“Lazzaro” non è un soprannome,un nickname,un vezzo d’artista.
Lazzaro è una pelle diversa, un nome nuovo per una persona nuova.
La storia di Giuseppe Forconi meriterebbe uno spazio piu ampio e dettagliato per essere raccontata.
In questa breve introduzione ci basti sapere di una vita inizialmente irruenta, sregolata, fatta di eccessi ed estremismi che hanno contribuito in modo fondante all’ avvio della sua epistemologia artistica.
I quadri di Lazzaro sono prima di tutto una riscossa personale, un epifania del cambiamento, un abbandono di quelle prigioni personali in cui si era rinchiuso l’artista.E’ quindi inevitabile che le sue opere principali siano una riflessione sull’ uomo.
Le individualità che animano le opere di Lazzaro sono riconducibili a tre cicli distinti ma accomunati dalla loro contemporaneità : le liberazioni, le celebrazioni e le indeterminazioni.
Amminando nelle tele possiamo incontrare persone che si ribellano al principio di omologazione dell’individualità, sfuggendo a una folla sfumata, identica nella sua difficoltà di definirsi.
Sono le opere della “liberazione”, delle braccia aperte al nuovo, della svolta repentina tra la folla.
Per questo motivo le tele sono anche un monumento dell’uomo immerso e consapevole del contemporaneo.