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Hôtel de la Lune – Devozioni IV
Presenteremo la nuova creazione in tre serate durante le quali saranno inoltre proiettati contemporaneamente in prima assoluta i video delle istallazioni precedenti e il documentario realizzato da Rai 2
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una creazione Hôtel de la Lune
direzione, spazio e tempo: Gian Maria Tosatti
azione: Elena Ciardella
interventi sullo spazio: Tommaso Garavini, Elisabetta Mancini
costumi: Gianluca Falaschi, Francesca Spocchia
organizzazione: Chiara Crupi
responsabile dell'allestimento: Elisabetta Mancini
Al centro della quarta tappa di Devozioni non c'è neppure una immagine sacra. L'unica presente è la sagoma di un crocifisso assente, staccato da una parete dopo chissà quanti anni. Il crocifisso diventa oggetto, oggetto mancante. L'assenza, il silenzio di Dio, delle cose, stanno al centro di questo lavoro. Si riempie uno spazio per fare il vuoto. Si copre il suono col rumore per fare il silenzio.
Litanies pour un retour è nato in una stanza, durante una notte. Senza aver programmato alcun intervento. Senza nemmeno sapere il perché di tale coincidenza. Un luogo ha dettato il suo racconto. Noi abbiamo semplicemente scritto. Poi, in un secondo momento, abbiamo letto tutte le parole in fila.
Litanies pour un retour è un lavoro sul tempo e sull'attesa. La sua scrittura si aggiunge alle migliaia e migliaia di righe spese per parlare della responsabilità degli italiani nella deportazione degli ebrei alla fine del ventennio fascista. Non si tratta dunque di un lavoro importante. E' un opera ulteriore che nasce dalla necessità di stare nel discorso. Di essere parole nel discorso. Ancora una volta non si vuol dire nulla. Perché talvolta le parole si attendono. Si attendono per anni e per secoli.
Quest'opera è dedicata a Vittorio De Sica.
In una manciata di polvere vi mostrerò la paura. (T.S . Eliot)
Note di impostazione
"Quello che dai ti sarà reso". E' una legge estremamente antica, che preesiste alla formazione delle morali e delle stratificazioni culturali determinanti cui posso risalire guardandomi attraverso. Rifletto sul fatto che tale principio è un fondamento dell'etica umana fin dalle sue espressioni primordiali. E rifletto che tale enunciato, quasi sottinteso, è il punto di partenza del pensiero attraverso cui Platone sviluppa la sua Repubblica (a me così vicina in questo ultimo anno). Il bene, il male, entrambi contenuti in questa semplice frase, limitatissima combinazione di parole dal significato radicale.
Il termine "resa" in italiano ha un doppio significato per ciò che torna e per chi è sconfitto. Gli ebrei del '45. Gli italiani del '45. Sono tornati come sconfitti. A piedi. I sopravvissuti. Uguali. Gli uni agli altri. Un solo popolo. Ma quando gli uni sono partiti gli altri chiudevano i portelli dei vagoni. E quando anche gli altri sono partiti, molti tra di loro son restati e, al suo ritorno, il popolo italiano, senza distinzione di religione, li ha ritrovati lì, al posto dove li aveva lasciati, a fondare la Repubblica Italiana. Una Storia dice che sia andata così.
Poi c'è un'altra storia, che assomiglia a quella narrata in un libro che ho amato nell'adolescenza. Un libro in cui il protagonista raggiunge, dopo un lungo e pericoloso viaggio in mezzo all' Europa in guerra, la meta del suo pellegrinaggio sacro, la stanza dell'imperatore, dove però non c'è nulla, è vuota, smobilitata. Che senso dare allora al viaggio e quale ritorno attende? I viaggi a piedi attraverso l'Europa. I ritorni negati. Le rese senza vittoria. Le rese. Quello che abbiamo spedito torna indietro. Il lavoro è stato compiuto. E ora cosa farsene delle rese? Non lo sa nessuno. I morti ancora attendono, i vivi anche.
