Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Jacopo Prina – Maps
Dal ripetersi di elementi urbani e di simboli del nostro tempo legati ai lavori precedenti, l’artista torna a creare una metafora del mondo intorno a noi, attraverso l’estrapolazione di frammenti della realtà per poi ricomporli sulla tela. La mostra raccoglie la più recente produzione dell’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Federico Bianchi Contemporary Art è lieta di presentare la terza personale in galleria di Jacopo Prina, Maps, che inaugurerà il giorno 4 aprile 2013 alle ore 18.00 in Via Imbonati 12 a Milano.
Dal ripetersi di elementi urbani e di simboli del nostro tempo legati ai lavori precedenti, l’artista torna a creare una metafora del mondo intorno a noi, attraverso l’estrapolazione di frammenti della realtà per poi ricomporli sulla tela. La domanda è sempre la stessa: “Dove siamo?”. La mostra Maps raccoglie la più recente produzione dell’artista, in cui si denota un approccio differente.
La ricerca di Jacopo Prina si evolve: nelle produzioni passate cattura oggetti e persone attraverso la macchina fotografica, come un alchimista che esegue esperimenti e ne presenta i risultati. Si tratta di una visione orizzontale annessa a ritratti e a singole forme come espressione del contenuto interiore. Le persone escono dallo schema sociale cui si riferiscono e sono trasportate in un’altra dimensione. Negli ultimi lavori la prospettiva dell’artista muta e diventa verticale: il riferimento a Google Maps permette una presa diretta della realtà come vista dal satellite, definendo i nostri percorsi e itinerari quotidiani. Gli spazi sono sintetizzati in linee e colori, e gli oggetti prima piccoli e poi grandi, ci indicano la strada da seguire.
Fin dall’infanzia trascorsa a Milano, l’artista viene in contatto con un’infinità di forme geometriche e di oggetti standardizzati: luoghi di passaggio, come la metropolitana, le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, ma anche di svago e di divertimento come i parchi giochi e i centri commerciali. Luoghi da utilizzare, non da vivere, in cui gli individui condividono in modo empatico la routine quotidiana. L’occhio è assuefatto e la mente piena di codici identitari che danno vita alla realtà contemporanea: le mappe non sono che metafora della nostra vita perennemente in transito.
Le mappe non offrono una risposta, ma diverse combinazioni. Le forme del vissuto quotidiano sono rovesciate sulla tela, senza dare importanza ad un oggetto piuttosto che ad un altro: è tutto sullo stesso piano. Il punto focale è l’ambiente, e le forme geometriche che si ripetono e si susseguono con dimensioni e ritmi diversi, sono le regole della società contemporanea. La sensazione di smarrimento è paragonabile all’apertura della mappa di una città sconosciuta. Ci troviamo di fronte alle identità morfologiche dei non luoghi.
I non luoghi sono ovunque intorno a noi: autostrade, stazioni, aeroporti, supermercati, grandi catene alberghiere, parcheggi e fiere. Si tratta di luoghi apparentemente anonimi, senz’anima, come contenitori di strutture omologate e ripetitive. Anche i numeri diventano geometrici: ogni tela sviluppa un’area apparentemente stereotipata, priva di riferimenti storici e culturali. E’ l’osservatore stesso a dare un’identità a ciascun luogo, riversando su di esso la propria esperienza e memoria. La contraddizione tra luoghi e non luoghi vive nei lavori di Jacopo Prina; sono stimolo per cercare noi stessi e dare risposte alle nostre domande.
Come denuncia l’artista stesso: “L'occhio dell'osservatore rimane spaesato di fronte a queste grandi mappe, sospeso da una forma ad un’altra. La ricerca di una risposta rimane una consapevole utopia”.
Dal ripetersi di elementi urbani e di simboli del nostro tempo legati ai lavori precedenti, l’artista torna a creare una metafora del mondo intorno a noi, attraverso l’estrapolazione di frammenti della realtà per poi ricomporli sulla tela. La domanda è sempre la stessa: “Dove siamo?”. La mostra Maps raccoglie la più recente produzione dell’artista, in cui si denota un approccio differente.
La ricerca di Jacopo Prina si evolve: nelle produzioni passate cattura oggetti e persone attraverso la macchina fotografica, come un alchimista che esegue esperimenti e ne presenta i risultati. Si tratta di una visione orizzontale annessa a ritratti e a singole forme come espressione del contenuto interiore. Le persone escono dallo schema sociale cui si riferiscono e sono trasportate in un’altra dimensione. Negli ultimi lavori la prospettiva dell’artista muta e diventa verticale: il riferimento a Google Maps permette una presa diretta della realtà come vista dal satellite, definendo i nostri percorsi e itinerari quotidiani. Gli spazi sono sintetizzati in linee e colori, e gli oggetti prima piccoli e poi grandi, ci indicano la strada da seguire.
Fin dall’infanzia trascorsa a Milano, l’artista viene in contatto con un’infinità di forme geometriche e di oggetti standardizzati: luoghi di passaggio, come la metropolitana, le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, ma anche di svago e di divertimento come i parchi giochi e i centri commerciali. Luoghi da utilizzare, non da vivere, in cui gli individui condividono in modo empatico la routine quotidiana. L’occhio è assuefatto e la mente piena di codici identitari che danno vita alla realtà contemporanea: le mappe non sono che metafora della nostra vita perennemente in transito.
Le mappe non offrono una risposta, ma diverse combinazioni. Le forme del vissuto quotidiano sono rovesciate sulla tela, senza dare importanza ad un oggetto piuttosto che ad un altro: è tutto sullo stesso piano. Il punto focale è l’ambiente, e le forme geometriche che si ripetono e si susseguono con dimensioni e ritmi diversi, sono le regole della società contemporanea. La sensazione di smarrimento è paragonabile all’apertura della mappa di una città sconosciuta. Ci troviamo di fronte alle identità morfologiche dei non luoghi.
I non luoghi sono ovunque intorno a noi: autostrade, stazioni, aeroporti, supermercati, grandi catene alberghiere, parcheggi e fiere. Si tratta di luoghi apparentemente anonimi, senz’anima, come contenitori di strutture omologate e ripetitive. Anche i numeri diventano geometrici: ogni tela sviluppa un’area apparentemente stereotipata, priva di riferimenti storici e culturali. E’ l’osservatore stesso a dare un’identità a ciascun luogo, riversando su di esso la propria esperienza e memoria. La contraddizione tra luoghi e non luoghi vive nei lavori di Jacopo Prina; sono stimolo per cercare noi stessi e dare risposte alle nostre domande.
Come denuncia l’artista stesso: “L'occhio dell'osservatore rimane spaesato di fronte a queste grandi mappe, sospeso da una forma ad un’altra. La ricerca di una risposta rimane una consapevole utopia”.
04
aprile 2013
Jacopo Prina – Maps
Dal 04 aprile al 30 maggio 2013
arte contemporanea
Location
FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART
Milano, Via Carlo Imbonati, 12, (Milano)
Milano, Via Carlo Imbonati, 12, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19, sabato su appuntamento
Vernissage
4 Aprile 2013, ore 18.30
Autore
Curatore