Viene proposta la seconda parte del progetto INTRIGHI DI FILO, collettiva dedicata ad artiste che usano il ricamo e l'arte tessile come messo di comunicazione.
Ogni opera d’arte esce dalle mani dell’artista, il quale cerca un accordo perfetto tra il suo stato d’animo e la creazione che sta per compiere. Con la presentazione dell’opera al pubblico, il fruitore può comunicare la propria personalità ad essa, le proprie interpretazioni e persino il proprio sentire.
In questo dibattito apparentemente solo strumentale, che comunque determina indirettamente la qualità formale delle cinque artiste prescelte per questa mostra, la tecnica comune del ricamo o della tessitura si proietta come modulo espressivo tra i più antichi, che nell’attualità si libera da qualsiasi esigenza decorativa e di ricercata raffinatezza formale.
L’eccessiva cura di queste artiste, ritmata dal tempo lento dell’esecuzione dell’opera, segnala la volontà di rivivere una manualità tesa al ricordo, di recuperare azioni e gesti di una memoria collettiva, di far affiorare la singolarità del momento, vissuto non come proiezione o epifania, ma come dolce e interiore attimo del vivere tradotto in arte.