Nella presentazione in catalogo il critico Vito Caiati scrive: “ è stata mai possibile intimità vera con il nostro ambiente, con le cose che ci circondano, con tutto quello che vi è più personale ed esclusivo nella esistenza di ciascuno? Quali sono le condizioni capaci di trasformare fittizie intimità quotidiane da luoghi di uno stanco e anoressico luogo comune in vivi e vitali termini di una dialettica in cui la soggettività sterilmente autoriflessiva degli uomini riconosca la soggettività estensiva negli oggetti e nelle cose, facendo così riaffiorare l’anima del mondo, dunque una calda e gratificante intimità.
Questa mostra coglie quella condizione di algida ed inconsapevole estraneità istoriata nelle immagini del quotidiano, in essi barlumi di anima si dileguano in assenza di una consapevole relazione tra le persone e le cose entrambi prigionieri di un mutismo intellettuale ed emotivo”.