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Inaugurazione
Uno degli esempi più alti dell’arte classica, testimonianza storica di inestimabile valore, arricchita dal nuovo Museo, progettato dallo studio statunitense Richard Meier & Partner Architects
Comunicato stampa
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Sarà il giorno del Natale di Roma, il 21 aprile, il momento scelto dall’Amministrazione Comunale per l’apertura ufficiale dell’Ara Pacis e del suo nuovo Museo. Il Museo rappresenta la prima opera di architettura realizzata nel centro storico della città dalla caduta del fascismo ai nostri giorni.
Il progetto si deve a Richard Meier & Partner Architects (studio statunitense da cui sono usciti alcuni dei più importanti musei della seconda metà del Novecento), ed è realizzato sotto la direzione dell’Assessorato alle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio del Comune di Roma – Ufficio Progetti Città Storica dalla Maire Engineering (già Calosi & Del Mastio); l’allestimento del Museo e il restauro del monumento si devono all’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Il nuovo museo dell’Ara Pacis si inserisce nel contesto preesistente, assumendo come propri alcuni elementi particolarmente significativi relativi alla morfologia del sito e alla geometria del tessuto urbano, e diventerà parte integrante del piano generale per il rinnovamento urbanistico della zona dell'Augusteo. Il complesso museale è un edificio progettato per essere permeabile e trasparente nei confronti dell’ambiente circostante. E’ composto da una scalinata di accesso che supera il dislivello tra via di Ripetta e il Lungotevere, da un atrio di ingresso e da una sala biglietteria e bookshop; di qui si entra nel magnifico Padiglione Centrale, immerso di giorno nella luce diffusa dei lucernari e degli ampi cristalli filtranti. Una soluzione che ha comportato il montaggio di oltre 1500 metri quadrati di vetro temperato in grandi lastre che annullano l’effetto “gabbia” del padiglione e garantiscono la massima visibilità. E durante la notte, l’illuminazione della nuova teca sarà il punto di riferimento per questa zona del centro storico.
Un capolavoro il nuovo Museo dell’Ara Pacis, anche grazie all’uso di materiali e tecnologie di assoluta qualità. Il travertino proviene dalle stesse cave utilizzate per la realizzazione di piazza Augusto Imperatore negli anni Trenta e, con la sua lavorazione “a spacco”, si presenta con caratteristiche uniche. Anche l’illuminazione interna ed esterna, elemento fondamentale per la valorizzazione di qualunque opera, antica o moderna, impiega riflettori dotati di accessori anti abbagliamento, filtri per la resa del colore e lenti che circoscrivono e modulano la distribuzione del fascio luminoso in base alle caratteristiche delle opere. L’Ara è racchiusa da un vetro temperato con una tecnologia che si spinge al limite delle attuali possibilità tecniche, studiata per ottenere un rapporto ottimale tra resa estetica, trasparenza, fonoassorbenza, isolamento termico e filtraggio della luce.
Facendo un passo indietro, va ricordato che la costruzione dell’Ara Pacis fu decretata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno di Augusto dopo tre anni di permanenza nelle province di Gallia e di Spagna. L’altare, dedicato alla “pace augustea”, rappresenta il punto di arrivo di un percorso trentennale iniziato con la morte di Cesare e concluso nel segno della pacificazione vittoriosa, celebrata nei rilievi dell’Ara con la rappresentazione dei suoi frutti presenti e futuri: prosperità, religione e buon governo, garantiti dall’opera di un uomo predestinato e della sua dinastia.
Tornando ai giorni nostri la ricostruzione dell’Ara fu decisa fra il 1937 e il 1938 in vista della ricorrenza del bimillenario della nascita di Augusto e venne affidata all’archeologo Giuseppe Moretti che la ricostruì materialmente nell’estate del 1938 all’interno del padiglione di via di Ripetta. L’Ara Pacis, sistemata sul Lungotevere quasi a riproporre il mito nel tempo presente, ha però rischiato di essere compromessa dall’inadeguatezza del suo contenitore, non adatto ad isolarla dai vari tipi di inquinamento. Il nuovo complesso è stato infatti progettato nell’ottica delle più avanzate misure di tutela e conservazione del monumento.
