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Hôtel de la Lune – Devozioni VII
settima tappa dello spettacolo
Comunicato stampa
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un'opera di Hôtel de la Lune*
direzione, spazio e tempo: Gian Maria Tosatti
azione: Tommaso Minelli
interventi sullo spazio: Elisabetta Mancini
tecnica: Cristian Tafani
organizzazione: Chiara Crupi
responsabile dell'allestimento: Elisabetta Mancini
produzione: Hôtel de la Lune
Klaus è l'immagine che si vede attraverso lo specchio. Dunque Klaus è l'osservatore e l'osservato. Ma non è precisamente così. Tra l'immagine che osserva e quella che è osservata c'è una differenza non sempre percettibile. Una sta nel mondo reale, l'altra nel mondo "through the looking-glass". E appunto, oltre la figura che ci sta di fronte e che ci guarda, che cosa riflette ancora lo specchio? Brandelli di memoria, sagome di oggetti che escono dall'ombra, rimasti attaccati a noi con i denti, monconi di una storia. Dall'altra parte dello specchio sta la rivelazione. Ogni singolo oggetto, suppellettile, rendende evidenti le sue implicazioni minacciose nel romanzo delle Parche. Nella sospensione del tempo si mostrano esplicitamente le pericolosissime relazioni con le cose imprigionate nelle nostre stanze come tracce indelebili, nodi simbolici delle nostre esistenze.
Talvolta se ci si guarda allo specchio si vede un uomo in difficoltà. Talvolta non viene nessuno all'appuntamento.
Quest'opera è dedicata all'infanzia, ai tempi in cui si crede di poter passare attraversare lo specchio. Ai tempi in cui si percepisce fisicamente una certa differenza tra ciò che sta al di qua e al di là dell'immagine riflessa. Però questa dedica non può che essere fatta che a posteriori di una infanzia che talvolta riusciamo a intravedere proprio attraverso lo specchio, nelle rughe del nostro viso, in cui c'è scritto il passato e il futuro.
Quest'opera è dedicata ai Pink Floyd e a Lewis Carroll.
Un cieco avanza una mano nella notte. (A. Giacometti)
-------------
Note d'impostazione
K di Karamazov. K di Klaus. K di città di K.
Eccoli, i segni cominciano a tornare.
Settima devozione in forma d'opera d'arte.
Attorno a me si stringono ormai molti compagni di viaggio. Ognuno determinante. Una parte cospicua di essi credevo davvero che non l'avrei mai incrociata in questi territori. Parlo di Carroll, decisamente, che ha sfondato le pareti della mia stanza dei giochi. Parlo dei Pink Floyd che hanno creato un suono molto più vicino alla temporalità che sta al di là dello specchio per poter parlare di ciò che sta al di qua.
In un libro che ho molto amato, la cui importanza in questo ciclo di opere è forse pari a quella dei Karamazov - e certo ne ha condizionato fortemente la seconda parte - , Klaus di fronte allo specchio non si riconosce. Al di là del muro. Al di là dello specchio. C'è un mondo. Un mondo intero. Se mi guardo allo specchio vedo sempre cose diverse. Non è rassicurante. Se interrogo la visione scopro le sue radici antropoculturali che ancora una volta non prescindono dal Cristianesimo.
In quest'opera c'è una figura. E' Klaus. Decisamente. Ma chi è Klaus? E' molto delicato il rapporto che in questa opera si stabilisce tra l'uomo e Cristo. Qui, come in Devozioni VI, il protagonista è l'uomo, ma cos'è Cristo se non l'archetipo dominante e condizionante alla costituzione dell'uomo moderno in Occidente? Dunque Cristo è Klaus. O forse è l'uomo moderno ad essere Klaus per Cristo.
E' interessante questo momento della Storia, in cui le nostre "astrazioni", per dirla con Feuerbach, non si riconoscono più in noi.
In questo tempo ho bisogno di aprire buchi in mezzo a un parco come Alice nel paese delle meraviglie per mostrare qualcosa che di meraviglioso non ha proprio nulla. Iperrealista. E' il linguaggio che mi è dato per parlare dell'identità di Dio.
*Hôtel de la Lune è una formazione di ricerca che opera sulla sperimentazione di principi tecnici legati alle arti performative.
Nata all'interno del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera nel 2002, la squadra di lavoro risiede a Roma dal 2004, dove ha iniziato un percorso strettamente legato alla connessione tra arti visive e performative.
