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Hôtel de la Lune – Devozioni VIII
installazione-performance
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Union arte contemporanea, nel presentare l’opera di Hôtel de la Lune Il sangue speso di tutte le mie stelle (Devozioni VIII), comincia una serie di eventi, per la prima volta, fuori dagli usuali spazi espositivi di Via Reggio Emilia.
L’Union si farà promotrice di una installazione performativa che condurrà l’utente attraverso un percorso di forte impatto emozionale, sottraendo ad esso il fardello del voyeurismo.
La scelta dello spazio architettonico, ex magazzino “Le Gallinelle”, in piena coerenza con la ricerca di Hôtel de la Lune, è stata dettata da questa esigenza di restituire a dei luoghi scelti la vita che hanno contenuto.
L’installazione si pone l’obiettivo di inserire lo spettatore in uno spazio composto da stimoli icono-coreografici e viene invitato a percorrere un camminamento nella propria suscettibilità.
Il sangue speso di tutte le mie stelle (Devozioni VIII) concettualmente lavora sull’idea di aspettativa ignota - quindi temuta - una sorta di frontiera in cui l’uomo, aggrappato oltremodo alla vita, si pone di fronte quella che è la sua composizione integrale: umana e trascendente.
Per fare questo si tenta la strada dell’esilio, si facilita l’autoanalisi, la concentrazione su se stesso, l’esame di coscienza.
Sopravvivenza. Isolamento. Il bunker è interrato.
Devozioni VIII si pone all’utente come una soglia lunghissima che scinde due realtà, quotidiana e illusoria, su cui attende inerte un qualsiasi mutamento.
Lo spettatore, entrando nell’installazione, si ritrova entro una condizione fittizia, istericamente iperreale, la quale gioca su di esso un’azione ipersensibile.
Lasciandosi alle spalle le immagini del quotidiano, entra in un contesto in cui quelle stesse immagini non sono altro che un plagio della realtà e forme grazie alle quali Hôtel de la Lune provoca l’utente a trovare rasserenamento nei propri pensieri.
L’immaginario del sé.
Obiettivo basilare è lasciare il visitatore entro una situazione in cui potersi concentrare e trovare un nesso tra il contraddittorio di ciò che vede e il confermativo di ciò che pensa.
Il progetto tenta di inibire la percezione sensoriale e persuadere la concentrazione mentale in un percorso orgasmico con formula tensione-carica-scarica-rilassamento, in un mordicoda che torna sempre al principio.
La notte e il silenzio sono la lucida concentrazione dentro se stessi; l’arte si “scuoia” lasciando all’esterno il suo più concettuale interramento: l’opera non è l’oggetto esposto, ma le sensazioni percepite all’interno.
La ricerca di Hôtel de la Lune sviluppa in questo senso uno screening sull’integrazione e la riadattabilità dello spazio tramite un architettonico gioco di recupero ambientale concependo l’installazione come intervento suscettibile.
L’obiettivo è scovare il senso originario nella cornice del tema generale rendendo lo spettatore fruitore attivo e performer di un prodotto che muta in un happening; protagonista, non semplice utente; prezioso erogatore di materiale utile alla composizione dell’opera.
Ad incrementare il lavoro è quest’iconografia fortemente realistica che, disponendo di un linguaggio illusorio, accompagna l’utente in un circuito emotivo d’impatto sensoriale.
C’è da sottolineare che l’esperienza di Hôtel de la Lune proviene dal teatro, ciò viene esplicitato da questo alterare la parte coreografica, come fautrice della chiusura dell’opera, in quanto influente sullo spettatore.
Il loro lavoro, a partire da Le lait miraculeux de la Vierge (devozioni I), Magdalena (devozioni II), Madonna con bambino (devozioni III), realizzate tra giugno 2005 e marzo 2006, si focalizzava su un’azione distribuita tra la forza della coreografia e quella dell’attore-performer, sentendo, successivamente l’esigenza di attuare delle sottrazioni per concentrarsi in una poetica prettamente sintetico-performativa. Pertanto, a partire da Litanie pour un retour (devozioni IV), il performer va mano mano contenendo i gesti, le azioni, i comportamenti affidando all’installazione circostante, alla coreografia, un valore maggiore, più responsabile. È in questo contesto che si inserisce Il sangue speso di tutte le mie stelle (Devozioni VIII): gli oggetti, il contesto, l’assenza (come presenza) dell’uomo, l’opera. L’uomo in questo momento non partecipa, perché l’installazione cita proprio uomini nascosti, persone che in isolamento hanno atteso la fine nella più nascosta e buia circostanza: Joseph Goebbels e Cristo; uomini di segno opposto, immersi in una stessa notte che segna la soglia tra due ere, quella che passando per il sepolcro di Gerusalemme aprirà la modernità e quella che passando per il sepolcro di Berlino aprirà il contemporaneo. In questo senso l’opera del gruppo si fonda continuamente su rimandi storici, icone religiose proprio perché garanti di un immaginario collettivo, su cui stabilire saldamente una teoria contemporanea.
Il sangue speso di tutte le mie stelle (devozioni VIII)
un'opera di: Hôtel de la Lune
architettura della visione nel tempo: Gian Maria Tosatti
responsabile dell’allestimento: Elisabetta Mancini
L’Union si farà promotrice di una installazione performativa che condurrà l’utente attraverso un percorso di forte impatto emozionale, sottraendo ad esso il fardello del voyeurismo.
