Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gli artisti bresciani e il concorso Brozzoni (1869-1950)
Tale mostra e il relativo catalogo descrivono la storia del Concorso Brozzoni, che dal 1869 al 1950 assegnò pensioni di studio ai giovani artisti bresciani. Ad esso parteciparono tutti i maggiori artisti dei decenni a cavallo tra ‘800 e ‘900. Le opere eseguite per il concorso e come saggio degli studi, rimaste nei depositi dei Civici Musei, saranno ora visibili in esposizione; per molte di esse si tratta della prima occasione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
GLI ARTISTI BRESCIANI E IL CONCORSO BROZZONI
Nel 1863 Camillo Brozzoni nel suo testamento lasciava al Comune di Brescia, oltre alle sue preziose collezioni d'arte, alcune proprietà immobiliari, legandone il reddito alla creazione di pensioni da assegnare a "giovani di buone speranze della città e provincia di Brescia, onde attendano agli studi di belle arti". Nel 1869 veniva emanato il regolamento che prevedeva una pensione triennale di primo grado e una biennale di perfezionamento, da assegnare in base ad un concorso che comportava l'esecuzione di prove pratiche.
A partire dal primo concorso vinto da Modesto Faustini nel 1869, fino all'ultimo vinto nel 1950 da Francesco Cherubini, la maggior parte degli artisti bresciani si cimentò nelle prove che "il Brozzoni" comportava e, se vincitori, si assoggettarono alle condizioni previste per usufruire della pensione, cioè gli studi presso un'accademia per i principianti e la frequentazione di un importante centro artistico per i più maturi, nonché la consegna al Comune di Brescia dell'opera vincente al concorso e di un saggio per ogni anno di godimento della pensione.
Oltre a riprendere e mettere a punto le ricerche già svolte da alcuni studiosi sui nominativi dei vincitori delle 54 edizioni del concorso, il lavoro di preparazione della mostra si è allargato a ricostruire con ricerche d'archivio tutte le informazioni relative a ogni concorso: partecipanti ammessi ed esclusi, commissioni di valutazione, soggetti scelti come temi d'esame, modalità di svolgimento, votazioni assegnate. Inoltre si sono ricercate notizie sul percorso formativo compiuto da ogni artista vincitore della pensione, frequentando Accademie o studi di perfezionamento, e sull'adempimento dell'obbligo di dimostrare con saggi annuali il progredire degli studi.
Il reperimento dei titoli delle opere vincitrici e dei saggi annuali ha consentito di creare un inventario teorico delle opere che dovrebbero essere state consegnate nel corso del tempo al Comune di Brescia e da questo affidate in un primo periodo alla Scuola Comunale di Disegno e successivamente alla Pinacoteca o ai Civici Musei. Infine si è proceduto a confrontare tale inventario teorico con gli inventari reali dei Civici Musei, per individuare le opere provenienti dal Concorso Brozzoni tra quelle conservate nei depositi o affidate in esposizione a uffici pubblici.
In questo modo è stato ricostruito un importante aspetto della vita artistica bresciana della seconda metà dell'Ottocento e della prima del Novecento, con una particolare prospettiva incentrata sulla formazione dei più importanti pittori (da Filippini, Bertolotti e Lombardi passando per Togni, Franciosi, Mutti e Monti fino a Consadori, Botticini, Tinelli), scultori (come Ghidoni, Zanelli e Regosa) e architetti. Ma dalla massa di notizie raccolte emerge anche l'occasione per riscoprire nomi di artisti praticamente sconosciuti anche a chi si interessa all'arte bresciana del periodo.
Da un punto di vista critico, dalla documentazione fornita si avrà modo di capire come il passaggio obbligato degli artisti attraverso studi e prove di impronta inevitabilmente accademica abbia influito sulla loro formazione, in che misura essi ne siano rimasti condizionati e in quale abbiano saputo invece uscirne liberi.
Tra le opere individuate si è infine operata la scelta di quelle da proporre in questa mostra. Si è ritenuto di non esporle seguendo un criterio cronologico, ma di raccoglierle per nuclei tematici senza distinguere tra saggi di concorso e saggi di progresso. La prima sezione è dedicata ai nudi accademici che venivano richiesti ai concorrenti della pensione triennale, un’altra sezione riguarda la pittura di genere nei diversi aspetti della figura, della scena di soggetto storico-letterario e del tema sacro, seguono il ritratto e il paesaggio. Vengono proposti anche quattro disegni di architetti, mentre per la scultura sono in mostra un bronzo, una terracotta e alcune fotografie d’epoca di opere che sono andate perdute.
