Sonorità orientali, atmosfere magiche ed intense suggestioni cromatiche sono al centro della mostra che il Museo del Presente di Rende (CS) ospita dal 21 dicembre 2007 all’8 gennaio 2008.

"Desert", una singolare mostra personale, a cura di Francesca Londino, presenta il recente lavoro dell'artista calabrese Ivana Russo. L’inaugurazione della mostra sarà accompagnata da una performance di improvvisazione tra danza e musica della danzatrice Francesca Marchese.



Così scrive Francesca Londino, critica e curatrice d’arte, nel testo critico che accompagna la mostra: “Ivana Russo utilizza come strumenti di lavoro la fotografia ed il computer con i quali crea un mondo estetico, in cui sogno e realtà si confrontano. Nella sua ultima installazione composta da sette grandi immagini retroilluminate, intitolata “Desert”, le curve di un corpo femminile in simbiosi con le flessuose dune di un deserto diventano oggetto di analisi e di indagine alla luce della sua percezione tecnologica. Con la luminosa creatività e l'innata ironia che la contraddistinguono, l'artista ci consegna immagini suggestive, sensuali, intriganti, ammalianti nella loro abbagliante immediatezza. I colori cangianti, palpabili, impulsivi ed ipnotici del deserto accentuano il senso di coinvolgimento e di fascinazione già insito in un corpo di donna avvolgente e conturbante come un candido rettile immerso in un tempo immobile.

L’opera dell'artista si presenta a noi come un turbinoso campo di forze, anzi, come l’alternarsi e l’intersecarsi di diversi campi di forze che confluiscono in ritmi languidi e solari, rivelando ciò che resta invisibile nel visibile.

Sospese in forme coreografiche, dall’intensità trattenuta in sfumature di colore sapientemente modulate, le immagini di un nudo femminile si modellano in un continuo divenire. Donna che diventa deserto, duna, serpente, colore, segno, ritmo, luce.

Esaltando forme e volumi, il colore si scioglie dolcemente in vibrazioni e in contrasti lirici, creando fantasticamente una realtà parallela, dalla forte percezione sensoriale. Il colore diventa così metafora della sfera emozionale e strumento di comunicazione con il mondo. L'installazione viene completata da un sottofondo musicale dal sapore orientale. Arte e musica si fondono in un intreccio di ritmi diversi pronti a librarsi e a volare per poi incastrarsi nuovamente in un lungo intrico senza tempo.

La fotografia e la musica sono due passioni sottili e travolgenti, Ivana Russo vi si immerge come in una danza liberatoria che si trasforma in una moderna catarsi, coinvolgendo magicamente lo spettatore con visioni e sonorità che rimangono intrise nell'animo”.