Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il contemporaneo per l’archeologia. Artisti cinesi al MANN
Il percorso, che sarà visitabile sino al prossimo 10 febbraio, indagherà sul dialogo tra Oriente ed Occidente, partendo dai contenuti e dai materiali costitutivi (in particolare, la carta) delle opere d’arte
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Legare Oriente ed Occidente, confermando l’attenzione che il Museo Archeologico Nazionale dedica alla Cina: è in programma nelle Sale degli Affreschi, da mercoledì 11 dicembre (inaugurazione: ore 16) al prossimo 10 febbraio, la mostra “Il contemporaneo per l’archeologia: artisti cinesi al MANN”, promossa dallo Zhejiang Art Museum.
Un’incursione non nuova, da parte del Museo, nella cultura del paese del dragone: è passato un anno, infatti, dal vernissage della grande esposizione “Mortali Immortali. I tesori del Sichuan nell’antica Cina” (dicembre 2018/marzo 2020) che ha presentato, per la prima volta in Europa, 130 reperti, databili dall'età del bronzo (II millennio a.C.) fino all'epoca Han (II secolo d.C.); nella scorsa primavera, ancora, le collezioni museali sono state arricchite dallo sky ladder Cai Guo-Qiang, che ha allestito la sua personale a seguito dell’“esplosione” realizzata nell’Anfiteatro di Pompei.
Grazie all’exhibit “Il contemporaneo per l’archeologia”, il MANN si proietta verso il 2020, anno del “Topo”, con un percorso particolare, dotto e curioso: circa settanta opere sono presentate in tre diverse sezioni, intitolate, rispettivamente, “Immaginazione antica”, “L’evidenza dell’immagine sulla storia” ed “Incidendo nel tempo”.
Punto di partenza della mostra, il dialogo tra Oriente ed Occidente, giocando sui soggetti e sugli elementi costitutivi delle opere: i sei artisti contemporanei, che espongono nella prima sezione, realizzano i propri lavori in carta, con un riferimento all’origine storica della lavorazione e della fabbricazione di questo materiale.
Tra le più particolari creazioni, presentate all’inizio della mostra, “There is no Essence- Hercules”, riproduzione dell’Ercole Farnese firmata da Ho Yoon Shin (classe 1975, famoso per le sue sculture in carta e metallo); la riproposizione (rigorosamente cartacea) della figura michelangiolesca della “Notte” delle Cappelle Medicee, così come le divertenti teste “sfogliabili”, “stretch” ed “apribili” di Li Hongbo; il lavoro “The evolution series” di Qiu Zhijie, che ricrea, su una superficie cartacea, le impronte dei fossili.
Nella seconda parte dell’exhibit, predomina il fascino degli antichi libri cinesi (alcuni risalgono alla dinastia Han ed alla dinastia Ming), pregiati per rilegatura, fattura, filigrana ed illustrazioni: queste opere sono messe a confronto con la reinterpretazione in chiave contemporanea di Zhang Xiaofeng.
Una nutrita appendice dedicata alle moderne stampe orientali chiude il percorso espositivo: recuperando antiche tecniche di lavorazione della carta, gli artisti “incidono nel tempo”, usando un medesimo supporto (la carta) per raccontare nuove visioni.
Nell’ultima sezione della mostra, paesaggi e demoni della natura sono riproposti con tecniche che rimandano al passato: tra le immagini, spicca “Smoke-like color” di Wang Chao, un landscape invernale in cui i profili montuosi sono indefiniti (cinesi o europei? Antichi o moderni?).
In occasione del vernissage della mostra, cui interviene anche Ying Jinfei (Direttore dello Zhejiang Art Museum), è previsto un laboratorio per spiegare le tecniche di impiego della carta nel lavoro artistico.
Un’incursione non nuova, da parte del Museo, nella cultura del paese del dragone: è passato un anno, infatti, dal vernissage della grande esposizione “Mortali Immortali. I tesori del Sichuan nell’antica Cina” (dicembre 2018/marzo 2020) che ha presentato, per la prima volta in Europa, 130 reperti, databili dall'età del bronzo (II millennio a.C.) fino all'epoca Han (II secolo d.C.); nella scorsa primavera, ancora, le collezioni museali sono state arricchite dallo sky ladder Cai Guo-Qiang, che ha allestito la sua personale a seguito dell’“esplosione” realizzata nell’Anfiteatro di Pompei.
Grazie all’exhibit “Il contemporaneo per l’archeologia”, il MANN si proietta verso il 2020, anno del “Topo”, con un percorso particolare, dotto e curioso: circa settanta opere sono presentate in tre diverse sezioni, intitolate, rispettivamente, “Immaginazione antica”, “L’evidenza dell’immagine sulla storia” ed “Incidendo nel tempo”.
Punto di partenza della mostra, il dialogo tra Oriente ed Occidente, giocando sui soggetti e sugli elementi costitutivi delle opere: i sei artisti contemporanei, che espongono nella prima sezione, realizzano i propri lavori in carta, con un riferimento all’origine storica della lavorazione e della fabbricazione di questo materiale.
Tra le più particolari creazioni, presentate all’inizio della mostra, “There is no Essence- Hercules”, riproduzione dell’Ercole Farnese firmata da Ho Yoon Shin (classe 1975, famoso per le sue sculture in carta e metallo); la riproposizione (rigorosamente cartacea) della figura michelangiolesca della “Notte” delle Cappelle Medicee, così come le divertenti teste “sfogliabili”, “stretch” ed “apribili” di Li Hongbo; il lavoro “The evolution series” di Qiu Zhijie, che ricrea, su una superficie cartacea, le impronte dei fossili.
Nella seconda parte dell’exhibit, predomina il fascino degli antichi libri cinesi (alcuni risalgono alla dinastia Han ed alla dinastia Ming), pregiati per rilegatura, fattura, filigrana ed illustrazioni: queste opere sono messe a confronto con la reinterpretazione in chiave contemporanea di Zhang Xiaofeng.
Una nutrita appendice dedicata alle moderne stampe orientali chiude il percorso espositivo: recuperando antiche tecniche di lavorazione della carta, gli artisti “incidono nel tempo”, usando un medesimo supporto (la carta) per raccontare nuove visioni.
Nell’ultima sezione della mostra, paesaggi e demoni della natura sono riproposti con tecniche che rimandano al passato: tra le immagini, spicca “Smoke-like color” di Wang Chao, un landscape invernale in cui i profili montuosi sono indefiniti (cinesi o europei? Antichi o moderni?).
In occasione del vernissage della mostra, cui interviene anche Ying Jinfei (Direttore dello Zhejiang Art Museum), è previsto un laboratorio per spiegare le tecniche di impiego della carta nel lavoro artistico.
11
dicembre 2019
Il contemporaneo per l’archeologia. Artisti cinesi al MANN
Dall'undici dicembre 2019 al 10 febbraio 2020
arte contemporanea
Location
MANN – MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Napoli, Piazza Museo Nazionale, 19, (Napoli)
Napoli, Piazza Museo Nazionale, 19, (Napoli)
Vernissage
11 Dicembre 2019, ore 16