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Inaugurazione Opendream
In un luogo carico della storia di una delle più importanti manifatture trevigiane, l’ex Ceramica Pagnossin, grazie alla visione e all’impegno dell’imprenditore Damaso Zanardo, 100.000 mq diventano uno spazio di accoglienza e produzione di eccellenze italiane, in cui arte, food e Made in Italy si fondano in nuove esperienze.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà il Leone d’oro alla Biennale di Venezia 1997 Fabrice Hyber con i giovani artisti internazionali Marina
Óáz, Federica Di Carlo e Ivano Troisi per l’associazione culturale MoCA organizzatrice di Arte Laguna Prize a
inaugurare a Treviso sabato 21 settembre alle 18.30 un nuovissimo percorso espositivo che affida all’arte
contemporanea il compito di rigenerare un luogo simbolo del Veneto.
Stiamo parlando dell’ex Fabbrica di Ceramica Pagnossin, in via Noalese 94 a Treviso, che un lungimirante
connubio tra l’acquisizione logistica del gruppo veneto Zanardo e l’Università Iuav di Venezia - che ne
coordina il progetto di riqualificazione - hanno concepito come polo urbano da dedicare alla creatività.
“Opendream” si propone al pubblico come un nuovo rinascimento: 100.000 metri quadri che diventeranno
la singolare sede espositiva per un progetto artistico che vede Arte Laguna Prize portare i suoi artisti a
lavorare su temi forti del contemporaneo: il riuso, l’ecologia, il riciclo.
Un luogo carico di storia, un simbolo manifatturiero, un raro esempio di territorio e di archeologia
industriale rigenerati dalla potenza creativa dell’arte contemporanea.
Coadiuvati da Fabrice Hyber, gli artisti hanno esplorato anche il territorio circostante l’ex fabbrica e
rintracciato nei tanti materiali di recupero gli elementi in grado di creare quelle suggestioni artistiche e
quelle provocazioni intellettuali che hanno reso Hyber celebre in tutto il mondo.
Hyber, francese classe 1961, è presente da oltre vent'anni sulla scena artistica internazionale. Opera
costanti contaminazioni tra le discipline artistiche. Il suo lavoro parla sempre all’uomo del nostro tempo. Le
sue realizzazioni accendono la riflessione, portando alla luce i nostri cortocircuiti ideologici e
comportamentali. Proponendo spesso un altro punto di vista che sbilanci la stereotipia del nostro agire e
pensare. Negli spazi di “Opendream” Hyber lavora a un’opera site specific: “La vita è nascosta, bisogna solo
rivelarla” spiega Hyber, la cui installazione ambientale rintraccia le vie d’acqua ora invisibili, un tempo
elemento vitale per l’attività produttiva della fabbrica.
Sabato 21 settembre alle 18.30 verranno presentati al pubblico i 4 diversi percorsi espositivi che, tra loro,
condividono temi portanti come la memoria, la terra, l’acqua, la vita e la ceramica.
Brevemente: Federica De Carlo propone una suggestiva installazione che testimonia come l’artista abbia
indagato il territorio dal punto di vista antropologico ed etnologico, andando a ripescare la memoria orale
collettiva degli abitanti, quegli uomini che un tempo lavoravano tutti nell’ex fabbrica Pagnossin. Una scritta
in neon blu realizzata con la grafia di una bambina ci dice: “Vivo alla ceramica”. Questa era la frase che i
lavoratori dicevano quando qualcuno chiedeva loro dove abitassero, dove vivessero. Non vivevano a Quinto
di Treviso ma “alla ceramica”. Questa frase testimonia quanto fosse radicata la fabbrica, nella vita e nel
cuore delle persone.
Torna il blu nella grandiosa opera ambientale di Fabrice Hyber che invece, attraverso studi idro geologici, ci
propone una installazione: un percorso pavimentato lungo ben due chilometri. Una passerella realizzata
con vecchi scarti di ceramica che oscillano dal bianco al blu. Hyber ha indagato la natura del luogo: siamo
nelle vicinanze del Sile e la zona è ricca d’acqua come testimonia uno dei tre grandi pozzi ancora visibile.
