La mostra è il risultato di recenti perlustrazioni dell’artista francofortese nei territori del disegno, ”riscoperto” e riassaporato dopo una attività più che ventennale nel campo della scultura e delle installazioni di matrice concettuale. Riallacciandosi a una pratica che proprio in Germania vanta una illustre e secolare tradizione, quella dei “disegni di viaggio” (Reiseskizzen) realizzati dagli artisti durante il Grand Tour nelle città italiane, Fischer ha inteso documentare una serie di recenti viaggi di studio e di lavoro compiuti in Uruguay, Germania, Francia e Italia riversando le proprie impressioni-notazioni-osservazioni su fogli di diversa e talora smisurata grandezza. Come gli artisti-viaggiatori del XVIII secolo anche Fischer concepisce infatti il disegno come un’attività eminentemente conoscitiva finalizzata a indagare e a riconoscere l’anima dei luoghi, una scrittura prensile, una lingua di fedeli affezioni con cui perimetrare e archiviare nella memoria panorami e skyline, anse di fiumi e nuvole passeggere, ombre ed impronte, pesci e foreste. Al tema delle ombre, tra i più intriganti e sfuggenti nella storia non solo della veduta ma della stessa visione, è dedicato un nutrito e suggestivo nucleo di disegni (Schattenbildern) che documentano un recente soggiorno dell’artista sulle rive del Lago d’Iseo. Intrecciando la sensibilità del pittore per i valori della luce con quella del land-artista per le geometrie degli spazi -quasi un paesaggista ottocentesco folgorato dalla Spiral Jetty di Robert Smithson-, Fischer sostituisce il tradizionale sketch-book (il taccuino da disegno) dell’artista-viaggiatore con rotoli di fogli che in qualche caso stende al suolo aggregandoli nella logica compositiva del puzzle. Il risultato è quello di una mimesi pressoché integrale, di immagini doppiamente evocative perché valorizzate sia dal fluire della scrittura, declinata nei toni evocativi dei pastelli e dei carboncini, sia dall’eccentricità del punto di vista che obbliga l’osservatore a una visione dall’alto. Tali presupposti trovano una spettacolare conferma nell’installazione site-specific realizzata per l’occasione nella monumentale cisterna medievale dell’ex Ateneo a Bergamo Alta, sul pavimento della quale l’artista ha “sdraiato” un imponente floor-drawing lungo dodici metri ispirato al tema dell’acqua, motivo tra i più fortunati nella pittura di paesaggio nonché oggetto di recenti sperimentazioni dello stesso Fischer sulle rive del Lago Maggiore.
Il titolo della mostra ALTO/BASSO allude alla doppia localizzazione dei lavori: presso la Galeria OLIM in via Pignolo, nella Cisterna dell’ex-Ateneo in Piazza Giuliani a Bergamo Alta. Enrico De Pascale