Dal 21 febbraio al 16 marzo 2015 la Galleria Zannoni di Reggio Emilia presenta una collettiva degli artisti associati. Pittura, fotografia e scultura si uniscono per creare un percorso espositivo completo che riunisce tutte le forme artistiche. Iniziando dalla scultura con Corrado Askerz, artista reggiano, nelle sue sculture il grande protagonista è il legno che si fonde perfettamente con altri materiali di recupero come il ferro, le pietre o altri elementi naturali come le conchiglie. Ecco gli elementi che ci riconducono alla natura, le conchiglie, i legni, e tutto ci riconduce al mare, elemento essenziale per la poetica dell’artista. In questa mostra Askerz presenta le sue opere che aderiscono alla corrente dell’informale. L’ambiente marittimo lo troviamo anche nei dipinti dell’artista parmigiano Ivo Mora. Dalla tecnica al soggetto e viceversa, l’artista vuole proporre un’idea di continuità tra i materiali e i suoi panorami. Dalla sabbia al mare, dalla terra ai boschi, gli elementi dell’acqua e della terra si intersecano perfettamente sulle sue tele. Tele che presentano un certo concetto di tridimensionalità e l’utilizzo di sabbia, colla, pigmenti, acqua donano all’opera un effetto quasi reale. E sempre legate agli elementi della natura sono anche le opere dell’artista reggiana Angela Govi che presenta un dittico che racchiude tutta la sua poetica, “Flutti e Anemone”. L’anemone richiama il mare, l’acqua e per l’artista che incentra la sua poetica sul tema cardine della famiglia, l’anemone può rappresentare il grembo materno. Le sue tele sono caratterizzate da una certa intensità cromatica e un dinamico flusso di forze energetiche. Non solo colore ma anche materia, infatti l’artista utilizza materiali come stucco o pietre per arricchire le sue opere e fornire una tridimensionalità. La mostra prosegue poi con le opere dell’artista modenese Loretta Magnani, opere dove la spatola incontra la tela per dare vita ad un vero trionfo del colore. All’artista piace sperimentare, non si ferma al puro astrattismo ma vi è una ricerca dietro a queste spatolate, dietro alla poetica del colore c’è un senso dell’estetica che ci riporta alla visione Kantiana dove si parla proprio di giudizio estetico. Il percorso si chiude con le opere fotografiche del parmigiano Giuseppe Bigliardi, non comuni fotografie ma anche qua torna il senso della matericità, le sue fotografie diventano immagini da toccare in quanto stampa su supporti di legno. Intrecci di legno, materiale di recupero questi sono i supporti per i suoi paesaggi urbani o le auto d’epoca con i loro fanaloni in primo piano. L’artista carica di emozioni e di fisicità materica le sue opere, coinvolgendoci in un viaggio interiore non solo proiettato all’esterno.