La mostra è costituita da opere su carta la cui realizzazione abbraccia la decade 1996-2006.
Sono pastelli ad olio neri che lasciano sulla carta un segno di consistenza grassa, bituminosa tale da poter essere facilmente scambiati per catrami. È un ripercorere su carta il cammino artistico di Kounellis. Infatti nelle opere più grandi risalta nitido il profilo del sacchi, negli altri la traccia è quello della sezione dei tronchi, oppure inconfondibile è quella dei muri o delle macchine da cucire. Niente è concesso alla piacevolezza dello sguardo mentre ci si può interrogare sul significato di quello scorrere furente e nervoso della mano sul foglio di carta. Il nero mortale contro l’allegria dei colori; Kounellis mira dritto al nocciolo del problema, al tema sul quale oggi possono arrovellarsi solo i Grandi: riuscire a rappresentare l’arte nel suo momento creativo, allo stato nascente di idea, di ispirazione senza appesantirla degli orpelli della bella ed appetibile rappresentazione e quindi solamente con l’uso di materiali poveri che la natura offre al nostro sguardo. Questa è stata la scommessa del movimento dell’Arte Povera, ma a vincerla (quasi) è stata il solo Kounellis.