Gustavo Bonora è tornato a vivere la città di Milano lasciandosi alle spalle la Liguria che per un decennio gli ha regalato la magia dei suoi colori inondati di luce e sceglie Officina Coviello, la bella casaofficina di Michelangelo Coviello, per una personale densa, asciutta e coinvolgente.

Assistente dello scenografo Luciano Damianinegli anni sessanta, Gustavo Bonora con Attilio Forgioli, Gianfranco Pardi, Lello Castellaneta, Attilio Del Comune, Gianni Rossi, partecipa all’iniziativa “Società Nuova” impegnata a diffondere e ad illustrare le tematiche di Brecht e Majakovskij, sodalizio cui nel Settanta si aggiungeranno Mino Ceretti, Claudio Olivieri, Giuseppe Guerreschi, Alik Cavaliere, Emilio Tadini aggregandoli intorno a quelle gallerie d'arte che erano
veri focolai progettuali: la Bergamini, la Morone, la Marconi e La Solferino