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Jeung Boung-Ki – Per 100 milioni di fiori….
Il sacro amore per il marmo spinge Boung-Ki a sfruttarne anche la bruna corteccia, sedimentata dai secoli e lasciata intatta dopo i tagli che i cavatori hanno inferto ai monumentali blocchi
Comunicato stampa
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Chi sei tu...
che hai visitato il mio cuore profondo...
e senza fare nessun rumore, l'hai acceso...
(canzone coreana)
Jeung Boung-Ki dedica i versi di questa canzone coreana al suo grande e appassionato amore: il marmo.
“...chi si accosta alla scultura di Boung Ki deve farlo con attenzione e passione purissima, ...” questo scrive Pergiorgio Balocchi, professore di scultura dell’Accademia di Carrara a proposito di questo prodigioso scultore che con la raffinatezza, l’eleganza e la delicatezza che contraddistingue gli artisti coreani e orientali, fa sbocciare fiori dal duro e gelido marmo. Opere originalissime nella loro essenzialità, esili nella loro robustezza, semplici nella loro unicità.
Il sacro amore per il marmo spinge Boung-Ki a sfruttarne anche la bruna corteccia, sedimentata dai secoli e lasciata intatta dopo i tagli che i cavatori hanno inferto ai monumentali blocchi. I pezzi scartati dalla lavorazione delle macchine industriali lasciano sul terreno rimanenze di preziosa materia che l’abilità tecnica e la sensibilità d’animo di Jeung Boung-ki trasformano in vibranti fiori di loto dal generoso bulbo, forme ricercate in cui si fondono armoniosamente razionalità e casualità, ricercatezza stilistica con superfici grezze. La mano dell’uomo e la mano della natura si confrontano in un dialogo delicato e gentile. La natura che scolpisce la materia e lascia le sue tracce su croste segnate dal tempo, dallo scorrere delle acque e dalla furia del vento emerge qui nelle opere realizzate dalla felice mano di Boung-Ki, il quale, intelligentemente, non imita ma inventa, non ripete ma allude. In questo suo procedere nella difficile arte della scultura sta la genialità del nostro artista, capace di trovare un linguaggio nuovo e personale in un campo artistico in cui appare ardua impresa esprimersi con una nuova e propria originalità.
che hai visitato il mio cuore profondo...
e senza fare nessun rumore, l'hai acceso...
(canzone coreana)
Jeung Boung-Ki dedica i versi di questa canzone coreana al suo grande e appassionato amore: il marmo.
“...chi si accosta alla scultura di Boung Ki deve farlo con attenzione e passione purissima, ...” questo scrive Pergiorgio Balocchi, professore di scultura dell’Accademia di Carrara a proposito di questo prodigioso scultore che con la raffinatezza, l’eleganza e la delicatezza che contraddistingue gli artisti coreani e orientali, fa sbocciare fiori dal duro e gelido marmo. Opere originalissime nella loro essenzialità, esili nella loro robustezza, semplici nella loro unicità.
Il sacro amore per il marmo spinge Boung-Ki a sfruttarne anche la bruna corteccia, sedimentata dai secoli e lasciata intatta dopo i tagli che i cavatori hanno inferto ai monumentali blocchi. I pezzi scartati dalla lavorazione delle macchine industriali lasciano sul terreno rimanenze di preziosa materia che l’abilità tecnica e la sensibilità d’animo di Jeung Boung-ki trasformano in vibranti fiori di loto dal generoso bulbo, forme ricercate in cui si fondono armoniosamente razionalità e casualità, ricercatezza stilistica con superfici grezze. La mano dell’uomo e la mano della natura si confrontano in un dialogo delicato e gentile. La natura che scolpisce la materia e lascia le sue tracce su croste segnate dal tempo, dallo scorrere delle acque e dalla furia del vento emerge qui nelle opere realizzate dalla felice mano di Boung-Ki, il quale, intelligentemente, non imita ma inventa, non ripete ma allude. In questo suo procedere nella difficile arte della scultura sta la genialità del nostro artista, capace di trovare un linguaggio nuovo e personale in un campo artistico in cui appare ardua impresa esprimersi con una nuova e propria originalità.
05
gennaio 2008
Jeung Boung-Ki – Per 100 milioni di fiori….
Dal 05 al 20 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
FYR VIA DELL’ACQUA
Firenze, Via Dell'acqua, 15R, (Firenze)
Firenze, Via Dell'acqua, 15R, (Firenze)
Orario di apertura
16 - 19.30 (chiuso lunedì)
Vernissage
5 Gennaio 2008, ore 18
Autore