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John Smith – Films in Sheep’ s Clothing
Prima mostra personale in Italia di John Smith, che riunisce alcuni lavori fondamentali del video artista inglese
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ALMA ZEVI è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di John Smith dal titolo Films in Sheep’ s
Clothing, che riunisce alcuni lavori fondamentali del video artista inglese dagli anni ‘70 ad oggi. John Smith è
considerato uno dei più infuenti video artisti viventi.
La mostra Films in Sheep’s Clothing presenta 4 flm fondamentali che introducono agli ultimi 40 anni di produzione
dell’artista - Steve Hates Fish (5 min, 2015), Dad’s Stick (5 min, 2012), Om (4 min, 1986) e The Girl Chewing Gum (12 min, 1976),
riconosciuto come uno dei più importanti flm d’avanguardia del Ventesimo secolo. La complessa opera di Smith attinge sia
dall’Arte Concettuale sia dal Cinema Strutturale e tali infuenze confuiscono nel suo profondo interesse per la narrativa e
la parola.
Dal punto di vista formalista, il vocabolario di Smith è bello ma non lezioso, sobrio ma con uno spiccato uso dei colori. In
questa mostra, la sua sensibilità nell’uso del colore è particolarmente evidente in Dad’s Stick (2012), dove su un bastone
di legno compaiono strati di colori di tonalità diferenti; al contempo il colore defnisce l’identità del ‘padre’ nella narrativa.
Questo bastone, solo uno degli innumerevoli oggetti da cui Smith è artisticamente ossessionato, costituisce anche un
esempio del ricorso a un simbolismo ambiguo che mette in evidenza una vena nascosta di emozioni velate.
In precario equilibrio tra documentario e fnzione cinematografca, i flm dell’artista pur essendo essenzialmente flm
dell’assurdo instaurano una comunicazione diretta. Infatti, la flosofa dell’Assurdo e la sua passione per il linguaggio
dissociato si uniscono in modo accurato ed esilarante in Steve Hates Fish (2015) che usa un’applicazione di traduzione
digitale per ricostruire, o letteralmente riscrivere un panorama urbano familiare. Il lavoro di Smith è eclettico,
sorprendente e talvolta perfno sconcertante. Tutto ciò sovverte sapientemente i soggetti o le storie apparentemente
semplici rappresentate.
Un capolavoro di illusione, il lavoro di Smith è costruito in maniera rigorosa pur essendo molto personale e anche
spontaneo. Il ‘collante’ tra questi due aspetti contrastanti è la presenza dello spettatore: in molti lavori il pubblico è un
elemento fondamentale nella narrativa, in particolare nel ‘momento della rivelazione’, quando l’epilogo smonta le ipotesi
indotte nello spettatore dal mezzo cinematografco. Il suo approccio all’apparenza giocoso si distingue per l’umorismo
tagliente: humor nero, secco che potrebbe essere descritto come tipicamente British. Questo humor si mischia con le sue
osservazioni estremamente precise che frequentemente alterano la nostra lettura di oggetti e luoghi ordinari. Questo
approccio opera su livelli diversi: come una critica delle ‘regole’ del cinema; come una sicura posizione concettuale nel
panorama artistico contemporaneo e del XX secolo; e, intrinsecamente, come un punto di accesso per consentirci di
rivalutare la nostra percezione e comunicazione con ciò che ci circonda da vicino.
-
Nato a Walthamstow, Inghilterra nel 1952, John Smith vive e lavora a Londra. Studia al the Royal College of Art. Dal 1972, ha
prodotto oltre 50 flm, video e installazioni. Nel 2013 è stato insignito del Premio Film London’s Jarman Award. Il suo lavoro
è presente in grandi collezioni come: Tate Gallery; Arts Council England; FRAC Ile de France, Paris; e
Kunstmuseum Magdeburg. Esposizioni recenti: Kate MacGarry, London (2016); Museum of Contemporary Art, Leipzig
(2015); La Galerie, Noisy-le-Sec, Paris (2014); Tanya Leighton Gallery, Berlin (2017, 2013, 2012 e 2010); Kestnergesellschaft,
Hannover (2012); Turner Contemporary, Margate (2012); Weserburg Museum of Contemporary Art, Bremen
(2012); e Uppsala Art Museum (2011). Un’ importante retrospettiva ha avuto luogo nel 2010 al the Royal College of Art
Galleries di Londra
Clothing, che riunisce alcuni lavori fondamentali del video artista inglese dagli anni ‘70 ad oggi. John Smith è
considerato uno dei più infuenti video artisti viventi.