Ogni progetto di Hôtel de la Lune è diviso in due linee procedurali, una tecnica e una etica. Ciò significa che le creazioni del gruppo si pongono l'obiettivo compiere una sperimentazione scientifica su un determinato principio tecnico-performativo, e al contempo di realizzare, attraverso tale strumento metodologico, una indagine su una domanda legata al contesto socio-politico-culturale presente.
direzione, spazio e tempo: Gian Maria Tosatti
azione: Tommaso Minelli
interventi sullo spazio: Elisabetta Mancini
tecnica: Cristian Tafani
organizzazione: Chiara Crupi
responsabile dell'allestimento: Elisabetta Mancini
produzione: Hôtel de la Lune
Klaus è l'immagine che si vede attraverso lo specchio. Dunque Klaus è l'osservatore e l'osservato. Ma non è precisamente così. Tra l'immagine che osserva e quella che è osservata c'è una differenza non sempre percettibile. Una sta nel mondo reale, l'altra nel mondo "through the looking-glass". E appunto, oltre la figura che ci sta di fronte e che ci guarda, che cosa riflette ancora lo specchio? Brandelli di memoria, sagome di oggetti che escono dall'ombra, rimasti attaccati a noi con i denti, monconi di una storia. Dall'altra parte dello specchio sta la rivelazione. Ogni singolo oggetto, suppellettile, rendende evidenti le sue implicazioni minacciose nel romanzo delle Parche. Nella sospensione del tempo si mostrano esplicitamente le pericolosissime relazioni con le cose imprigionate nelle nostre stanze come tracce indelebili, nodi simbolici delle nostre esistenze.
Talvolta se ci si guarda allo specchio si vede un uomo in difficoltà. Talvolta non viene nessuno all'appuntamento.
Quest'opera è dedicata all'infanzia, ai tempi in cui si crede di poter passare attraversare lo specchio. Ai tempi in cui si percepisce fisicamente una certa differenza tra ciò che sta al di qua e al di là dell'immagine riflessa. Però questa dedica non può che essere fatta che a posteriori di una infanzia che talvolta riusciamo a intravedere proprio attraverso lo specchio, nelle rughe del nostro viso, in cui c'è scritto il passato e il futuro.
Quest'opera è dedicata ai Pink Floyd e a Lewis Carroll.
Un cieco avanza una mano nella notte. (A. Giacometti)
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Note d'impostazione
K di Karamazov. K di Klaus. K di città di K.
Eccoli, i segni cominciano a tornare.
Settima devozione in forma d'opera d'arte.
Attorno a me si stringono ormai molti compagni di viaggio. Ognuno determinante. Una parte cospicua di essi credevo davvero che non l'avrei mai incrociata in questi territori. Parlo di Carroll, decisamente, che ha sfondato le pareti della mia stanza dei giochi. Parlo dei Pink Floyd che hanno creato un suono molto più vicino alla temporalità che sta al di là dello specchio per poter parlare di ciò che sta al di qua.
In un libro che ho molto amato, la cui importanza in questo ciclo di opere è forse pari a quella dei Karamazov - e certo ne ha condizionato fortemente la seconda parte - , Klaus di fronte allo specchio non si riconosce. Al di là del muro. Al di là dello specchio. C'è un mondo. Un mondo intero. Se mi guardo allo specchio vedo sempre cose diverse. Non è rassicurante. Se interrogo la visione scopro le sue radici antropoculturali che ancora una volta non prescindono dal Cristianesimo.
In quest'opera c'è una figura. E' Klaus. Decisamente. Ma chi è Klaus? E' molto delicato il rapporto che in questa opera si stabilisce tra l'uomo e Cristo. Qui, come in Devozioni VI, il protagonista è l'uomo, ma cos'è Cristo se non l'archetipo dominante e condizionante alla costituzione dell'uomo moderno in Occidente? Dunque Cristo è Klaus. O forse è l'uomo moderno ad essere Klaus per Cristo.
E' interessante questo momento della Storia, in cui le nostre "astrazioni", per dirla con Feuerbach, non si riconoscono più in noi.
In questo tempo ho bisogno di aprire buchi in mezzo a un parco come Alice nel paese delle meraviglie per mostrare qualcosa che di meraviglioso non ha proprio nulla. Iperrealista. E' il linguaggio che mi è dato per parlare dell'identità di Dio.
*Hôtel de la Lune è una formazione di ricerca che opera sulla sperimentazione di principi tecnici legati alle arti performative.
Nata all'interno del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera nel 2002, la squadra di lavoro risiede a Roma dal 2004, dove ha iniziato un percorso strettamente legato alla connessione tra arti visive e performative.
Ogni progetto di Hôtel de la Lune è diviso in due linee procedurali, una tecnica e una etica. Ciò significa che le creazioni del gruppo si pongono l'obiettivo compiere una sperimentazione scientifica su un determinato principio tecnico-performativo, e al contempo di realizzare, attraverso tale strumento metodologico, una indagine su una domanda legata al contesto socio-politico-culturale presente.
19
ottobre 2006
Hôtel de la Lune – Devozioni VII
Dal 19 al 28 ottobre 2006
performance - happening
Location
VILLA ALDOBRANDINI
Roma, Via Mazzarino, 1, (Roma)
Roma, Via Mazzarino, 1, (Roma)
Biglietti
prenotazione obbligatoria al numero 335-6751941
Orario di apertura
dalle ore 16 alle 18.00
Vernissage
19 Ottobre 2006, dalle ore 16 alle 18.00
Sito web
www.hoteldelalune.tk
Autore