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Il corpo solitario – Progetto Maionese 2004
Qui ci concentriamo su artisti che, con la fotografia e/o il video, hanno messo in pratica le modalità dell’autorappresentazione, evidenziando una poetica di “solitudine”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Indicazioni stradali alla pagina :
http://www.epa.it/epa/index.html Con il Patrocinio di: Regione Piemonte Assessorato alla Cultura
artisti invitati:
Laura Ambrosi , Cinzia Ambrosini , Ancilotto Camilla, Francesco Arena, Art al Quadrat, Rossella Bellushi, Luca Bernardelli, Glenda Boriani, Maria Bruni, Daniela Carati, Casaluce-Geiger, Sabine Delafon , DJ Lamù, Ivana Falconi, iaia filiberti ,Gaenssler Katharina, Julia Galan, Loredana Galante,Tea Giobbio,Robert Gligorov, Debora Hirsch, Benedetta Jacovoni, Wilma Kun, Lucia Leuci, Liuba ,Salvatore Licitra , Alice Masprone, Laura Masserdotti, Lorena Matic ,Enrico Minato, Moragreca Joaquina, Roberta Neri, Irina Novarese, Patrizia Nuvolari, Simona Palmieri, Daniela Perego, Silvia Reichenbach, Scheda Stefano,Giovanna Torresin, Simona Uberto, Marta Valenti artista ospite Erica Vagliengo
"Autoritratto", "percezione di sé", "identità", "allo specchio", e molte altre definizioni, per quel concetto di "autorappresentazione" che l'artista, da sempre, ha tentato.
Qui ci concentriamo su artisti che, con la fotografia e/o il video, hanno messo in pratica le modalità dell'autorappresentazione, evidenziando una poetica di "solitudine".
Si parte dal proprio corpo come elemento primario del sé e, soli con se stessi, si ricerca una rappresentazione che può essere "reale" o "possibile", tragicamente data o felicemente ipotizzata.
Da qui le varie differenziazioni con cui abbiamo raggruppato gli artisti, ben consapevoli che ogni classificazione è troppo stretta (o troppo larga) ma tuttavia utile per l'economia del discorso.
Per "autorappresentazione" intendiamo tutte le forme possibili con cui questa può realizzarsi: per la fotografia, dall'autoscatto vero e proprio (con il temporizzatore, con la macchina fotografica in mano, con il flessibile) alla
fotografia realizzata da un assistente il cui compito è meramente esecutivo; per il video,
vale lo stesso discorso.
Inoltre ci interessano tutte le possibili "autorappresentazioni": dal corpo intero a parti di esso, finanche minime e non percepibili con l'occhio umano. La selezione degli artisti qui presenti è il frutto di una ricerca più ampia che vede un gran numero di artisti, soprattutto giovani, che usano questa
metodologia creativa.
Crediamo che molte siano le cause che contribuiscono al fenomeno: sicuramente la grande presenza della fotografia e del video nell'arte degli ultimi decenni e l'uso che il corpo, e spesso il proprio, ha avuto dalla body art in poi. Negli ultimi anni sembra apparire un modo nuovo di riflessione sulla propria identità, sul proprio corpo, sulla conoscenza di sé. Finito lo "scandalo", finita la necessità ontologica di una autodefinizione, l'artista ha
cominciato a indagare su se stesso come oggetto di conoscenza, da un lato, e come soggetto di narrazione, dall'altro: la metodologia dell'autorappresentazione è apparsa la più funzionale e la più appropriata per simili operazioni; la stessa componente narcisistica, certamente presente, assume un valore diverso.
È evidente che in questa odierna società, sempre più spersonalizzata e basata sull'immateriale, il percorso di riappropriazione non può che partire da se stessi e dal proprio corpo, soprattutto per le giovani generazioni, nate e cresciute in una sorta di "vuoto pneumatico", ché le altre più anziane almeno hanno la memoria della concretezza, dell'identità, del progetto,
sebbene ora appannati o spariti del tutto. L'autorappresentazione, quindi, permette di evitare mediazioni, funziona come "specchio". Un altro dato interessante consiste nel fatto che, tra gli artisti che usano l'autorappresentazione, sono prevalenti quelli di genere femminile e, tra quelli di genere maschile, c'è un numero consistente di omosessuali; per spiegare il fenomeno potremmo ricorrere a tutte le categorie indicanti le
caratteristiche femminili: intimità, riservatezza, immediatezza, pudore, e così via, se non le interpretiamo in modo mellifluo e se accettiamo la lezione del femminismo più
accreditata che prevede non l'uguaglianza bensì l'esaltazione delle differenze di genere.
Vogliamo dimostrare, inoltre, come la poetica
dell'autorappresentazione non si concentri solo sulla solipsistica conoscenza di sé e ricerca della propria identità.
