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Guccione, Michielin, Puglisi, Velasco. Paesaggi. Ritratti. Quattro pittori in Italia
Quattro pittori impegnati a confrontarsi con l’immenso.
Comunicato stampa
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Quattro pittori impegnati a confrontarsi con l’immenso. A misurarsi con la non facile sfida, Marco Goldin ha chiamato Piero Guccione, Francesco Michielin, Giuseppe Puglisi e Velasco.
Le opere che i quattro artisti hanno appositamente creato sono esposte in Santa Giulia, a fianco di “America!” e lo saranno per tutta la durata della mostra sulla pittura americana, ovvero dal 24 novembre 2007 al 4 maggio 2008.
Illustrando la “ratio” dell’ affascinante sfida, Goldin afferma: “Pensavo ai temi principali della mostra americana e provavo il desiderio di affidarne la memoria ad alcuni pittori, perché ne lasciassero segni con le loro opere. Mare, bosco, città, ritratto. E dentro di me cercavo i nomi di questi pittori, provavo ad affiancare un nome a un tema. Alla fine è andata come si vede nella mostra. A Piero Guccione il mare, a Francesco Michielin il bosco, a Giuseppe Puglisi la città, a Velasco il ritratto.
Ognuno di loro ha consuetudini antiche con questi temi, che anzi continuano a indagare ogni giorno nel desiderio di provare a dire una parola nuova. Forse solo Velasco è rimasto sorpreso che gli chiedessi di dipingere ritratti, occupato com’è soprattutto dalla scultura. Ma abbiamo entrambi ricordato come la nostra prima mostra insieme, io da critico e lui ovviamente da pittore, fosse stata proprio sul tema del ritratto, ormai quasi vent’anni fa. Dunque era giusto così.
A ognuno di questi pittori ho affidato pareti precise in quella parte del Museo di Santa Giulia che negli ultimi tre anni aveva ospitato le opere di Gino Rossi e Fausto Pirandello, di Osvaldo Licini e Filippo de Pisis, di Gustavo Francalancia e di Scipione, Mafai, Raphael. Ognuno di questi pittori ha lavorato in questi mesi pensando non soltanto a dipingere singoli quadri su quei temi, ma organizzando le rispettive sale nel segno di un preciso progetto. Così, quattro pittori in Italia hanno guardato l’America e hanno dipinto il loro sentimento del mondo. Sento come una cosa vera che la pittura oggi possa, variandolo, andare a quel lontano e non così facilmente definibile sentimento.
In questo modo Guccione dipinge il mare. Presenza e vuoto dell’assoluto. Così Michielin si addentra nel bosco e ne cava tracce e apparizioni. Così Puglisi tempesta di stelle lontane il vuoto della notte. In questo modo Velasco spegne in altri silenzi l’attonito mostrare corpi e volti. Non c’è una regola, non c’è un confine, poiché tutto si compie dentro la pittura e in nessun altro luogo. Questo è il linguaggio che tutto contiene, nuovo come nuovi sono i giorni, come nuovi sono i racconti. Oppure nell’infinita, mai stanca variazione attorno al solo racconto possibile. Accordare l’immenso al destino individuale, o il destino all’immenso, seguendo quella linea che è sempre un bordo, un confine, per giungere al cuore del tempo.
Spesso questi pittori scelgono un alto punto d’osservazione, come a cercare il preciso varco della luce, il luogo del passaggio del vento, il sospendersi di una mareggiata, un sentiero appena più chiaro nel buio della notte. Non hanno timore a dichiarare il loro sentimento del mondo, non cercano la correttezza e la genericità ma si chinano sulle cose del mondo fino ad abbracciarle, a farle senso preciso del vedere e del vivere. Che l’antica radice indoeuropea tiene nel medesimo incanto. Vedere e vivere.
E manifestano proprio un incanto, uno spaurirsi quasi davanti a quanto nello spazio si allarga, si distende, cerca di evidenziarsi come un richiamo. Questi pittori hanno il compito di trar fuori dal silenzio, di consegnare al regno del visibile e forse anche dell’udibile. Ma non nella dichiarata evidenza, e invece nella sospesa immagine che accenna così relazioni, passaggi, mostra interferenze, braci, bruciature nel cielo, nebbie, colature, fumi rappresi e svanenti. E’ come se ciò che apertamente si dichiara fosse preso nel regno dell’essere presentato una volta per sempre e dunque mai più modificabile. Cercano essi invece la modificazione continua, e di più l’adeguamento del tempo interiore al tempo dell’universo, nella necessità di procedere senza soste lungo questa strada. Ciò che è fissato una volta per sempre scompare, ciò che è mobile rimane nel luogo di una eternità che riproduce se stessa nell’eterno assestamento di pensiero ed emozione, di ricordo e previsione del futuro.
In questa ricchezza di senso e visione sta la bellezza di questa pittura. Nel momento in cui neppure il luogo e l’ora importano, così come la scelta del soggetto. E molto di più la possibilità di essere costantemente dentro il fluire delle cose svuotate di ogni senso di cronaca, affinché sia il racconto nella sua interezza, e nella sua distensione infinita, a occupare il centro della scena. E i quattro pittori guardano, fanno anzi dell’osservazione uno dei loro punti di forza. Ma poi guardano anche il non vedere, guardano il loro non avere visto. E dentro quel non vedere, importante quanto l’avere visto, nasce una parte considerevole, bellissima, della loro pittura”.