La scelta dello spazio architettonico, ex magazzino “Le Gallinelle”, in piena coerenza con la ricerca di Hôtel de la Lune, è stata dettata da questa esigenza di restituire a dei luoghi scelti la vita che hanno contenuto.
L’installazione si pone l’obiettivo di inserire lo spettatore in uno spazio composto da stimoli icono-coreografici e viene invitato a percorrere un camminamento nella propria suscettibilità.
Il sangue speso di tutte le mie stelle (Devozioni VIII) concettualmente lavora sull’idea di aspettativa ignota - quindi temuta - una sorta di frontiera in cui l’uomo, aggrappato oltremodo alla vita, si pone di fronte quella che è la sua composizione integrale: umana e trascendente.
Per fare questo si tenta la strada dell’esilio, si facilita l’autoanalisi, la concentrazione su se stesso, l’esame di coscienza.
Sopravvivenza. Isolamento. Il bunker è interrato.
Devozioni VIII si pone all’utente come una soglia lunghissima che scinde due realtà, quotidiana e illusoria, su cui attende inerte un qualsiasi mutamento.
Lo spettatore, entrando nell’installazione, si ritrova entro una condizione fittizia, istericamente iperreale, la quale gioca su di esso un’azione ipersensibile.
Lasciandosi alle spalle le immagini del quotidiano, entra in un contesto in cui quelle stesse immagini non sono altro che un plagio della realtà e forme grazie alle quali Hôtel de la Lune provoca l’utente a trovare rasserenamento nei propri pensieri.
L’immaginario del sé.
Obiettivo basilare è lasciare il visitatore entro una situazione in cui potersi concentrare e trovare un nesso tra il contraddittorio di ciò che vede e il confermativo di ciò che pensa.
Il progetto tenta di inibire la percezione sensoriale e persuadere la concentrazione mentale in un percorso orgasmico con formula tensione-carica-scarica-rilassamento, in un mordicoda che torna sempre al principio.
La notte e il silenzio sono la lucida concentrazione dentro se stessi; l’arte si “scuoia” lasciando all’esterno il suo più concettuale interramento: l’opera non è l’oggetto esposto, ma le sensazioni percepite all’interno.
La ricerca di Hôtel de la Lune sviluppa in questo senso uno screening sull’integrazione e la riadattabilità dello spazio tramite un architettonico gioco di recupero ambientale concependo l’installazione come intervento suscettibile.
L’obiettivo è scovare il senso originario nella cornice del tema generale rendendo lo spettatore fruitore attivo e performer di un prodotto che muta in un happening; protagonista, non semplice utente; prezioso erogatore di materiale utile alla composizione dell’opera.
Ad incrementare il lavoro è quest’iconografia fortemente realistica che, disponendo di un linguaggio illusorio, accompagna l’utente in un circuito emotivo d’impatto sensoriale.
C’è da sottolineare che l’esperienza di Hôtel de la Lune proviene dal teatro, ciò viene esplicitato da questo alterare la parte coreografica, come fautrice della chiusura dell’opera, in quanto influente sullo spettatore.
Il loro lavoro, a partire da Le lait miraculeux de la Vierge (devozioni I), Magdalena (devozioni II), Madonna con bambino (devozioni III), realizzate tra giugno 2005 e marzo 2006, si focalizzava su un’azione distribuita tra la forza della coreografia e quella dell’attore-performer, sentendo, successivamente l’esigenza di attuare delle sottrazioni per concentrarsi in una poetica prettamente sintetico-performativa. Pertanto, a partire da Litanie pour un retour (devozioni IV), il performer va mano mano contenendo i gesti, le azioni, i comportamenti affidando all’installazione circostante, alla coreografia, un valore maggiore, più responsabile. È in questo contesto che si inserisce Il sangue speso di tutte le mie stelle (Devozioni VIII): gli oggetti, il contesto, l’assenza (come presenza) dell’uomo, l’opera. L’uomo in questo momento non partecipa, perché l’installazione cita proprio uomini nascosti, persone che in isolamento hanno atteso la fine nella più nascosta e buia circostanza: Joseph Goebbels e Cristo; uomini di segno opposto, immersi in una stessa notte che segna la soglia tra due ere, quella che passando per il sepolcro di Gerusalemme aprirà la modernità e quella che passando per il sepolcro di Berlino aprirà il contemporaneo. In questo senso l’opera del gruppo si fonda continuamente su rimandi storici, icone religiose proprio perché garanti di un immaginario collettivo, su cui stabilire saldamente una teoria contemporanea.
Il sangue speso di tutte le mie stelle (devozioni VIII)
un'opera di: Hôtel de la Lune
architettura della visione nel tempo: Gian Maria Tosatti
responsabile dell’allestimento: Elisabetta Mancini
21
giugno 2007
Hôtel de la Lune – Devozioni VIII
Dal 21 giugno al 07 luglio 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
MAGAZZINO LE GALLINELLE
Roma, Via Panisperna, 61, (Roma)
Roma, Via Panisperna, 61, (Roma)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 20-24 e sabato per appuntamento
Vernissage
21 Giugno 2007, ore 20:30
Autore
Curatore