Jen DeNike (USA 1971) giovane fotografa e video-artista new yorkese, si è fatta notare dal grande pubblico dell’arte contemporanea internazionale con il suo video “Wrestling” presente alla edizione 2005 di “Greater New York”.
E’ da registrare il recente acquisto di due video dell’artista compiuto dal MoMA di New York .

“Vampire Portraits” è la prima mostra in assoluto che l’artista realizza in Europa e la galleria 404 arte contemporanea di Napoli è lieta di ospitare nei sui spazi un video ed otto foto a colori di dimensioni medio-grandi (i formati sono due: cm 75 x cm 100 e cm 100 x cm 150) che sono state selezionate da questo suo recente ciclo di lavori.

I “Vampire Portraits” rappresentano giovani adolescenti che fingendosi morsi da un vampiro giacciono esanimi nei luoghi più diversi: in giardino, sul letto, davanti al frigo appena aperto etc… Segno della loro fine, due buchetti su un lato del collo, marchio che i tanti film su Dracula il vampiro ci hanno fatto riconoscere come inconfondibile.

In queste sue opere l’ironia della DeNike gioca su due livelli, il primo la coinvolge personalmente in quanto fotografa.
I luoghi comuni su questo lavoro sono molteplici: vedi ad esempio il racconto riguardante indigeni africani che posti di fronte alla macchina fotografica non volevano farsi ritrarre perché “la foto rubava l’anima”. Aneddoto questo che confermerebbe l’idea dell’artista americana del fotografo come vampiro, che similmente al secondo si pone in attesa pronto a cogliere l’attimo giusto per compiere il suo “agguato”.
Ed ecco spiegarsi anche il perché in queste foto, i modelli della DeNike sono spesso raffigurati come colti di sorpresa (vedi per esempio le foto:“BMX boys”o “Thomas” ).

Dall’altro lato invece l’artista guarda con occhi altrettanto amari ed ironici, i tipici adolescenti dell’ultima generazione americana.
Belli, alti, in ottima salute ma privi di vitalità, privi di ideali positivi.
Tanti Big Jim e Barbie che affollano gli shopping malls in cerca dell’ultimo gadget da acquistare.
Una generazione che ricerca il bello inteso come superficie, non come qualità morale; non è un caso infatti che negli USA il numero di adolescenti che per la festa del loro 17 esimo compleanno chiedono ai genitori la prima operazione di chirurgia plastica, sia in costante crescita.