Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giuseppe Di Muro – Zoomorfismi
Mostra personale di Giuseppe Di Muro. Ospiti le opere di: Silvana De Palma, Paolo De Santoli, Enzo Sforza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ZOOMORFISMI
... si popola
di animali
fantastici, mitici
e “compositi”, di
figure mostruose,
contorte ed
intrecciate a cui si
legano profondi e
molteplici significati
e funzioni.
Un programma
iconografico
che accoglie
singolari figurazioni
zoomorfiche e che
vede alternarsi
animali salvifici
o collegati con il
divino, il sacro,
la luce, il sacrificio.
Fiere simbolo
del male.
Animali che,
per particolari
caratteristiche e
natura, si offrono
come tramite
simbolico tra
mondo terreno e
mondo divino.
Animali
personificazione
del peccato o della
lotta eterna tra
bene e male ...
Porzia Volpe
ZOOMORFISMI
Il mondo del bestiario medievale che anima l’iconografia pervenutaci rappresenta uno straordinario spazio di comunicazione: le immagini che vi compaiono sono frutto di un intreccio di situazioni, eventi, contatti fra aree lontane.
Ad esempio i bestiari sassanidi, tratti dai disegni delle stoffe portate dalla Persia con le carovane dei mercanti armeni, nei quali si distinguono gli animali con due corpi ed una sola testa: leoni, aquile, grifi o pavoni affrontati o intrecciati. Ricorrenti sono anche altri modelli “pagani” come le sirene con la doppia coda ed il basilisco, animale fantastico che è giunto da noi dal vicino Oriente attraverso la Grecia. Dall’arte sumerica provengono invece i segni dello Zodiaco, mentre i draghi appartengono all’iconografia cinese. Egiziano è invece il tema della pesatura delle anime che attraverso i monaci coopti arriva fino in Irlanda.
Questo breve exucursus attraverso le immagini ed i simboli del bestiario medievale, lascia percepire una straordinaria mobilità di un mondo “invisibile” di artisti, di scriba, di artigiani e scalpellini che si muovono attraverso l’Europa, di pellegrinaggi e di monaci che arrivano fino alle lontane terre orientali. Di questi fermenti l’Italia meridionale fornisce una testimonianza unica, per l’intreccio di vicende storiche e per la posizione geografica della regione, protesa soprattutto verso l’Oriente. Difatti il mondo degli animali raffigurati costituisce uno dei più interessanti e più vari repertori del patrimonio del Romanico e di tutta l’iconografia medievale occidentale.
Diverse figure, nel lungo cammino dal luogo di origine, hanno subito una metamorfosi, generando quelle che nel linguaggio dell’arte contemporanea chiamiamo “contaminazioni” di immagini, di simboli e di significati, moltiplicando la suggestione iconografica del messaggio.
Animali della fantasia dunque, ma anche specchi del rapporto con il mondo, dell’immaginazione “angosciata” di un’umanità che si rapporta ad un universo vasto ed incognito.
Anche nell’immaginario del presente, lo “zoomorfismo” rappresenta un incrocio di linguaggi ed esperienze che si oggettualizzano in ambivalenze ludiche o in accattivanti “citazioni” della memoria storica.
Interpretazioni di questo dialogo fra passato e presente, di animali del bestiario contemporaneo mostrano la tendenza alla commistione al plurilinguismo culturale e linguistico.
Il fantastico bestiario di Giuseppe Di Muro è frutto dell’uso e della potenzialità duttile dell’argilla. Le sue terrecotte si rivestono nella seconda cottura di una pelle dai cromatismi profondi e accattivanti, unici, che spingono lo spettatore ad una profonda educazione alla visione.
Per Silvana De Palma sono importanti i disegni. Quelli che segnano il ritmo calligrafico delle miniature medievali. Nel complesso si instaura quasi l’idea di un contemporaneo vocabolario iconografico dove la fantasia regna sovrana.
Paolo De Santoli si ispira ai conci di pietra scolpiti dai vecchi scalpellini nelle cattedrali romaniche. Ne ricava a loro interno una grafica sui “generis”, dove la luce scolpisce la loro immagine in un’idea di figura fondo. Una trasparenza simile all’alabastro e tipico dei grandi rosoni.
Mentre Enzo Sforza, riporta l’immaginario in uno spazio sospeso in cui galleggiano sfingi-sirene-chimere e altre figure dell’immaginario collettivo, disegnate con segno abilissimo su un supporto modulare, dove un colore slavato conferisce un senso di antico nel nostro mondo contemporaneo.
Questa mostra è stata voluta da “Marocchino” proprio a Bitonto, dove il bestiario della cattedrale è vivo e mostra tutta la sua indelebile bellezza. Un segnale forte, dunque, della rivisitazione della memoria storica in senso assolutamente moderno.
Luciana Cataldo
... si popola
di animali
fantastici, mitici
e “compositi”, di
figure mostruose,
contorte ed
intrecciate a cui si
legano profondi e
molteplici significati
e funzioni.