Molti artisti, al contrario, con la tecnica del travestimento - ironico o drammatico, è lo stesso - mettono in luce l'impossibilità pirandelliana, ma già eraclitea, di una netta definizione di identità, sia nel senso di "io" che di "altro"; altri, consapevolmente, scavano il proprio se stesso, il proprio corpo, fermandone con l'immagine non il tutto ma una parte, finanche un particolare microscopico; altri ancora usano l'autorappresentazione per un discorso narrativo tanto con una sola immagine, quanto con una teoria di sequenze; altri, infine, tentano di esplorare nuove vie e nuovi territori.
Da ultimo, ma a rigor di logica sarebbe la prima domanda, dobbiamo chiederci: perché proprio la metodologia dell'autorappresentazione? Riteniamo
che, oltre alle motivazioni sopra esposte, questa forma di rappresentazione/espressione permetta all'artista di unificare soggetto ed oggetto senza mediazioni e di usufruire di una completa "solitudine" nell'atto creativo. Se,
infatti, quando l'artista riprende una realtà altra con la camera fotografica o video,
abbiamo l'ingranaggio di tre elementi - il soggetto che riprende, la macchina, l'oggetto ripreso - con l'autoscatto o l'autoripresa il primo e il terzo si unificano quasi fagocitando, per così dire, il secondo. Tutto ciò permette di
evitare, almeno a livello concettuale e metodologico, ogni interferenza esterna, positiva o negativa, e l'autore si trova "solitario" e carico di una responsabilità, etica ed estetica, maggiore e con una dose assai più ampia di rischio: ma la sfida in molti casi, come cerchiamo di dimostrare, ha dato risultati assai interessanti.
Nella mostra, accanto alle fotografie e ai video divisi per Sezioni, proponiamo due Appendici: una di performances dal vivo e l'altra, molto limitata, di artisti che, pur non operando direttamente con l'autorappresentazione foto o
videografica, rientrano nella tematica generale e ci interessano per la particolarità delle modalità (relative alle tecniche e ai materiali usati) non tradizionali di autorappresentazione.
La mostra si articola nelle Sezioni , con un brevissimo accenno alla tematica trattata e con l'elenco degli artisti inclusi
Arte ..al sacco! luglio agosto 2004 attività ludica, didattica e naturalistica
Cinema all'aperto : 5/12/26/29 luglio, 2/9 agosto 2004 ore 21,30
http://www.epa.it/epa/index.html Con il Patrocinio di: Regione Piemonte Assessorato alla Cultura
artisti invitati:
Laura Ambrosi , Cinzia Ambrosini , Ancilotto Camilla, Francesco Arena, Art al Quadrat, Rossella Bellushi, Luca Bernardelli, Glenda Boriani, Maria Bruni, Daniela Carati, Casaluce-Geiger, Sabine Delafon , DJ Lamù, Ivana Falconi, iaia filiberti ,Gaenssler Katharina, Julia Galan, Loredana Galante,Tea Giobbio,Robert Gligorov, Debora Hirsch, Benedetta Jacovoni, Wilma Kun, Lucia Leuci, Liuba ,Salvatore Licitra , Alice Masprone, Laura Masserdotti, Lorena Matic ,Enrico Minato, Moragreca Joaquina, Roberta Neri, Irina Novarese, Patrizia Nuvolari, Simona Palmieri, Daniela Perego, Silvia Reichenbach, Scheda Stefano,Giovanna Torresin, Simona Uberto, Marta Valenti artista ospite Erica Vagliengo
"Autoritratto", "percezione di sé", "identità", "allo specchio", e molte altre definizioni, per quel concetto di "autorappresentazione" che l'artista, da sempre, ha tentato.
Qui ci concentriamo su artisti che, con la fotografia e/o il video, hanno messo in pratica le modalità dell'autorappresentazione, evidenziando una poetica di "solitudine".
Si parte dal proprio corpo come elemento primario del sé e, soli con se stessi, si ricerca una rappresentazione che può essere "reale" o "possibile", tragicamente data o felicemente ipotizzata.
Da qui le varie differenziazioni con cui abbiamo raggruppato gli artisti, ben consapevoli che ogni classificazione è troppo stretta (o troppo larga) ma tuttavia utile per l'economia del discorso.
Per "autorappresentazione" intendiamo tutte le forme possibili con cui questa può realizzarsi: per la fotografia, dall'autoscatto vero e proprio (con il temporizzatore, con la macchina fotografica in mano, con il flessibile) alla
fotografia realizzata da un assistente il cui compito è meramente esecutivo; per il video,
vale lo stesso discorso.
Inoltre ci interessano tutte le possibili "autorappresentazioni": dal corpo intero a parti di esso, finanche minime e non percepibili con l'occhio umano. La selezione degli artisti qui presenti è il frutto di una ricerca più ampia che vede un gran numero di artisti, soprattutto giovani, che usano questa
metodologia creativa.