Dunque uno spazio importante che finalmente viene restituito a Roma e che coniuga in modo eccellente l’artificiale e il naturale, il materiale e il paesaggio, il progetto architettonico e la città.
Il progetto si deve a Richard Meier & Partner Architects (studio statunitense da cui sono usciti alcuni dei più importanti musei della seconda metà del Novecento), ed è realizzato sotto la direzione dell’Assessorato alle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio del Comune di Roma – Ufficio Progetti Città Storica dalla Maire Engineering (già Calosi & Del Mastio); l’allestimento del Museo e il restauro del monumento si devono all’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Il nuovo museo dell’Ara Pacis si inserisce nel contesto preesistente, assumendo come propri alcuni elementi particolarmente significativi relativi alla morfologia del sito e alla geometria del tessuto urbano, e diventerà parte integrante del piano generale per il rinnovamento urbanistico della zona dell'Augusteo. Il complesso museale è un edificio progettato per essere permeabile e trasparente nei confronti dell’ambiente circostante. E’ composto da una scalinata di accesso che supera il dislivello tra via di Ripetta e il Lungotevere, da un atrio di ingresso e da una sala biglietteria e bookshop; di qui si entra nel magnifico Padiglione Centrale, immerso di giorno nella luce diffusa dei lucernari e degli ampi cristalli filtranti. Una soluzione che ha comportato il montaggio di oltre 1500 metri quadrati di vetro temperato in grandi lastre che annullano l’effetto “gabbia” del padiglione e garantiscono la massima visibilità. E durante la notte, l’illuminazione della nuova teca sarà il punto di riferimento per questa zona del centro storico.
Un capolavoro il nuovo Museo dell’Ara Pacis, anche grazie all’uso di materiali e tecnologie di assoluta qualità. Il travertino proviene dalle stesse cave utilizzate per la realizzazione di piazza Augusto Imperatore negli anni Trenta e, con la sua lavorazione “a spacco”, si presenta con caratteristiche uniche. Anche l’illuminazione interna ed esterna, elemento fondamentale per la valorizzazione di qualunque opera, antica o moderna, impiega riflettori dotati di accessori anti abbagliamento, filtri per la resa del colore e lenti che circoscrivono e modulano la distribuzione del fascio luminoso in base alle caratteristiche delle opere. L’Ara è racchiusa da un vetro temperato con una tecnologia che si spinge al limite delle attuali possibilità tecniche, studiata per ottenere un rapporto ottimale tra resa estetica, trasparenza, fonoassorbenza, isolamento termico e filtraggio della luce.
Facendo un passo indietro, va ricordato che la costruzione dell’Ara Pacis fu decretata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno di Augusto dopo tre anni di permanenza nelle province di Gallia e di Spagna. L’altare, dedicato alla “pace augustea”, rappresenta il punto di arrivo di un percorso trentennale iniziato con la morte di Cesare e concluso nel segno della pacificazione vittoriosa, celebrata nei rilievi dell’Ara con la rappresentazione dei suoi frutti presenti e futuri: prosperità, religione e buon governo, garantiti dall’opera di un uomo predestinato e della sua dinastia.
Tornando ai giorni nostri la ricostruzione dell’Ara fu decisa fra il 1937 e il 1938 in vista della ricorrenza del bimillenario della nascita di Augusto e venne affidata all’archeologo Giuseppe Moretti che la ricostruì materialmente nell’estate del 1938 all’interno del padiglione di via di Ripetta. L’Ara Pacis, sistemata sul Lungotevere quasi a riproporre il mito nel tempo presente, ha però rischiato di essere compromessa dall’inadeguatezza del suo contenitore, non adatto ad isolarla dai vari tipi di inquinamento. Il nuovo complesso è stato infatti progettato nell’ottica delle più avanzate misure di tutela e conservazione del monumento.
Dunque uno spazio importante che finalmente viene restituito a Roma e che coniuga in modo eccellente l’artificiale e il naturale, il materiale e il paesaggio, il progetto architettonico e la città.
21
aprile 2006
Inaugurazione
21 aprile 2006
Location
MUSEO DELL’ARA PACIS
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Vernissage
21 Aprile 2006, ore 15-24
Ufficio stampa
ZETEMA