Un programma
iconografico
che accoglie
singolari figurazioni
zoomorfiche e che
vede alternarsi
animali salvifici
o collegati con il
divino, il sacro,
la luce, il sacrificio.
Fiere simbolo
del male.
Animali che,
per particolari
caratteristiche e
natura, si offrono
come tramite
simbolico tra
mondo terreno e
mondo divino.
Animali
personificazione
del peccato o della
lotta eterna tra
bene e male ...
Porzia Volpe
ZOOMORFISMI
Il mondo del bestiario medievale che anima l’iconografia pervenutaci rappresenta uno straordinario spazio di comunicazione: le immagini che vi compaiono sono frutto di un intreccio di situazioni, eventi, contatti fra aree lontane.
Ad esempio i bestiari sassanidi, tratti dai disegni delle stoffe portate dalla Persia con le carovane dei mercanti armeni, nei quali si distinguono gli animali con due corpi ed una sola testa: leoni, aquile, grifi o pavoni affrontati o intrecciati. Ricorrenti sono anche altri modelli “pagani” come le sirene con la doppia coda ed il basilisco, animale fantastico che è giunto da noi dal vicino Oriente attraverso la Grecia. Dall’arte sumerica provengono invece i segni dello Zodiaco, mentre i draghi appartengono all’iconografia cinese. Egiziano è invece il tema della pesatura delle anime che attraverso i monaci coopti arriva fino in Irlanda.
Questo breve exucursus attraverso le immagini ed i simboli del bestiario medievale, lascia percepire una straordinaria mobilità di un mondo “invisibile” di artisti, di scriba, di artigiani e scalpellini che si muovono attraverso l’Europa, di pellegrinaggi e di monaci che arrivano fino alle lontane terre orientali. Di questi fermenti l’Italia meridionale fornisce una testimonianza unica, per l’intreccio di vicende storiche e per la posizione geografica della regione, protesa soprattutto verso l’Oriente. Difatti il mondo degli animali raffigurati costituisce uno dei più interessanti e più vari repertori del patrimonio del Romanico e di tutta l’iconografia medievale occidentale.
Diverse figure, nel lungo cammino dal luogo di origine, hanno subito una metamorfosi, generando quelle che nel linguaggio dell’arte contemporanea chiamiamo “contaminazioni” di immagini, di simboli e di significati, moltiplicando la suggestione iconografica del messaggio.
Animali della fantasia dunque, ma anche specchi del rapporto con il mondo, dell’immaginazione “angosciata” di un’umanità che si rapporta ad un universo vasto ed incognito.
Anche nell’immaginario del presente, lo “zoomorfismo” rappresenta un incrocio di linguaggi ed esperienze che si oggettualizzano in ambivalenze ludiche o in accattivanti “citazioni” della memoria storica.
Interpretazioni di questo dialogo fra passato e presente, di animali del bestiario contemporaneo mostrano la tendenza alla commistione al plurilinguismo culturale e linguistico.
Il fantastico bestiario di Giuseppe Di Muro è frutto dell’uso e della potenzialità duttile dell’argilla. Le sue terrecotte si rivestono nella seconda cottura di una pelle dai cromatismi profondi e accattivanti, unici, che spingono lo spettatore ad una profonda educazione alla visione.
Per Silvana De Palma sono importanti i disegni. Quelli che segnano il ritmo calligrafico delle miniature medievali. Nel complesso si instaura quasi l’idea di un contemporaneo vocabolario iconografico dove la fantasia regna sovrana.
Paolo De Santoli si ispira ai conci di pietra scolpiti dai vecchi scalpellini nelle cattedrali romaniche. Ne ricava a loro interno una grafica sui “generis”, dove la luce scolpisce la loro immagine in un’idea di figura fondo. Una trasparenza simile all’alabastro e tipico dei grandi rosoni.
Mentre Enzo Sforza, riporta l’immaginario in uno spazio sospeso in cui galleggiano sfingi-sirene-chimere e altre figure dell’immaginario collettivo, disegnate con segno abilissimo su un supporto modulare, dove un colore slavato conferisce un senso di antico nel nostro mondo contemporaneo.
Questa mostra è stata voluta da “Marocchino” proprio a Bitonto, dove il bestiario della cattedrale è vivo e mostra tutta la sua indelebile bellezza. Un segnale forte, dunque, della rivisitazione della memoria storica in senso assolutamente moderno.
Luciana Cataldo
27
giugno 2009
Giuseppe Di Muro – Zoomorfismi
Dal 27 giugno al 31 luglio 2009
arte contemporanea
Location
MAROCCHINO ARTE CONTEMPORANEA
Bitonto, Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour, 28, (Bari)
Bitonto, Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour, 28, (Bari)
Orario di apertura
ore 19,00 - 21,00
chiuso i festivi
Autore