Hyber ha rintracciato le altre due fonti risorgive, i due pozzi dimenticati e li ha collegati insieme
evidenziando così il contesto territoriale che circonda la ex fabbrica, immersa in quell’area verde confinante
con la ciclabile Ostiglia.
Anche Ivano Troisi lavora sull’acqua. La sua installazione sensoriale titola “Macchina per il riverbero” ed è
stata concepita per esser vissuta attraverso una delle grate del forno dove un tempo veniva cotta la
ceramica. Da quello spiraglio lo spettatore potrà sentire il riverbero dell’acqua creato artificialmente
dall’artista che con questa opera vuole sottolineare l’importanza del territorio, ricco di acqua che scorre
sotterraneamente. Troisi realizza inoltre un altro progetto “Memoria”: recupera vecchie scaffalature dove
colloca alcuni blocchi di porcellana recuperati in loco e da lui scolpiti.
Mentre Marina Óáz, artista legata fortemente all’archeologia industriale, punta al recupero della memoria
con una serie di lavori che hanno come protagonisti gli stampi dismessi in vetroresina che un tempo
venivano usati per creare stoviglie in porcellana negli ex stabilimenti industriali di Ceramiche Pagnossin. Il
suo percorso espositivo titola “Rinascita”.
Arte Laguna Prize vanta inoltre un recente significativo successo: “Abbiamo stretto un importantissimo
accordo con Mosca – racconta Laura Gallon, fondatrice di Arte Laguna – nel 2021 organizzeremo una
mostra portando al MMoMA di Mosca tutti i vincitori delle 15 edizioni. Un’occasione importante: di dialogo
e di crescita per gli artisti e un bel confronto internazionale per il premio che ormai è conosciuto in tutto il
mondo”.
Gli artisti sono stati selezionati da Flavio Arensi, curatore e già direttore museale; Valentino Catricalà,
curatore d'arte contemporanea - direttore sezione Arte Maker Faire - The European Edition; Martina
Cavallarin, critico d’arte, curatore e saggista. La scelta curatoriale si è orientata verso quegli artisti che
maggiormente testimoniano vicinanza ai grandi temi della rigenerazione urbana e architettonica e
attenzione alle connessioni tra storia e territorio.
Óáz, Federica Di Carlo e Ivano Troisi per l’associazione culturale MoCA organizzatrice di Arte Laguna Prize a
inaugurare a Treviso sabato 21 settembre alle 18.30 un nuovissimo percorso espositivo che affida all’arte
contemporanea il compito di rigenerare un luogo simbolo del Veneto.
Stiamo parlando dell’ex Fabbrica di Ceramica Pagnossin, in via Noalese 94 a Treviso, che un lungimirante
connubio tra l’acquisizione logistica del gruppo veneto Zanardo e l’Università Iuav di Venezia - che ne
coordina il progetto di riqualificazione - hanno concepito come polo urbano da dedicare alla creatività.
“Opendream” si propone al pubblico come un nuovo rinascimento: 100.000 metri quadri che diventeranno
la singolare sede espositiva per un progetto artistico che vede Arte Laguna Prize portare i suoi artisti a
lavorare su temi forti del contemporaneo: il riuso, l’ecologia, il riciclo.
Un luogo carico di storia, un simbolo manifatturiero, un raro esempio di territorio e di archeologia
industriale rigenerati dalla potenza creativa dell’arte contemporanea.
Coadiuvati da Fabrice Hyber, gli artisti hanno esplorato anche il territorio circostante l’ex fabbrica e
rintracciato nei tanti materiali di recupero gli elementi in grado di creare quelle suggestioni artistiche e
quelle provocazioni intellettuali che hanno reso Hyber celebre in tutto il mondo.
Hyber, francese classe 1961, è presente da oltre vent'anni sulla scena artistica internazionale. Opera
costanti contaminazioni tra le discipline artistiche. Il suo lavoro parla sempre all’uomo del nostro tempo. Le
sue realizzazioni accendono la riflessione, portando alla luce i nostri cortocircuiti ideologici e
comportamentali. Proponendo spesso un altro punto di vista che sbilanci la stereotipia del nostro agire e
pensare. Negli spazi di “Opendream” Hyber lavora a un’opera site specific: “La vita è nascosta, bisogna solo
rivelarla” spiega Hyber, la cui installazione ambientale rintraccia le vie d’acqua ora invisibili, un tempo
elemento vitale per l’attività produttiva della fabbrica.
