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Gregorio Botta – Inwater
A Mantova le installazioni materiali e virtuali dell’artista: una meditazione ispirata dalla tomba del poeta inglese John Keats
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A Mantova le installazioni materiali e virtuali dell’artista:
una meditazione ispirata dalla tomba del poeta inglese John Keats
Mantova, 17 ottobre 2014 – Il pensiero immateriale e la materialità scultorea, il senso effimero
dell'esistenza e l'esaltazione dell'oblio della grandezza. Dal 27 ottobre al 25 novembre, Gregorio
Botta espone a Palazzo Te una serie di installazioni dedicate al flusso del tempo, all’idea
di perdita e di impermanenza. La mostra, a cura di Lóránd Hegyi, direttore del museo di Saint-
Etienne, è un percorso a tappe ispirato dalla tomba di John Keats nel cimitero acattolico di
Roma. Sulla sua lapide il poeta romantico inglese volle che fosse scritto “here lies one whose
name was writ in water” (qui giace uno il cui nome fu scritto nell’acqua): Keats volle escludere
il proprio nome, come ad accettare e anticipare il lavoro del tempo che avrebbe offuscato
la sua memoria. Il tempo in realtà ha nobilitato il suo ricordo, ma il gesto di cancellare la propria
identità rende la stessa tomba un’opera d’arte.
Nel cortile di Palazzo Te, nove grandi lastre di piombo giacciono a terra e su ognuna di esse
è incisa una parola della lapide di Keats: dalle lettere scorrono rivoli d'acqua, come lacrime,
come ferite e come sorgenti fertili di vita. Insieme fiori letali e fonti di rinascita.
Davanti all’ingresso della sala espositiva Gregorio Botta presenta due sculture - a forma di piccole
case, o di antichi larari romani - che si contrappongono, identiche: nella prima, un altoparlante
trasmette brani di una poesia di Keats recitata dall'attore Lorenzo Gioielli e nella
seconda un libro con le pagine bianche è agitato da un vento instancabile. All'interno, tra le
altre opere, una scrivania sul cui piano scorre dell’acqua, ad evocare l’imperrnanenza del nostro
passaggio sulla terra, un video in cui una mano sconosciuta scrive sull’acqua, e infine il più
misterioso dei suoi lavori: una fonte di acqua nera - come inchiostro - al cui centro appare e
scompare un cerchio, scritto da forze ignote, fonte dell’ispirazione, del rapporto con il profondo
che - malgrado tutto - costringe a fare arte.
La mostra sarà inaugurata domenica 26 ottobre 2014 alle ore 18.30 dal sindaco di Mantova
Nicola Sodano.
Gregorio Botta: le forme essenziali, il valore degli elementi
“L’artista non si esprime con le parole dei filosofi,
il suo è piuttosto il linguaggio dei poeti”
(Lóránd Hegyi sull'installazione dell'autore ospitata a Palazzo Te)
Le origini
Gregorio Botta è nato a Napoli il 18 aprile 1953, vive e lavora a Roma. Ha condotto i propri
studi all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha seguito i corsi di Toti Scialoja: un grande
maestro per molti artisti della scuola romana. Una ricerca sull'encausto gli ha fatto scoprire la
materia che segnerà a lungo il suo lavoro: la cera. Quest’amore iniziale lo porterà poi a creare
anche opere con il vetro, con il fuoco, con l'acqua, con l'aria. Gli interessa disegnare con la
luce, con la trasparenza, con la leggerezza: creare opere sempre più rarefatte, piene di vuoto,
che si pongano al confine della visibilità. La sua è una ricerca di radicale essenzialità sia negli
elementi che nelle forme.
Le opere
Le opere della mostra Fisica Minima (la prima dell'artista a Torino) sono emblemi della sua produzione:
una serie di lavori che giocano sul movimento dell’acqua, sulla rifrazione della luce,
sulla soglia della visione. Come scrive Olga Gambari: "Con minimalismo organico che fonde
concetto e materia, con languore filosofico, Botta produce opere vive che vibrano nella loro essenzialità.
Hanno l’urgenza di testimoniare, di essere pure e minime ma feconde e ricche di
memorie: un’indagine sulla natura sfuggente dell’essere".
Le mostre
Dal 1991 l'artista ha esposto in numerose gallerie private e in spazi pubblici. Del 2005 la mostra
ai Magazzini del Sale, in piazza del Campo a Siena e nel Loggiato di San Bartolomeo a Palermo.
