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Giuseppe Cuccio – Pure Forme
L’emozionalità della scultura di Giuseppe Cuccio ha radici antiche, attinge alla scultura arcaica e nel contempo a quella classica, in un continuo rimando a questo o a quel elemento caratterizzante , sempre con l’equilibrio e fermezza di chi possiede i codici e gli strumenti per concedersi il privilegio di una lettura saggia e personale da tradurre in sintesi formale
Comunicato stampa
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L’emozionalità della scultura di Giuseppe Cuccio
L’emozionalità della scultura di Giuseppe Cuccio ha radici antiche, attinge alla scultura arcaica e nel contempo a quella classica, in un continuo rimando a questo o a quel elemento caratterizzante , sempre con l’equilibrio e fermezza di chi possiede i codici e gli strumenti per concedersi il privilegio di una lettura saggia e personale da tradurre in sintesi formale .
Giuseppe Cuccio con le sue sculture, riesce con consapevolezza ad incidere e a scuotere la nostra sfera emotiva , sa di scontrarsi con la realtà a volte distaccata e asettica della mera esistenza, e ci consente attraverso il suo “sentire universale” d’artista , di allentare quella tensione convulsa che è parte della quotidianità , quel rallentare ad un ritmo che consente il rapportarsi con quell’Io” profondo dentro l’ anima . Le sculture di Giuseppe Cuccio rivelano un sentire antico, ci immergono subito in quella emozionalità che avidamente e tatticamente anelavamo percepire.
Quel sentire antico fatto di segni , di materia , di emozioni, di rimandi, che nelle opere di Giuseppe Cuccio, sono testimonianze di un passato che sentiamo geneticamente appartenerci , una classicità da lui “attualizzata” ,fatta di segni arcani duri e decisi ,contrapposti alla rotondità e morbidezza delle superfici materiche dei corpi ,siano essi scolpiti sulla pietra, che plasmati nell’ argilla, o fusi nel bronzo. Riproporre in questo contesto, le sculture di Giuseppe Cuccio è un meritato riconoscimento al suo essere profondamente artista, con quella valenza che sa traduce il trascendente emozionale ,così carico di rimandi ancestrali, in una attualizzazione di un antico ideale estetico.
Giacomo Fanale
Le sculture di Giuseppe Cuccio tra classicismo e contemporaneità
Giuseppe Cuccio ha fatto studi regolari all’Accademia con buoni maestri e questo magistero ha influito sulle modalità formali e materiche delle sue opere, sculture in pietra e in marmo soprattutto, ma anche in argilla, caratterizzate da un segno squadrato, cadenzato da linee nette e da chiari riferimenti all’arte classica arcaica. Mezzi busti di kouroi e di korai sembrano le sue sculture, in posizione simmetrica e stante e con accenni di corpo, che rimandano subito ad altro, all’idea formale sottesa, che esige l’essenziale, che lavora con il gusto della razionalità senza le iportrofie dell’io proprie di certa contemporaneità: un’essenzialità che è propria del classico e del miglior contemporaneo, un astratto plastico potrebbe dirsi il suo, senza che lo sia del tutto.
Giuseppe Cuccio è giovane ed è soprattutto la scabra forza fisica dei corpi adolescenti che esalta nelle sue pietre, da cui pure emana un’altrettanto intensa, ma concentrata, nascosta tensione interiore. Oltre la crosta della materia, nelle opere più recenti, la pulsione creativa non si avverte, perché ben arginata e incanalata nella secchezza della composizione, in cui pure si innesta una simbologia esistenziale.
Giovinezza della vita, che aspira alla pacificazione, ad un sereno rapporto col mondo.
Se questo è il segno, per così dire, predominante nella sua scultura, un segno d’arrivo, quello di partenza guardava al classico tout court, a Scopa e a Prassitele, nelle cui teste d’argilla la memoria dell’armonico fluttuare di linee curve e morbide è da leggere, oltre che come abilità manuale dello scultore, come eredità di un insegnamento assimilato e fatto proprio, che ha mirato a una personale rielaborazione e interpretazione, per inserirsi nella contemporaneità. Alcune grandi strutture plastiche di un recente passato tendevano già alla fusione del segno duro, energico, che richiamava talora il déco, con la fluidità del movimento ampio e articolato. Mi viene in mente in tal senso la bella lezione del bronzo Il ladro d’arance di Mimì Lazzaro, che i torsi di Giuseppe Cuccio alla lontana ricordano.
Una fluidità la sua che si ritrova anche nei grandi disegni, a carboncino per lo più, in cui le figure, ondeggiano sul foglio come corpi che si muovano sull’acqua, rivelando l’armonica sicurezza con cui Giuseppe Cuccio modula le immagini giostrando sul foglio, senza ritorni e ripensamenti, alla ricerca dell’esito desiderato.
Anna Maria Ruta
Cenni biografici
Giuseppe Cuccio , conseguito il diploma del liceo classico, il diploma dell’Accademia di Belle Arti nella sezione scultura ,docente per la materia Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Damiani Almeyda” di Palermo, ha partecipato ad alcune mostre in Italia e tra i diversi riconoscimenti è stato premiato a Milano “artista dell’anno 2009” ( Premio delle Arti Premio della Cultura) . La sua ricerca espressiva è comprensiva della scultura della pittura della grafica e del disegno.
Sue opere sono in dotazione in collezioni private ed in musei.