Le opere che i quattro artisti hanno appositamente creato sono esposte in Santa Giulia, a fianco di “America!” e lo saranno per tutta la durata della mostra sulla pittura americana, ovvero dal 24 novembre 2007 al 4 maggio 2008.
Illustrando la “ratio” dell’ affascinante sfida, Goldin afferma: “Pensavo ai temi principali della mostra americana e provavo il desiderio di affidarne la memoria ad alcuni pittori, perché ne lasciassero segni con le loro opere. Mare, bosco, città, ritratto. E dentro di me cercavo i nomi di questi pittori, provavo ad affiancare un nome a un tema. Alla fine è andata come si vede nella mostra. A Piero Guccione il mare, a Francesco Michielin il bosco, a Giuseppe Puglisi la città, a Velasco il ritratto.
Ognuno di loro ha consuetudini antiche con questi temi, che anzi continuano a indagare ogni giorno nel desiderio di provare a dire una parola nuova. Forse solo Velasco è rimasto sorpreso che gli chiedessi di dipingere ritratti, occupato com’è soprattutto dalla scultura. Ma abbiamo entrambi ricordato come la nostra prima mostra insieme, io da critico e lui ovviamente da pittore, fosse stata proprio sul tema del ritratto, ormai quasi vent’anni fa. Dunque era giusto così.
A ognuno di questi pittori ho affidato pareti precise in quella parte del Museo di Santa Giulia che negli ultimi tre anni aveva ospitato le opere di Gino Rossi e Fausto Pirandello, di Osvaldo Licini e Filippo de Pisis, di Gustavo Francalancia e di Scipione, Mafai, Raphael. Ognuno di questi pittori ha lavorato in questi mesi pensando non soltanto a dipingere singoli quadri su quei temi, ma organizzando le rispettive sale nel segno di un preciso progetto. Così, quattro pittori in Italia hanno guardato l’America e hanno dipinto il loro sentimento del mondo. Sento come una cosa vera che la pittura oggi possa, variandolo, andare a quel lontano e non così facilmente definibile sentimento.
In questo modo Guccione dipinge il mare. Presenza e vuoto dell’assoluto. Così Michielin si addentra nel bosco e ne cava tracce e apparizioni. Così Puglisi tempesta di stelle lontane il vuoto della notte. In questo modo Velasco spegne in altri silenzi l’attonito mostrare corpi e volti. Non c’è una regola, non c’è un confine, poiché tutto si compie dentro la pittura e in nessun altro luogo. Questo è il linguaggio che tutto contiene, nuovo come nuovi sono i giorni, come nuovi sono i racconti. Oppure nell’infinita, mai stanca variazione attorno al solo racconto possibile. Accordare l’immenso al destino individuale, o il destino all’immenso, seguendo quella linea che è sempre un bordo, un confine, per giungere al cuore del tempo.
Spesso questi pittori scelgono un alto punto d’osservazione, come a cercare il preciso varco della luce, il luogo del passaggio del vento, il sospendersi di una mareggiata, un sentiero appena più chiaro nel buio della notte. Non hanno timore a dichiarare il loro sentimento del mondo, non cercano la correttezza e la genericità ma si chinano sulle cose del mondo fino ad abbracciarle, a farle senso preciso del vedere e del vivere. Che l’antica radice indoeuropea tiene nel medesimo incanto. Vedere e vivere.
E manifestano proprio un incanto, uno spaurirsi quasi davanti a quanto nello spazio si allarga, si distende, cerca di evidenziarsi come un richiamo. Questi pittori hanno il compito di trar fuori dal silenzio, di consegnare al regno del visibile e forse anche dell’udibile. Ma non nella dichiarata evidenza, e invece nella sospesa immagine che accenna così relazioni, passaggi, mostra interferenze, braci, bruciature nel cielo, nebbie, colature, fumi rappresi e svanenti. E’ come se ciò che apertamente si dichiara fosse preso nel regno dell’essere presentato una volta per sempre e dunque mai più modificabile. Cercano essi invece la modificazione continua, e di più l’adeguamento del tempo interiore al tempo dell’universo, nella necessità di procedere senza soste lungo questa strada. Ciò che è fissato una volta per sempre scompare, ciò che è mobile rimane nel luogo di una eternità che riproduce se stessa nell’eterno assestamento di pensiero ed emozione, di ricordo e previsione del futuro.
In questa ricchezza di senso e visione sta la bellezza di questa pittura. Nel momento in cui neppure il luogo e l’ora importano, così come la scelta del soggetto. E molto di più la possibilità di essere costantemente dentro il fluire delle cose svuotate di ogni senso di cronaca, affinché sia il racconto nella sua interezza, e nella sua distensione infinita, a occupare il centro della scena. E i quattro pittori guardano, fanno anzi dell’osservazione uno dei loro punti di forza. Ma poi guardano anche il non vedere, guardano il loro non avere visto. E dentro quel non vedere, importante quanto l’avere visto, nasce una parte considerevole, bellissima, della loro pittura”.
21
novembre 2007
Guccione, Michielin, Puglisi, Velasco. Paesaggi. Ritratti. Quattro pittori in Italia
Dal 21 novembre 2007 al 04 maggio 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO DI SANTA GIULIA
Brescia, Via Dei Musei, 81/B, (Brescia)
Brescia, Via Dei Musei, 81/B, (Brescia)
Vernissage
21 Novembre 2007, ore 11-17
Sito web
www.lineadombra.it
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore