Una cinquantina di opere dei più importanti e rappresentativi esponenti del post-impressionismo russo (i fratelli Tkacev, Dmitrij Kosmin, Georgij Moroz, Boris Lavrenko, Vjaceslav Zabelin, Nikolaj Latyshenko, Leonid Vaichlia) costituisce la mostra che ha come filo conduttore un soggetto pittorico di enorme fascino, la neve. Un soggetto, per questi artisti abituati a convivere con il gelo per molti più mesi rispetto a noi, talmente familiare da rendere evidente, e di conseguenza farci letteralmente vedere, quanto la neve non sia bianca tout court, ma ricca di infinite variazioni cromatiche e di riverberi a seconda della sua consistenza, delle ore della giornata, di come batte la luce, della temperatura e di tante altre condizioni apparentemente ininfluenti. Ma ci sono altri aspetti che rendono particolarmente interessante questo itinerario pittorico, e cioè la singolarità degli scenari e soprattutto il modo diverso di vivere la stagione fredda. I soggetti delle opere in mostra sono, infatti, algide e infinite distese che immaginiamo avvolte in un silenzio ovattato, quasi tangibile, piccoli borghi in cui figure infagottate vivono la loro quotidianità, il Cremlino imbiancato, fiumi al disgelo, pescatori sul ghiaccio in paziente attesa, e altri ancora che i Maestri post-impressionisti interpretano in chiave del tutto personale.