L’interessante raccolta di fotografie d’epoca conservata nell’Archivio del Museo, recentemente riordinata e catalogata, comprende un cospicuo gruppo di ritratti, in parte riferibili a membri della famiglia Luxoro, in parte a parenti, amici e personaggi a vario titolo legati alla famiglia. A questa galleria di figure variamente atteggiate, fedele specchio di consuetudini, gusti e mode di un periodo di circa cinquant’anni, compreso tra la Bell’Epoque e la Seconda Guerra Mondiale, è dedicata la mostra allestita nei locali del Museo Luxoro.

Dalle immagini di fine ‘800 che ci tramandano le fattezze di Augusto, il capostipite, morto nel 1899 a quelle di suo figlio Pietro, databili agli anni Trenta del Novecento, nei locali del Museo viene presentata una rassegna estremamente interessante anche da un punto di vista squisitamente fotografico. L’archivio fotografico Luxoro, risulta infatti essere, pur nelle ridotte dimensioni (circa seicento pezzi) esemplificativo dell’evoluzione delle tecniche fotografiche (da albumine ed aristotipi ottocenteschi, si arriva, infatti, sino alle gelatine a sviluppo, ancor oggi in uso), mirabilmente rappresentate dalle immagini di importanti fotografi, quali Alfred Noack [Dresda 1833 - Genova 1895], che fu probabilmente il più importante fotografo operante in Liguria tra la metà e la fine dell’Ottocento, ed Achille Testa [Genova (?) 1861 – Camogli 1948], autore, tra l’altro, della splendida immagine utilizzata come “logo” della mostra. I ritratti sono accostati a oggetti e documenti provenienti dalle collezioni e dall’archivio dei Luxoro , in stretto rapporto con la vita quotidiana dei personaggi rappresentati.
Questo percorso, che ci consente di gettare uno sguardo sul vissuto di una famiglia borghese a cavallo tra ‘800 e ‘900, offre anche al pubblico l’occasione di confrontarsi con un altro settore inedito delle raccolte accumulate dai Luxoro, che continuano a riservare delle sorprese per la loro poliedricità.

Si sottolinea che la mostra è stata resa possibile anche grazie all’importante contributo del Corso di Laurea Specialistica in Tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova, in particolare della docente Maria Grazia Montaldo Spigno.