Questo capisco osservando il pieno della stanza in cui sono entrato, prima di fare il vuoto di storia e poi di nuovo il pieno di visione. Cerco di non tradire lo spazio. Cerco di interrogare i suoi spettri, le sue mancanze, con grande delicatezza, con lentezza. Ho guardato a lungo ciò che mancava. Inizio a capire che l'estetica di Devozioni coincide col realismo. Che la religione è un asse verticale che tanto più sale verso il cielo, tanto più ha bisogno di piantarsi nella terra. Quello che ha a che fare con l'uomo è soggetto alle leggi della fisica. Un crocifisso è stato tirato via dal muro. Resta la sagoma disegnata dai decenni. In silenzio. Così inizio ad affrontare la figura che più mi atterrisce. Dalla sua assenza. Nella stanza che ha lasciato vuota.
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Videomateriali
Le lait miraculeux de la Vierge – devozioni I (giugno 2005 - 7 min)
Magdalena – devozioni II (novembre 2005 - 5 min)
Madonna con bambino – devozioni III (marzo 2006 - 5 min)
Documentario Rai – dietro le quinte di Devozioni (aprile 2006 - 10 min)
*Hôtel de la Lune è una formazione di ricerca che opera sulla sperimentazione di principi tecnici legati alle arti performative.
Nata all'interno del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera nel 2002, la squadra di lavoro risiede a Roma dal 2004, dove ha iniziato un percorso strettamente legato alla connessione tra arti visive e performative.
Ogni progetto di Hôtel de la Lune è diviso in due linee procedurali, una tecnica e una etica. Ciò significa che le creazioni del gruppo si pongono l'obiettivo compiere una sperimentazione scientifica su un determinato principio tecnico-performativo, e al contempo di realizzare, attraverso tale strumento metodologico, una indagine su una domanda legata al contesto socio-politico-culturale presente.
direzione, spazio e tempo: Gian Maria Tosatti
azione: Elena Ciardella
interventi sullo spazio: Tommaso Garavini, Elisabetta Mancini
costumi: Gianluca Falaschi, Francesca Spocchia
organizzazione: Chiara Crupi
responsabile dell'allestimento: Elisabetta Mancini
Al centro della quarta tappa di Devozioni non c'è neppure una immagine sacra. L'unica presente è la sagoma di un crocifisso assente, staccato da una parete dopo chissà quanti anni. Il crocifisso diventa oggetto, oggetto mancante. L'assenza, il silenzio di Dio, delle cose, stanno al centro di questo lavoro. Si riempie uno spazio per fare il vuoto. Si copre il suono col rumore per fare il silenzio.
Litanies pour un retour è nato in una stanza, durante una notte. Senza aver programmato alcun intervento. Senza nemmeno sapere il perché di tale coincidenza. Un luogo ha dettato il suo racconto. Noi abbiamo semplicemente scritto. Poi, in un secondo momento, abbiamo letto tutte le parole in fila.
Litanies pour un retour è un lavoro sul tempo e sull'attesa. La sua scrittura si aggiunge alle migliaia e migliaia di righe spese per parlare della responsabilità degli italiani nella deportazione degli ebrei alla fine del ventennio fascista. Non si tratta dunque di un lavoro importante. E' un opera ulteriore che nasce dalla necessità di stare nel discorso. Di essere parole nel discorso. Ancora una volta non si vuol dire nulla. Perché talvolta le parole si attendono. Si attendono per anni e per secoli.
Quest'opera è dedicata a Vittorio De Sica.
In una manciata di polvere vi mostrerò la paura. (T.S . Eliot)
Note di impostazione
"Quello che dai ti sarà reso". E' una legge estremamente antica, che preesiste alla formazione delle morali e delle stratificazioni culturali determinanti cui posso risalire guardandomi attraverso. Rifletto sul fatto che tale principio è un fondamento dell'etica umana fin dalle sue espressioni primordiali. E rifletto che tale enunciato, quasi sottinteso, è il punto di partenza del pensiero attraverso cui Platone sviluppa la sua Repubblica (a me così vicina in questo ultimo anno). Il bene, il male, entrambi contenuti in questa semplice frase, limitatissima combinazione di parole dal significato radicale.
