“Un allestimento perlomeno insolito” penserà stupito il visitatore entrando nella Galleria Spaziografico al n. 7 di Vicolo del Ciambellano. “Oddio,… opere sottovetro, poste sugli scaffali come in un negozio…” aggiungerà, appena nota i vasi trasparenti in equilibrio sulle mensole.
Ma tant’ è.…
Una collettiva di nove artisti che l’allestitore ha voluto presentare proprio come l’ha immaginata d'improvviso... Sì, d'improvviso l’ha visualizzata nella sua mente così chiaramente che è stato pedissequo obbligarne il titolo in “ Immaginata”.
Nove artisti speciali scelti da Gian Paolo Bonesini, che ha chiesto loro opere da mettere in scena, così come il suo estro artistico gli ha suggerito.
Due opere a testa, ma la genialità sta nel proporre agli autori carta bianca sulle modalità espositive: “Voi datemi le vostre migliori opere, io confeziono la messa in scena” ... come fosse un patto non scritto che gli artisti sottoscrivono fiduciosi. E lui che fa? Infila l’opera in vasi trasparenti, e li impila.
Opere imprigionate, o semplicemente trasmutate nella forma? E’ una sostituzione di prospettiva, o un ribaltamento del concetto di espressione artistica? Ma se è così, allora è un ossimoro, come a dire “libera creatività ingabbiata?!" ...Forse, ma stiamo a vedere che effetto fa.
Intanto gli artisti, accondiscendenti, sorridono compiaciuti. Il gallerista pure. E il pubblico?
L’obiettivo di tutti è suscitare emozioni. smuovere idee, decentrare, provocare suggestioni, riscaldare i cuori e la mente.
“Nove artisti nove “ non uno di più, e ci siamo chiesti: perché nove?
Il 9 è un numero Perfetto e Sacro poiché è il risultato del 3 moltiplicato per se stesso. In Alchimia, rappresenta la triplice Triade, ovvero la Soddisfazione Spirituale, il conseguimento dell’ Obiettivo Ultimo, il Principio e la Fine di Tutto, è un numero Celestiale ed Angelico. Direi che potrebbe bastare per plaudire al quantum scelto!
Nella religione ebraica il 9 rappresenta l’Intelletto Puro, e la Verità, mentre nella vulgata della cabala napoletana il 9 è "a figliata“ ovvero la figliolanza, un parto fecondo e beneaugurale.
Dunque tutti gli artisti qui presenti appartengono, più o meno consapevolmente, a logiche che vanno oltre la loro arte, oltre il confronto e la classifica fra le opere esposte, perché hanno accettato di far parte di una dimensione “altra da Sé”, sublimando “il singolare” della loro performance, per donarlo alla collettività dell’ “Immaginata”.
Superando se stessi si migliorano perché, si sa, uno più uno fa molto più di due, figuratevi tre per tre!
La mostra rimane aperta fino al 9 novembre.