La mostra Films in Sheep’s Clothing presenta 4 flm fondamentali che introducono agli ultimi 40 anni di produzione
dell’artista - Steve Hates Fish (5 min, 2015), Dad’s Stick (5 min, 2012), Om (4 min, 1986) e The Girl Chewing Gum (12 min, 1976),
riconosciuto come uno dei più importanti flm d’avanguardia del Ventesimo secolo. La complessa opera di Smith attinge sia
dall’Arte Concettuale sia dal Cinema Strutturale e tali infuenze confuiscono nel suo profondo interesse per la narrativa e
la parola.
Dal punto di vista formalista, il vocabolario di Smith è bello ma non lezioso, sobrio ma con uno spiccato uso dei colori. In
questa mostra, la sua sensibilità nell’uso del colore è particolarmente evidente in Dad’s Stick (2012), dove su un bastone
di legno compaiono strati di colori di tonalità diferenti; al contempo il colore defnisce l’identità del ‘padre’ nella narrativa.
Questo bastone, solo uno degli innumerevoli oggetti da cui Smith è artisticamente ossessionato, costituisce anche un
esempio del ricorso a un simbolismo ambiguo che mette in evidenza una vena nascosta di emozioni velate.
In precario equilibrio tra documentario e fnzione cinematografca, i flm dell’artista pur essendo essenzialmente flm
dell’assurdo instaurano una comunicazione diretta. Infatti, la flosofa dell’Assurdo e la sua passione per il linguaggio
dissociato si uniscono in modo accurato ed esilarante in Steve Hates Fish (2015) che usa un’applicazione di traduzione
digitale per ricostruire, o letteralmente riscrivere un panorama urbano familiare. Il lavoro di Smith è eclettico,
sorprendente e talvolta perfno sconcertante. Tutto ciò sovverte sapientemente i soggetti o le storie apparentemente
semplici rappresentate.
Un capolavoro di illusione, il lavoro di Smith è costruito in maniera rigorosa pur essendo molto personale e anche
spontaneo. Il ‘collante’ tra questi due aspetti contrastanti è la presenza dello spettatore: in molti lavori il pubblico è un
elemento fondamentale nella narrativa, in particolare nel ‘momento della rivelazione’, quando l’epilogo smonta le ipotesi
indotte nello spettatore dal mezzo cinematografco. Il suo approccio all’apparenza giocoso si distingue per l’umorismo
tagliente: humor nero, secco che potrebbe essere descritto come tipicamente British. Questo humor si mischia con le sue
osservazioni estremamente precise che frequentemente alterano la nostra lettura di oggetti e luoghi ordinari. Questo
approccio opera su livelli diversi: come una critica delle ‘regole’ del cinema; come una sicura posizione concettuale nel
panorama artistico contemporaneo e del XX secolo; e, intrinsecamente, come un punto di accesso per consentirci di
rivalutare la nostra percezione e comunicazione con ciò che ci circonda da vicino.
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Nato a Walthamstow, Inghilterra nel 1952, John Smith vive e lavora a Londra. Studia al the Royal College of Art. Dal 1972, ha
prodotto oltre 50 flm, video e installazioni. Nel 2013 è stato insignito del Premio Film London’s Jarman Award. Il suo lavoro
è presente in grandi collezioni come: Tate Gallery; Arts Council England; FRAC Ile de France, Paris; e
Kunstmuseum Magdeburg. Esposizioni recenti: Kate MacGarry, London (2016); Museum of Contemporary Art, Leipzig
(2015); La Galerie, Noisy-le-Sec, Paris (2014); Tanya Leighton Gallery, Berlin (2017, 2013, 2012 e 2010); Kestnergesellschaft,
Hannover (2012); Turner Contemporary, Margate (2012); Weserburg Museum of Contemporary Art, Bremen
(2012); e Uppsala Art Museum (2011). Un’ importante retrospettiva ha avuto luogo nel 2010 al the Royal College of Art
Galleries di Londra
10
maggio 2017
John Smith – Films in Sheep’ s Clothing
Dal 10 maggio al 22 luglio 2017
arte contemporanea
Location
ALMA ZEVI
Venezia, San Marco, 3357, (Venezia)
Venezia, San Marco, 3357, (Venezia)
Orario di apertura
10:00 - 19:00
Closed on Sundays
Vernissage
10 Maggio 2017, ore 18 su invito
Autore