Nel 1863 Camillo Brozzoni nel suo testamento lasciava al Comune di Brescia, oltre alle sue preziose collezioni d'arte, alcune proprietà immobiliari, legandone il reddito alla creazione di pensioni da assegnare a "giovani di buone speranze della città e provincia di Brescia, onde attendano agli studi di belle arti". Nel 1869 veniva emanato il regolamento che prevedeva una pensione triennale di primo grado e una biennale di perfezionamento, da assegnare in base ad un concorso che comportava l'esecuzione di prove pratiche.
A partire dal primo concorso vinto da Modesto Faustini nel 1869, fino all'ultimo vinto nel 1950 da Francesco Cherubini, la maggior parte degli artisti bresciani si cimentò nelle prove che "il Brozzoni" comportava e, se vincitori, si assoggettarono alle condizioni previste per usufruire della pensione, cioè gli studi presso un'accademia per i principianti e la frequentazione di un importante centro artistico per i più maturi, nonché la consegna al Comune di Brescia dell'opera vincente al concorso e di un saggio per ogni anno di godimento della pensione.
Oltre a riprendere e mettere a punto le ricerche già svolte da alcuni studiosi sui nominativi dei vincitori delle 54 edizioni del concorso, il lavoro di preparazione della mostra si è allargato a ricostruire con ricerche d'archivio tutte le informazioni relative a ogni concorso: partecipanti ammessi ed esclusi, commissioni di valutazione, soggetti scelti come temi d'esame, modalità di svolgimento, votazioni assegnate. Inoltre si sono ricercate notizie sul percorso formativo compiuto da ogni artista vincitore della pensione, frequentando Accademie o studi di perfezionamento, e sull'adempimento dell'obbligo di dimostrare con saggi annuali il progredire degli studi.
Il reperimento dei titoli delle opere vincitrici e dei saggi annuali ha consentito di creare un inventario teorico delle opere che dovrebbero essere state consegnate nel corso del tempo al Comune di Brescia e da questo affidate in un primo periodo alla Scuola Comunale di Disegno e successivamente alla Pinacoteca o ai Civici Musei. Infine si è proceduto a confrontare tale inventario teorico con gli inventari reali dei Civici Musei, per individuare le opere provenienti dal Concorso Brozzoni tra quelle conservate nei depositi o affidate in esposizione a uffici pubblici.
In questo modo è stato ricostruito un importante aspetto della vita artistica bresciana della seconda metà dell'Ottocento e della prima del Novecento, con una particolare prospettiva incentrata sulla formazione dei più importanti pittori (da Filippini, Bertolotti e Lombardi passando per Togni, Franciosi, Mutti e Monti fino a Consadori, Botticini, Tinelli), scultori (come Ghidoni, Zanelli e Regosa) e architetti. Ma dalla massa di notizie raccolte emerge anche l'occasione per riscoprire nomi di artisti praticamente sconosciuti anche a chi si interessa all'arte bresciana del periodo.
Da un punto di vista critico, dalla documentazione fornita si avrà modo di capire come il passaggio obbligato degli artisti attraverso studi e prove di impronta inevitabilmente accademica abbia influito sulla loro formazione, in che misura essi ne siano rimasti condizionati e in quale abbiano saputo invece uscirne liberi.
Tra le opere individuate si è infine operata la scelta di quelle da proporre in questa mostra. Si è ritenuto di non esporle seguendo un criterio cronologico, ma di raccoglierle per nuclei tematici senza distinguere tra saggi di concorso e saggi di progresso. La prima sezione è dedicata ai nudi accademici che venivano richiesti ai concorrenti della pensione triennale, un’altra sezione riguarda la pittura di genere nei diversi aspetti della figura, della scena di soggetto storico-letterario e del tema sacro, seguono il ritratto e il paesaggio. Vengono proposti anche quattro disegni di architetti, mentre per la scultura sono in mostra un bronzo, una terracotta e alcune fotografie d’epoca di opere che sono andate perdute.
10
dicembre 2009
Gli artisti bresciani e il concorso Brozzoni (1869-1950)
Dal 10 dicembre 2009 al 06 gennaio 2010
arte moderna e contemporanea
Location
AAB – ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI
Brescia, Vicolo Delle Stelle, 4, (Brescia)
Brescia, Vicolo Delle Stelle, 4, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica, dalle 15,30 alle 19,30
Curatore