La presentazione di un volume sui “critofilm” - o documentari sull’arte - di Carlo Ludovico Ragghianti e la proiezione del film “Michelangiolo”, del 1964, considerato il capolavoro assoluto del critico d’arte lucchese, sono i due importanti eventi culturali al centro dell’incontro in programma venerdì 20 ottobre, alle ore 16.30, nella sala convegni del complesso di San Micheletto, promosso e organizzato dalla Fondazione Ragghianti per ricordare il grande studioso e critico d’arte in occasione del 25° anniversario dell’istituzione del Centro Studi a lui intitolato.

L’incontro si aprirà con la presentazione del volume “I critofilm di Carlo L. Ragghianti. Tutte le sceneggiature”, a cura di Valentina La Salvia. Interverranno, oltre al presidente della Fondazione Ragghianti, Giovanni Cattani, e alla presidente del Comitato scientifico della fondazione stessa, Maria Teresa Filieri, Antonino Caleca e Lorenzo Cuccu, che insieme a Vittorio Fagone, direttore Centro Studi di San Micheletto, hanno firmato gli interventi introduttivi al volume. Sarà presente anche la curatrice Valentina La Salvia, che alla fine dei suoi approfonditi studi, ha desunto in questo libro tutte le sceneggiature dei critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti. Interverrà, infine, anche Sandra Lischi, docente di audiovisivi all’Università di Pisa, che coordinerà il dibattito.

Seguirà alle 18.00 la proiezione del critofilm “Michelangiolo”, realizzato nel 1964 nella forma - allora come oggi convenzionale - del “commento parlato”. Il film sarà presentato nella versione italiana, recentemente acquisita dalla Fondazione Ragghianti.

In occasione dei suoi 25 anni, la Fondazione Raggianti sottolinea dunque con questi due eventi l’esperienza “ragghiantiana” del critofilm, iniziata alla fine degli anni Quaranta. Un’esperienza che – come afferma Lorenzo Cuccu – “spicca per la sua originalità e complessità, per l’organico collegamento con la sua concezione generale del linguaggio visivo, per la consapevolezza delle possibilità offerte dal mezzo cinematografico”. “L’idea di fondo – conclude lo studioso - è che il cinema sia una delle manifestazioni del linguaggio visivo e che il linguaggio cinematografico, come quello verbale, o quello grafico o in generale figurativo, possa essere anch’esso non soltanto parola-espressione, ma anche parola-concetto o parola-azione”.