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Graziella Reggio – Da fonte di acqua bruna
La sua ricerca si muove inizialmente tra scultura e installazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo la personale presso lo Studio Arte Fuori Centro di Roma, Graziella
Reggio ripropone al CZ95 di Venezia la mostra Da fonte di acqua bruna, a
cura di Anna Cochetti
Graziella Reggio vive e lavora a Milano (dove è nata nel 1956), dopo avere
vissuto a lungo a Venezia e a New York (dove ha studiato all'Art Students
League e nel 1999 ha ricevuto il Pollock-Krasner Foundation Grant.).
La sua ricerca si muove inizialmente tra scultura e installazione, lavorando
su nodi tematici quali la presenza/assenza del soggetto, soprattutto
femminile, in opere/reperto che trattengono l'impronta e il segno di
fisicità ed emotività, cultura e storia, economia e sociologia,
privilegiando l'uso di materie povere, tela, fango, cera, canne, come nelle
sculture/bozzolo presentate nella Personale alla Galleria Il Totem (Venezia,
1993) o nelle realizzazioni, negli stessi anni, per gli spettacoli teatrali
al Centro Zitelle a Venezia, al Teatro Comunale di Udine e a Palmanova.
Negli anni successivi le installazioni introducono nello spazio la relazione
tra stati/situazioni/concetti fondata su coppie analogiche e/o oppositive
tra immagine fotografica e materiali altri, rame, ferro, terracotta (come in
Cento ciotole o in Cosmografie), per giungere infine alle installazioni
costruite esclusivamente con materiali fotografici (come in Ars Captiva e
ora in Da fonte di acqua bruna) posti in relazione linguistico/semantica a
costituire le frasi di un articolato e complesso "discorso", in cui
interagiscono confermandosi tutti i temi fondamentali che connotano la
ricerca di Graziella Reggio.
La "battaglia fluviale" (Iliade, libro XI, versi 157-264) - da cui è tratta
la citazione che intitola la Personale di Graziella Reggio - costituisce al
tempo stesso l'incipit remoto, l'archetipo, ed il motivo dominante - la
perturbante "calma minacciosa" - di una riflessione etico-estetica sulla
contemporaneità condotta attraverso la trasformazione simbolica, per
fragmenta imaginis, dello spazio espositivo in un bacino di acqua bruna,
torbida, intrappolata dal cemento, da strutture e macchinari portato dell'azione
dell'uomo, in tensione con una terra bruna, limacciosa, su cui si compie l'effetto
del prosciugamento e della violazione dell'acqua e della natura.
Apparentemente il soggetto che si rappresenta per fragmenta nelle fotografie
di Graziella Reggio è una porzione limitata di paesaggio fluviale, ma ciò
che chiamiamo paesaggio è una costruzione culturale e non vi è paesaggio
dove non vi sia cultura, cioè economia e storia. La presenza/assenza del
soggetto-uomo, cioè di economia e storia, è qui data attraverso un doppio
procedimento di sottrazione e suggestione, misurandosi da un lato per
inferenza dall'impatto delle conseguenze della sua azione fuori dello spazio
dell'installazione, intuendosi dall'altro come lo sguardo critico che
organizza e guida dall'interno la valenza semantica delle sequenze di
materiali fotografici.
Graziella Reggio ha esposto in Italia e all'estero in gallerie e spazi
storici, tra cui: Studio Arte Fuori Centro, Roma; Ex carcere del Sant'Uffizio,
GCAM, Spoleto; O'Artoteca, Milano; Palazzo Balleani, Jesi; Galleria il Campo
delle Fragole, Bologna; Galleria Totem-Il Canale, Venezia; Galerija Skuc,
Lubiana; Museo Nazionale di Villa Pisani, Stra; Galleria San Fedele, Milano;
Palazzo Comunale, Spello; Cork Gallery, New York.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Reggio ripropone al CZ95 di Venezia la mostra Da fonte di acqua bruna, a
cura di Anna Cochetti
Graziella Reggio vive e lavora a Milano (dove è nata nel 1956), dopo avere
vissuto a lungo a Venezia e a New York (dove ha studiato all'Art Students
League e nel 1999 ha ricevuto il Pollock-Krasner Foundation Grant.).