Crediamo che molte siano le cause che contribuiscono al fenomeno: sicuramente la grande presenza della fotografia e del video nell'arte degli ultimi decenni e l'uso che il corpo, e spesso il proprio, ha avuto dalla body art in poi. Negli ultimi anni sembra apparire un modo nuovo di riflessione sulla propria identità, sul proprio corpo, sulla conoscenza di sé. Finito lo "scandalo", finita la necessità ontologica di una autodefinizione, l'artista ha
cominciato a indagare su se stesso come oggetto di conoscenza, da un lato, e come soggetto di narrazione, dall'altro: la metodologia dell'autorappresentazione è apparsa la più funzionale e la più appropriata per simili operazioni; la stessa componente narcisistica, certamente presente, assume un valore diverso.
È evidente che in questa odierna società, sempre più spersonalizzata e basata sull'immateriale, il percorso di riappropriazione non può che partire da se stessi e dal proprio corpo, soprattutto per le giovani generazioni, nate e cresciute in una sorta di "vuoto pneumatico", ché le altre più anziane almeno hanno la memoria della concretezza, dell'identità, del progetto,
sebbene ora appannati o spariti del tutto. L'autorappresentazione, quindi, permette di evitare mediazioni, funziona come "specchio". Un altro dato interessante consiste nel fatto che, tra gli artisti che usano l'autorappresentazione, sono prevalenti quelli di genere femminile e, tra quelli di genere maschile, c'è un numero consistente di omosessuali; per spiegare il fenomeno potremmo ricorrere a tutte le categorie indicanti le
caratteristiche femminili: intimità, riservatezza, immediatezza, pudore, e così via, se non le interpretiamo in modo mellifluo e se accettiamo la lezione del femminismo più
accreditata che prevede non l'uguaglianza bensì l'esaltazione delle differenze di genere.
Vogliamo dimostrare, inoltre, come la poetica
dell'autorappresentazione non si concentri solo sulla solipsistica conoscenza di sé e ricerca della propria identità.
Molti artisti, al contrario, con la tecnica del travestimento - ironico o drammatico, è lo stesso - mettono in luce l'impossibilità pirandelliana, ma già eraclitea, di una netta definizione di identità, sia nel senso di "io" che di "altro"; altri, consapevolmente, scavano il proprio se stesso, il proprio corpo, fermandone con l'immagine non il tutto ma una parte, finanche un particolare microscopico; altri ancora usano l'autorappresentazione per un discorso narrativo tanto con una sola immagine, quanto con una teoria di sequenze; altri, infine, tentano di esplorare nuove vie e nuovi territori.
Da ultimo, ma a rigor di logica sarebbe la prima domanda, dobbiamo chiederci: perché proprio la metodologia dell'autorappresentazione? Riteniamo
che, oltre alle motivazioni sopra esposte, questa forma di rappresentazione/espressione permetta all'artista di unificare soggetto ed oggetto senza mediazioni e di usufruire di una completa "solitudine" nell'atto creativo. Se,
infatti, quando l'artista riprende una realtà altra con la camera fotografica o video,
abbiamo l'ingranaggio di tre elementi - il soggetto che riprende, la macchina, l'oggetto ripreso - con l'autoscatto o l'autoripresa il primo e il terzo si unificano quasi fagocitando, per così dire, il secondo. Tutto ciò permette di
evitare, almeno a livello concettuale e metodologico, ogni interferenza esterna, positiva o negativa, e l'autore si trova "solitario" e carico di una responsabilità, etica ed estetica, maggiore e con una dose assai più ampia di rischio: ma la sfida in molti casi, come cerchiamo di dimostrare, ha dato risultati assai interessanti.
Nella mostra, accanto alle fotografie e ai video divisi per Sezioni, proponiamo due Appendici: una di performances dal vivo e l'altra, molto limitata, di artisti che, pur non operando direttamente con l'autorappresentazione foto o
videografica, rientrano nella tematica generale e ci interessano per la particolarità delle modalità (relative alle tecniche e ai materiali usati) non tradizionali di autorappresentazione.
La mostra si articola nelle Sezioni , con un brevissimo accenno alla tematica trattata e con l'elenco degli artisti inclusi
Arte ..al sacco! luglio agosto 2004 attività ludica, didattica e naturalistica
Cinema all'aperto : 5/12/26/29 luglio, 2/9 agosto 2004 ore 21,30
03
luglio 2004
Il corpo solitario – Progetto Maionese 2004
Dal 03 luglio al 22 agosto 2004
arte contemporanea
Location
EN PLEIN AIR ARTE CONTEMPORANEA
Pinerolo, Stradale Baudenesca, 118, (Torino)
Pinerolo, Stradale Baudenesca, 118, (Torino)
Vernissage
3 Luglio 2004, ore 19
Curatore