Del 2012 la mostra “Rifugi” al Macro di Roma, mentre nel 2013 partecipa alla mostra “Postclassici”
al Foro Romano. Sue opere sono nelle raccolte del Mart di Rovereto, del Musma di
Matera, della Gam e del Macro di Roma, della Bce di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri
alla Farnesina, alla Certosa di Padula (SA), e nella metropolitana di Napoli, stazione Vanvitelli
e al Forte di Bard, in val d’Aosta, dove si è appena conclusa una sua personale.
una meditazione ispirata dalla tomba del poeta inglese John Keats
Mantova, 17 ottobre 2014 – Il pensiero immateriale e la materialità scultorea, il senso effimero
dell'esistenza e l'esaltazione dell'oblio della grandezza. Dal 27 ottobre al 25 novembre, Gregorio
Botta espone a Palazzo Te una serie di installazioni dedicate al flusso del tempo, all’idea
di perdita e di impermanenza. La mostra, a cura di Lóránd Hegyi, direttore del museo di Saint-
Etienne, è un percorso a tappe ispirato dalla tomba di John Keats nel cimitero acattolico di
Roma. Sulla sua lapide il poeta romantico inglese volle che fosse scritto “here lies one whose
name was writ in water” (qui giace uno il cui nome fu scritto nell’acqua): Keats volle escludere
il proprio nome, come ad accettare e anticipare il lavoro del tempo che avrebbe offuscato
la sua memoria. Il tempo in realtà ha nobilitato il suo ricordo, ma il gesto di cancellare la propria
identità rende la stessa tomba un’opera d’arte.
Nel cortile di Palazzo Te, nove grandi lastre di piombo giacciono a terra e su ognuna di esse
è incisa una parola della lapide di Keats: dalle lettere scorrono rivoli d'acqua, come lacrime,
come ferite e come sorgenti fertili di vita. Insieme fiori letali e fonti di rinascita.
Davanti all’ingresso della sala espositiva Gregorio Botta presenta due sculture - a forma di piccole
case, o di antichi larari romani - che si contrappongono, identiche: nella prima, un altoparlante
trasmette brani di una poesia di Keats recitata dall'attore Lorenzo Gioielli e nella
seconda un libro con le pagine bianche è agitato da un vento instancabile. All'interno, tra le
altre opere, una scrivania sul cui piano scorre dell’acqua, ad evocare l’imperrnanenza del nostro
passaggio sulla terra, un video in cui una mano sconosciuta scrive sull’acqua, e infine il più
misterioso dei suoi lavori: una fonte di acqua nera - come inchiostro - al cui centro appare e
scompare un cerchio, scritto da forze ignote, fonte dell’ispirazione, del rapporto con il profondo
che - malgrado tutto - costringe a fare arte.
La mostra sarà inaugurata domenica 26 ottobre 2014 alle ore 18.30 dal sindaco di Mantova
Nicola Sodano.
Gregorio Botta: le forme essenziali, il valore degli elementi
“L’artista non si esprime con le parole dei filosofi,
il suo è piuttosto il linguaggio dei poeti”
(Lóránd Hegyi sull'installazione dell'autore ospitata a Palazzo Te)
Le origini
Gregorio Botta è nato a Napoli il 18 aprile 1953, vive e lavora a Roma. Ha condotto i propri
studi all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha seguito i corsi di Toti Scialoja: un grande
maestro per molti artisti della scuola romana. Una ricerca sull'encausto gli ha fatto scoprire la
materia che segnerà a lungo il suo lavoro: la cera. Quest’amore iniziale lo porterà poi a creare
anche opere con il vetro, con il fuoco, con l'acqua, con l'aria. Gli interessa disegnare con la
luce, con la trasparenza, con la leggerezza: creare opere sempre più rarefatte, piene di vuoto,
che si pongano al confine della visibilità. La sua è una ricerca di radicale essenzialità sia negli
elementi che nelle forme.
Le opere
Le opere della mostra Fisica Minima (la prima dell'artista a Torino) sono emblemi della sua produzione:
una serie di lavori che giocano sul movimento dell’acqua, sulla rifrazione della luce,
sulla soglia della visione. Come scrive Olga Gambari: "Con minimalismo organico che fonde
concetto e materia, con languore filosofico, Botta produce opere vive che vibrano nella loro essenzialità.
Hanno l’urgenza di testimoniare, di essere pure e minime ma feconde e ricche di
memorie: un’indagine sulla natura sfuggente dell’essere".
Le mostre
Dal 1991 l'artista ha esposto in numerose gallerie private e in spazi pubblici. Del 2005 la mostra
ai Magazzini del Sale, in piazza del Campo a Siena e nel Loggiato di San Bartolomeo a Palermo.
Del 2012 la mostra “Rifugi” al Macro di Roma, mentre nel 2013 partecipa alla mostra “Postclassici”
al Foro Romano. Sue opere sono nelle raccolte del Mart di Rovereto, del Musma di
Matera, della Gam e del Macro di Roma, della Bce di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri
alla Farnesina, alla Certosa di Padula (SA), e nella metropolitana di Napoli, stazione Vanvitelli
e al Forte di Bard, in val d’Aosta, dove si è appena conclusa una sua personale.
26
ottobre 2014
Gregorio Botta – Inwater
Dal 26 ottobre al 25 novembre 2014
arte contemporanea
Location
PALAZZO TE
Mantova, Viale Te, 19, (Mantova)
Mantova, Viale Te, 19, (Mantova)
Vernissage
26 Ottobre 2014, h 18.30
Autore
Curatore