Sabato 21 settembre alle 18.30 verranno presentati al pubblico i 4 diversi percorsi espositivi che, tra loro,
condividono temi portanti come la memoria, la terra, l’acqua, la vita e la ceramica.
Brevemente: Federica De Carlo propone una suggestiva installazione che testimonia come l’artista abbia
indagato il territorio dal punto di vista antropologico ed etnologico, andando a ripescare la memoria orale
collettiva degli abitanti, quegli uomini che un tempo lavoravano tutti nell’ex fabbrica Pagnossin. Una scritta
in neon blu realizzata con la grafia di una bambina ci dice: “Vivo alla ceramica”. Questa era la frase che i
lavoratori dicevano quando qualcuno chiedeva loro dove abitassero, dove vivessero. Non vivevano a Quinto
di Treviso ma “alla ceramica”. Questa frase testimonia quanto fosse radicata la fabbrica, nella vita e nel
cuore delle persone.
Torna il blu nella grandiosa opera ambientale di Fabrice Hyber che invece, attraverso studi idro geologici, ci
propone una installazione: un percorso pavimentato lungo ben due chilometri. Una passerella realizzata
con vecchi scarti di ceramica che oscillano dal bianco al blu. Hyber ha indagato la natura del luogo: siamo
nelle vicinanze del Sile e la zona è ricca d’acqua come testimonia uno dei tre grandi pozzi ancora visibile.
Hyber ha rintracciato le altre due fonti risorgive, i due pozzi dimenticati e li ha collegati insieme
evidenziando così il contesto territoriale che circonda la ex fabbrica, immersa in quell’area verde confinante
con la ciclabile Ostiglia.
Anche Ivano Troisi lavora sull’acqua. La sua installazione sensoriale titola “Macchina per il riverbero” ed è
stata concepita per esser vissuta attraverso una delle grate del forno dove un tempo veniva cotta la
ceramica. Da quello spiraglio lo spettatore potrà sentire il riverbero dell’acqua creato artificialmente
dall’artista che con questa opera vuole sottolineare l’importanza del territorio, ricco di acqua che scorre
sotterraneamente. Troisi realizza inoltre un altro progetto “Memoria”: recupera vecchie scaffalature dove
colloca alcuni blocchi di porcellana recuperati in loco e da lui scolpiti.
Mentre Marina Óáz, artista legata fortemente all’archeologia industriale, punta al recupero della memoria
con una serie di lavori che hanno come protagonisti gli stampi dismessi in vetroresina che un tempo
venivano usati per creare stoviglie in porcellana negli ex stabilimenti industriali di Ceramiche Pagnossin. Il
suo percorso espositivo titola “Rinascita”.
Arte Laguna Prize vanta inoltre un recente significativo successo: “Abbiamo stretto un importantissimo
accordo con Mosca – racconta Laura Gallon, fondatrice di Arte Laguna – nel 2021 organizzeremo una
mostra portando al MMoMA di Mosca tutti i vincitori delle 15 edizioni. Un’occasione importante: di dialogo
e di crescita per gli artisti e un bel confronto internazionale per il premio che ormai è conosciuto in tutto il
mondo”.
Gli artisti sono stati selezionati da Flavio Arensi, curatore e già direttore museale; Valentino Catricalà,
curatore d'arte contemporanea - direttore sezione Arte Maker Faire - The European Edition; Martina
Cavallarin, critico d’arte, curatore e saggista. La scelta curatoriale si è orientata verso quegli artisti che
maggiormente testimoniano vicinanza ai grandi temi della rigenerazione urbana e architettonica e
attenzione alle connessioni tra storia e territorio.
21
settembre 2019
Inaugurazione Opendream
21 settembre 2019
inaugurazione
Location
OPENDREAM
Treviso, Via Noalese, 94
Treviso, Via Noalese, 94
Vernissage
21 Settembre 2019, h 18.30 Ingresso libero con registrazione obbligatoria su Eventbrite: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-residenze-artistiche-
opening-event-67732659207