La sua ricerca si muove inizialmente tra scultura e installazione, lavorando
su nodi tematici quali la presenza/assenza del soggetto, soprattutto
femminile, in opere/reperto che trattengono l'impronta e il segno di
fisicità ed emotività, cultura e storia, economia e sociologia,
privilegiando l'uso di materie povere, tela, fango, cera, canne, come nelle
sculture/bozzolo presentate nella Personale alla Galleria Il Totem (Venezia,
1993) o nelle realizzazioni, negli stessi anni, per gli spettacoli teatrali
al Centro Zitelle a Venezia, al Teatro Comunale di Udine e a Palmanova.
Negli anni successivi le installazioni introducono nello spazio la relazione
tra stati/situazioni/concetti fondata su coppie analogiche e/o oppositive
tra immagine fotografica e materiali altri, rame, ferro, terracotta (come in
Cento ciotole o in Cosmografie), per giungere infine alle installazioni
costruite esclusivamente con materiali fotografici (come in Ars Captiva e
ora in Da fonte di acqua bruna) posti in relazione linguistico/semantica a
costituire le frasi di un articolato e complesso "discorso", in cui
interagiscono confermandosi tutti i temi fondamentali che connotano la
ricerca di Graziella Reggio.
La "battaglia fluviale" (Iliade, libro XI, versi 157-264) - da cui è tratta
la citazione che intitola la Personale di Graziella Reggio - costituisce al
tempo stesso l'incipit remoto, l'archetipo, ed il motivo dominante - la
perturbante "calma minacciosa" - di una riflessione etico-estetica sulla
contemporaneità condotta attraverso la trasformazione simbolica, per
fragmenta imaginis, dello spazio espositivo in un bacino di acqua bruna,
torbida, intrappolata dal cemento, da strutture e macchinari portato dell'azione
dell'uomo, in tensione con una terra bruna, limacciosa, su cui si compie l'effetto
del prosciugamento e della violazione dell'acqua e della natura.
Apparentemente il soggetto che si rappresenta per fragmenta nelle fotografie
di Graziella Reggio è una porzione limitata di paesaggio fluviale, ma ciò
che chiamiamo paesaggio è una costruzione culturale e non vi è paesaggio
dove non vi sia cultura, cioè economia e storia. La presenza/assenza del
soggetto-uomo, cioè di economia e storia, è qui data attraverso un doppio
procedimento di sottrazione e suggestione, misurandosi da un lato per
inferenza dall'impatto delle conseguenze della sua azione fuori dello spazio
dell'installazione, intuendosi dall'altro come lo sguardo critico che
organizza e guida dall'interno la valenza semantica delle sequenze di
materiali fotografici.
Graziella Reggio ha esposto in Italia e all'estero in gallerie e spazi
storici, tra cui: Studio Arte Fuori Centro, Roma; Ex carcere del Sant'Uffizio,
GCAM, Spoleto; O'Artoteca, Milano; Palazzo Balleani, Jesi; Galleria il Campo
delle Fragole, Bologna; Galleria Totem-Il Canale, Venezia; Galerija Skuc,
Lubiana; Museo Nazionale di Villa Pisani, Stra; Galleria San Fedele, Milano;
Palazzo Comunale, Spello; Cork Gallery, New York.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
21
aprile 2006
Graziella Reggio – Da fonte di acqua bruna
Dal 21 aprile all'undici maggio 2006
arte contemporanea
Location
CZ95 – CENTRO ZITELLE
Venezia, Località Giudecca, 95, (Venezia)
Venezia, Località Giudecca, 95, (Venezia)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 21.30
Vernissage
21 Aprile 2006, ore 18
Autore
Curatore