Il termine "resa" in italiano ha un doppio significato per ciò che torna e per chi è sconfitto. Gli ebrei del '45. Gli italiani del '45. Sono tornati come sconfitti. A piedi. I sopravvissuti. Uguali. Gli uni agli altri. Un solo popolo. Ma quando gli uni sono partiti gli altri chiudevano i portelli dei vagoni. E quando anche gli altri sono partiti, molti tra di loro son restati e, al suo ritorno, il popolo italiano, senza distinzione di religione, li ha ritrovati lì, al posto dove li aveva lasciati, a fondare la Repubblica Italiana. Una Storia dice che sia andata così.
Poi c'è un'altra storia, che assomiglia a quella narrata in un libro che ho amato nell'adolescenza. Un libro in cui il protagonista raggiunge, dopo un lungo e pericoloso viaggio in mezzo all' Europa in guerra, la meta del suo pellegrinaggio sacro, la stanza dell'imperatore, dove però non c'è nulla, è vuota, smobilitata. Che senso dare allora al viaggio e quale ritorno attende? I viaggi a piedi attraverso l'Europa. I ritorni negati. Le rese senza vittoria. Le rese. Quello che abbiamo spedito torna indietro. Il lavoro è stato compiuto. E ora cosa farsene delle rese? Non lo sa nessuno. I morti ancora attendono, i vivi anche.
Questo capisco osservando il pieno della stanza in cui sono entrato, prima di fare il vuoto di storia e poi di nuovo il pieno di visione. Cerco di non tradire lo spazio. Cerco di interrogare i suoi spettri, le sue mancanze, con grande delicatezza, con lentezza. Ho guardato a lungo ciò che mancava. Inizio a capire che l'estetica di Devozioni coincide col realismo. Che la religione è un asse verticale che tanto più sale verso il cielo, tanto più ha bisogno di piantarsi nella terra. Quello che ha a che fare con l'uomo è soggetto alle leggi della fisica. Un crocifisso è stato tirato via dal muro. Resta la sagoma disegnata dai decenni. In silenzio. Così inizio ad affrontare la figura che più mi atterrisce. Dalla sua assenza. Nella stanza che ha lasciato vuota.
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Videomateriali
Le lait miraculeux de la Vierge – devozioni I (giugno 2005 - 7 min)
Magdalena – devozioni II (novembre 2005 - 5 min)
Madonna con bambino – devozioni III (marzo 2006 - 5 min)
Documentario Rai – dietro le quinte di Devozioni (aprile 2006 - 10 min)
*Hôtel de la Lune è una formazione di ricerca che opera sulla sperimentazione di principi tecnici legati alle arti performative.
Nata all'interno del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera nel 2002, la squadra di lavoro risiede a Roma dal 2004, dove ha iniziato un percorso strettamente legato alla connessione tra arti visive e performative.
Ogni progetto di Hôtel de la Lune è diviso in due linee procedurali, una tecnica e una etica. Ciò significa che le creazioni del gruppo si pongono l'obiettivo compiere una sperimentazione scientifica su un determinato principio tecnico-performativo, e al contempo di realizzare, attraverso tale strumento metodologico, una indagine su una domanda legata al contesto socio-politico-culturale presente.
18
maggio 2006
Hôtel de la Lune – Devozioni IV
Dal 18 al 20 maggio 2006
performance - happening
Location
ANGELO MAI
Roma, Viale Delle Terme Di Caracalla, 55/a, (Roma)
Roma, Viale Delle Terme Di Caracalla, 55/a, (Roma)
Biglietti
Prenotazione obbligatoria al 335-6751941
Vernissage
18 Maggio 2006, ore 21
Sito web
www.hoteldelalune.tk
Autore