La Personale di Jakob De Chirico elabora messe in scena complesse, graffianti e dissacranti, presenta montaggi reali e digitali animati da uno spirito dadaista e patafisico, da un’ironia che colpisce il potere e i suoi simulacri, stereotipi e simboli. L’artista si serve infatti di molti strumenti elaborati dalle avanguardie per ritrovare il loro originario spirito di sfida antiborghese, il gusto reale della provocazione, la volontà di rottura di schemi e tradizioni, per rinnovare dunque la linea maestra della protesta e dell’anticonformismo. In questa tradizione De Chirico si colloca infatti con sicurezza attraverso installazioni e performance nella linea dell’Azionismo Viennese e di Fluxus, a cui è legato per affinità culturali e per la conoscenza diretta di molti loro protagonisti.
Con una beffarda e tagliente costanza di azione esistenziale e di impegno, De Chirico costruisce dunque installazioni tattili, parafrasa apparati liturgici, sconvolge iconografie sacre e ricompone il suo personale teatro satirico, attraverso immagini e azioni scandalose in una posizione politica che rende più densa la sua ironia evitando il pericolo della superficialità e della boutade gratuita, trasformandosi invece in un’occasione complessa di riflessione. La dissacrazione di De Chirico diviene allora uno strumento raffinato per affrontare problemi e dialettiche del mondo contemporaneo, per scardinare situazioni e pregiudizi, per scendere al cuore delle cose e delle questioni attraverso l’arma affilata dell’umorismo che penetra l’opacità per reale per scoprire la verità del suo volto segreto.