Michelangelo Antonioni, architetto dello sguardo, nello sviluppo della sua originale poetica, prima ancora del paesaggio padano, spesso viene messo in luce il ruolo che ha svolto il clima visivo ed emotivo di Ferrara, la sua città natale. Presentando i lavori di dodici artisti ferraresi di generazioni diverse ispirati alla figura di questo autore, la mostra: "Gli amici della Galleria del Carbone ricordano Antonioni." non vuole essere semplicemente il classico omaggio fatto a un concittadino illustre, ma un modo per verificare quanto un certo tipo di immaginario abbia inciso nella sensibilità estetica di chi ha un legame forte con questi luoghi. Il rapporto tra sguardo e architettura, il paesaggio "vuoto", la rappresentazione della stasi, l'enigma esistenziale, sono tutti temi che appartengono ad Antonioni e che allo stesso tempo sono da sempre presenti negli atelier della città. Quindi, più che di una semplice influenza, forse si dovrebbe pensare a un comune sentire che Antonioni è stato in grado di sollecitare con straordinaria efficacia. L'autonomia dell'immagine che contiene in sè il proprio racconto diventa così una chiave di lettura per questi dodici mondi poetici, che dialogano con il grande regista pur restando del tutto fedeli a se stessi.
Massimo Marchetti