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I-Disclaim. Stolen moments of unconscious people
“I-Disclaim” (http://i-disclaim.tumblr.com/) è un progetto di ricerca che indaga il modo in cui strumenti digitali di cattura dell’immagine ormai pervasivamente penetrati nella vita quotidiana, quali smartphones e tablets, vengono percepiti in luoghi e contesti pubblici.
Comunicato stampa
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Kromìa presenta "I-Disclaim. Stolen moments of unconscious people", a cura di Vito Campanelli e in collaborazione con gli studenti del corso di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
“I-Disclaim” (http://i-disclaim.tumblr.com/) è un progetto di ricerca che indaga il modo in cui strumenti digitali di cattura dell’immagine ormai pervasivamente penetrati nella vita quotidiana, quali smartphones e tablets, vengono percepiti in luoghi e contesti pubblici.
Partendo dal modello storico di “Esposizione in tempo reale numero 4. Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio”, l’operazione estetica di Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972 in cui l’artista, predisponendo una cabina fotografica automatica, esortava i visitatori a fotografare ed esporre la propria immagine, Vito Campanelli invita gli allievi del suo corso di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Roma a registrare - con qualsivoglia strumento digitale a eccezione delle macchine fotografiche - immagini rubate al quotidiano in luoghi pubblici, col solo vincolo del monocromo b/n e col divieto di postproduzione, per “far emergere i contenuti dello strumento al posto di quelli dell’artista che tutto controlla”.
Il processo da lui così innescato, in tal modo, partendo dal concetto di inconscio tecnologico di Franco Vaccari, delinea una possibile riflessione sullo statuto contemporaneo dell’immagine e rinviene dinamiche e sensibilità sociologiche attuali relative al vissuto della tecnologia e dei mass media.
Innescando un dispositivo di ricerca sociale ed estetica che assurge a esperienza di format art, Vito Campanelli, con gli autori degli scatti, mostra come all’innalzarsi del livello di penetrazione della strumentazione tecnologica corrisponda una inversamente proporzionale diminuzione del nostro grado di consapevolezza a essa relativa e della possibilità di privacy, rivelando anche in che modo, infine, sia il processo e flow di incursione e ricognizione a creare senso.
Dal testo critico di Vito Campanelli (curatore della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): “Occorre [...] accettare la casualità, occorre accettare i doni misteriosi della macchina fotografica (i particolari della fotografia sfuggiti al controllo dell’operatore), occorre soprattutto riconoscere che lo specifico della fotografia è dato dal fatto che l’apparato mette in forma ciò che il fotografo non ha neppure visto”.
In occasione della mostra sarà pubblicato il catalogo del progetto “I-Disclaim” realizzato dagli studenti del Corso di Teoria e Metodo dei Mass Media dell’Accademia di Belle Arti di Roma per Edizioni Mao (www.mediartsoffice.eu).
La mostra e il catalogo sono coprodotti da Boundless Housing (www.boundlesshousing.it)
“I-Disclaim” (http://i-disclaim.tumblr.com/) è un progetto di ricerca che indaga il modo in cui strumenti digitali di cattura dell’immagine ormai pervasivamente penetrati nella vita quotidiana, quali smartphones e tablets, vengono percepiti in luoghi e contesti pubblici.
Partendo dal modello storico di “Esposizione in tempo reale numero 4. Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio”, l’operazione estetica di Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972 in cui l’artista, predisponendo una cabina fotografica automatica, esortava i visitatori a fotografare ed esporre la propria immagine, Vito Campanelli invita gli allievi del suo corso di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Roma a registrare - con qualsivoglia strumento digitale a eccezione delle macchine fotografiche - immagini rubate al quotidiano in luoghi pubblici, col solo vincolo del monocromo b/n e col divieto di postproduzione, per “far emergere i contenuti dello strumento al posto di quelli dell’artista che tutto controlla”.
Il processo da lui così innescato, in tal modo, partendo dal concetto di inconscio tecnologico di Franco Vaccari, delinea una possibile riflessione sullo statuto contemporaneo dell’immagine e rinviene dinamiche e sensibilità sociologiche attuali relative al vissuto della tecnologia e dei mass media.
Innescando un dispositivo di ricerca sociale ed estetica che assurge a esperienza di format art, Vito Campanelli, con gli autori degli scatti, mostra come all’innalzarsi del livello di penetrazione della strumentazione tecnologica corrisponda una inversamente proporzionale diminuzione del nostro grado di consapevolezza a essa relativa e della possibilità di privacy, rivelando anche in che modo, infine, sia il processo e flow di incursione e ricognizione a creare senso.
Dal testo critico di Vito Campanelli (curatore della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): “Occorre [...] accettare la casualità, occorre accettare i doni misteriosi della macchina fotografica (i particolari della fotografia sfuggiti al controllo dell’operatore), occorre soprattutto riconoscere che lo specifico della fotografia è dato dal fatto che l’apparato mette in forma ciò che il fotografo non ha neppure visto”.
In occasione della mostra sarà pubblicato il catalogo del progetto “I-Disclaim” realizzato dagli studenti del Corso di Teoria e Metodo dei Mass Media dell’Accademia di Belle Arti di Roma per Edizioni Mao (www.mediartsoffice.eu).
La mostra e il catalogo sono coprodotti da Boundless Housing (www.boundlesshousing.it)
14
ottobre 2016
I-Disclaim. Stolen moments of unconscious people
Dal 14 ottobre al 14 novembre 2016
fotografia
Location
SPAZIO KROMÌA
Napoli, Via Diodato Lioy, 11, (Napoli)
Napoli, Via Diodato Lioy, 11, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, venerdì: ore 10.30-13.30 e 16.30-19.30; martedì, giovedì, sabato: ore 10.30-13.30
Vernissage
14 Ottobre 2016, ore 19.00
Curatore