L'artista vive ed opera a Palermo, in via Trentacoste n. 25 ed a Milano in via Luosi, 42 (studio) telefono - 3384503505
L’emozionalità della scultura di Giuseppe Cuccio ha radici antiche, attinge alla scultura arcaica e nel contempo a quella classica, in un continuo rimando a questo o a quel elemento caratterizzante , sempre con l’equilibrio e fermezza di chi possiede i codici e gli strumenti per concedersi il privilegio di una lettura saggia e personale da tradurre in sintesi formale .
Giuseppe Cuccio con le sue sculture, riesce con consapevolezza ad incidere e a scuotere la nostra sfera emotiva , sa di scontrarsi con la realtà a volte distaccata e asettica della mera esistenza, e ci consente attraverso il suo “sentire universale” d’artista , di allentare quella tensione convulsa che è parte della quotidianità , quel rallentare ad un ritmo che consente il rapportarsi con quell’Io” profondo dentro l’ anima . Le sculture di Giuseppe Cuccio rivelano un sentire antico, ci immergono subito in quella emozionalità che avidamente e tatticamente anelavamo percepire.
Quel sentire antico fatto di segni , di materia , di emozioni, di rimandi, che nelle opere di Giuseppe Cuccio, sono testimonianze di un passato che sentiamo geneticamente appartenerci , una classicità da lui “attualizzata” ,fatta di segni arcani duri e decisi ,contrapposti alla rotondità e morbidezza delle superfici materiche dei corpi ,siano essi scolpiti sulla pietra, che plasmati nell’ argilla, o fusi nel bronzo. Riproporre in questo contesto, le sculture di Giuseppe Cuccio è un meritato riconoscimento al suo essere profondamente artista, con quella valenza che sa traduce il trascendente emozionale ,così carico di rimandi ancestrali, in una attualizzazione di un antico ideale estetico.
Giacomo Fanale
Le sculture di Giuseppe Cuccio tra classicismo e contemporaneità
Giuseppe Cuccio ha fatto studi regolari all’Accademia con buoni maestri e questo magistero ha influito sulle modalità formali e materiche delle sue opere, sculture in pietra e in marmo soprattutto, ma anche in argilla, caratterizzate da un segno squadrato, cadenzato da linee nette e da chiari riferimenti all’arte classica arcaica. Mezzi busti di kouroi e di korai sembrano le sue sculture, in posizione simmetrica e stante e con accenni di corpo, che rimandano subito ad altro, all’idea formale sottesa, che esige l’essenziale, che lavora con il gusto della razionalità senza le iportrofie dell’io proprie di certa contemporaneità: un’essenzialità che è propria del classico e del miglior contemporaneo, un astratto plastico potrebbe dirsi il suo, senza che lo sia del tutto.
Giuseppe Cuccio è giovane ed è soprattutto la scabra forza fisica dei corpi adolescenti che esalta nelle sue pietre, da cui pure emana un’altrettanto intensa, ma concentrata, nascosta tensione interiore. Oltre la crosta della materia, nelle opere più recenti, la pulsione creativa non si avverte, perché ben arginata e incanalata nella secchezza della composizione, in cui pure si innesta una simbologia esistenziale.
Giovinezza della vita, che aspira alla pacificazione, ad un sereno rapporto col mondo.
Se questo è il segno, per così dire, predominante nella sua scultura, un segno d’arrivo, quello di partenza guardava al classico tout court, a Scopa e a Prassitele, nelle cui teste d’argilla la memoria dell’armonico fluttuare di linee curve e morbide è da leggere, oltre che come abilità manuale dello scultore, come eredità di un insegnamento assimilato e fatto proprio, che ha mirato a una personale rielaborazione e interpretazione, per inserirsi nella contemporaneità. Alcune grandi strutture plastiche di un recente passato tendevano già alla fusione del segno duro, energico, che richiamava talora il déco, con la fluidità del movimento ampio e articolato. Mi viene in mente in tal senso la bella lezione del bronzo Il ladro d’arance di Mimì Lazzaro, che i torsi di Giuseppe Cuccio alla lontana ricordano.
Una fluidità la sua che si ritrova anche nei grandi disegni, a carboncino per lo più, in cui le figure, ondeggiano sul foglio come corpi che si muovano sull’acqua, rivelando l’armonica sicurezza con cui Giuseppe Cuccio modula le immagini giostrando sul foglio, senza ritorni e ripensamenti, alla ricerca dell’esito desiderato.
Anna Maria Ruta
Cenni biografici
Giuseppe Cuccio , conseguito il diploma del liceo classico, il diploma dell’Accademia di Belle Arti nella sezione scultura ,docente per la materia Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Damiani Almeyda” di Palermo, ha partecipato ad alcune mostre in Italia e tra i diversi riconoscimenti è stato premiato a Milano “artista dell’anno 2009” ( Premio delle Arti Premio della Cultura) . La sua ricerca espressiva è comprensiva della scultura della pittura della grafica e del disegno.
Sue opere sono in dotazione in collezioni private ed in musei.
L'artista vive ed opera a Palermo, in via Trentacoste n. 25 ed a Milano in via Luosi, 42 (studio) telefono - 3384503505
15
maggio 2010
Giuseppe Cuccio – Pure Forme
Dal 15 maggio al 15 giugno 2010
arte contemporanea
Location
PALACE HOTEL MONDELLO
Palermo, Viale Principe Di Scalea, 4, (Palermo)
Palermo, Viale Principe Di Scalea, 4, (Palermo)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 20,00
Vernissage
15 Maggio 2010, ore 18.30
Autore
Curatore