavolo da cucina(particolare), 2003, terracotta policroma, 61,5x50,9x32,2 cm Monza, Villa Reale, Ipotesi per otto sculture contemporanee, a cura di Paolo Biscottini (1990)
Suzzara, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Premio Suzzara, a cura di Vittorio Sgarbi (1990)
Sciacca, ex Convento di San Francesco, Anni 80 in Italia, a cura di Philippe Daverio (1990)
Macerata, Per Mari e Monti, a cura di Vittorio Sgarbi (1991)
Roma, Galleria Netta Vespigiani, Interior, a cura di Plinio De Martiis (1992)
Bordeaux, Centre International d’Art Contemporain, Justice et art contemporain (1993)
Erba, Il disegno degli scultori, a cura di Luciano Caramel (1994)
Venezia, Galleria del Leone, Progetto Scultura, a cura di Pierre Higonnet (1995)
Castello di Nocciano, Difesa dell’immagine, a cura di Mario De Micheli (1995)
Roma, Palazzo delle Esposizioni, XII Quadriennale Italia 1950 – 1990 (1996)
Roma, Villa Strohl-Fern, La casa della vita, a cura di Duccio Trombadori (1998)
Roane, Musée des Beaux Arts (1999)
Londra, Canary Wharf, Italian vision (2000)
Pontedera, Museo Piaggio, Il tempo del Cuore – scolpire come segno (2002)
è un progetto Italian Factory
www.italianfactory.org
Da luglio a settembre circa cinquanta opere comporranno la galleria di personaggi che l’artista così magistralmente sa fermare, plasmandoli, in materia scultorea.
Giuseppe Bergomi, Valentina accovacciata, 2004, bronzo policromo, 154,1x40x40 cm Dopo i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali, Giuseppe Bergomi propone i suoi nuovi lavori in un allestimento inedito negli storici spazi del Chiostro del Bramante, a Roma. Circa cinquanta opere, sia in bronzo che in terracotta: figure, ritratti, sentimenti ed emozioni in un alternarsi di volume e malinconia, di monumentalità e solitudine.
“Mi era apparso, nella sua prima maturità, Giuseppe Bergomi, come un artista della realtà, nella grande tradizione bresciana identificata e celebrata da Roberto Longhi. […] Dal nostro primo incontro sono passati quasi quindici anni, la sua bibliografia si è arricchita, molti artisti hanno condiviso il mio entusiasmo e oggi Bergomi è un Maestro”.
Vittorio Sgarbi
Edito da Electa, il volume è inserito nella collana Italian Factory e raccoglierà, oltre alle opere in mostra, buona parte della produzione di Giuseppe Bergomi degli ultimi vent’anni. La parte dei testi sarà affidata a Fabio Benzi, Philippe Daverio, Fabrizio Dentice e Duccio Trombadori, oltre a un’intervista biografica di Alessandro Riva. A completare i testi inediti sarà presente un’antologia critica e una sezione biografica.
Giuseppe Bergomi, Tavolino con figura tappeto e mosaico, 2004, bronzo policromo, 65,6x55,8x55,8 cm Giuseppe Bergomi è nato a Brescia nel 1953, dove vive e lavora. Dopo un’infanzia passata in Francia, tra Grenoble e Lione, fa ritorno con la famiglia a Brescia. Abbandonati gli studi di ragioneria, comincia a lavorare e frequenta i corsi serali della AAB e poi l’istituto d’arte Savoldo, dopo il quale si iscrive a Milano all’Accademia di Brera, dove si laurea in pittura.
Il suo esordio pubblico avviene nel 1978 alla Galleria dell’Incisione di Brescia, con una mostra di dipinti, “che – dice Bergomi - mi permettono di capire che perlomeno sono caduto in un equivoco”. Nel 1982, ancora alla Galleria dell’Incisione, espone le prime terracotte policrome. Sono bagnanti, figure di donne colte nell’intimità, autoritratti con la moglie. Elvira Cassa Salvi, che recensisce l’esposizione per il Giornale di Brescia, si dice certa “[…] che con queste figure Bergomi si affermi di colpo come uno scultore già personalissimo e padrone di tutti i più sottili segreti dell’arte plastica, dal modellato sensibile e delicato alla purezza e musicalità dei ritmi, alla trasparenza tenera e lieve del colore, all’espressione come trasognata dei volti”.
Nel 1984 Mario De Micheli cura una sua personale alla Fondazione Corrente e l’anno dopo Bergomi espone a Cortina d’Ampezzo: la mostra è curata da Vittorio Sgarbi, che nel 1987 si occupa anche del progetto Dialoghi di Scultura (Torino, Galleria Davico). Marisa Volpi cura due personali dello scultore, a Brescia, Galleria dell’Incisione (1988) e Bologna, Galleria Forni (1989). Nel 1996 Roberto Tassi cura la personale a Milano e Marco Vallora quella di Pietrasanta.
Nel 1997 Furio Colombo e Vittorio Sgarbi lo invitano al Premio della Camera dei Deputati: “Il classicismo moderno di Bergomi diventa così l’anello di congiunzione fra il bisogno di una bellezza eterna e il confronto con una realtà quotidiana, il momento di passaggio tra l’Auriga di Delfi e i cadaveri bloccati nella terra di Pompei: un greco, un po’ meno di idealizzazione rispetto al bronzo greco, un po’ più di sublimazione rispetto al calco d’epoca romana. Quella di Bergomi è una dimensione artistica a parte. Speciale”.
Nel 2002 Bergomi è presente con una personale a Iseo (Galleria la Quadra), accompagnata da un catalogo antologico con testi di Vittorio Sgarbi e Mario Botta.
Tra le numerose esposizioni collettive ricordiamo:
Giuseppe Bergomi, Alma nuda su tavolo da cucina(particolare), 2003, terracotta policroma, 61,5x50,9x32,2 cm Monza, Villa Reale, Ipotesi per otto sculture contemporanee, a cura di Paolo Biscottini (1990)
Suzzara, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Premio Suzzara, a cura di Vittorio Sgarbi (1990)
Sciacca, ex Convento di San Francesco, Anni 80 in Italia, a cura di Philippe Daverio (1990)
Macerata, Per Mari e Monti, a cura di Vittorio Sgarbi (1991)
Roma, Galleria Netta Vespigiani, Interior, a cura di Plinio De Martiis (1992)
Bordeaux, Centre International d’Art Contemporain, Justice et art contemporain (1993)
Erba, Il disegno degli scultori, a cura di Luciano Caramel (1994)
Venezia, Galleria del Leone, Progetto Scultura, a cura di Pierre Higonnet (1995)
Castello di Nocciano, Difesa dell’immagine, a cura di Mario De Micheli (1995)
Roma, Palazzo delle Esposizioni, XII Quadriennale Italia 1950 – 1990 (1996)
Roma, Villa Strohl-Fern, La casa della vita, a cura di Duccio Trombadori (1998)
Roane, Musée des Beaux Arts (1999)
Londra, Canary Wharf, Italian vision (2000)
Pontedera, Museo Piaggio, Il tempo del Cuore – scolpire come segno (2002)
è un progetto Italian Factory
www.italianfactory.org
21
luglio 2005
Giuseppe Bergomi – Il confronto tra classicismo e modernità
Dal 21 luglio al 10 settembre 2005
arte contemporanea
Location
CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 – giovedì e venerdì dalle 10.00 alle 24.00 - chiuso il lunedì
Vernissage
21 Luglio 2005, ore 18
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ADICORBETTA
Ufficio stampa
ELECTA
Autore