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José Ortiz Echagüe – Comadres. Segni di Spagna in Sardegna
circa settanta immagini fotografiche di José Ortiz Echagüe, datate agli anni Trenta
Comunicato stampa
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Alla presenza del Sindaco di Cagliari Emilio Floris, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari Giorgio Pellegrini, del Direttore dell’Istituto Cervantes di Roma Luis Javier Ruiz Sierra e di Asunciòn Domeño Martinez De Morentin docente presso l’Università di Navarra, sarà inaugurata, sabato 16 aprile alle ore 18 nel Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Lazzaretto, a Cagliari, la mostra Comadres, segni di Spagna in Sardegna che presenta circa settanta immagini fotografiche di José Ortiz Echagüe, datate agli anni Trenta.
L’esposizione, visitabile fino al prossimo 31 maggio, rappresenta uno dei momenti centrali dell’offerta predisposta dall’Assessorato alla Cultura per il 2005 in città e si inserisce a pieno titolo nell’ambito delle manifestazioni che in tutto il mondo celebrano i quattrocento anni della prima edizione del Don Quijote, il capolavoro di Miguel De Cervantes, stampato nel 1605 a Barcellona.
Le immagini esposte nelle belle sale del Lazzaretto di Sant’Elia sono di grande potenza espressiva e illustrano in modo inequivocabile gli strettissimi legami culturali che uniscono storicamente Spagna e Sardegna, legami visti attraverso le variegate e bellissime tipologie degli abiti tradizionali.
Uno sguardo fotografico nei primi decenni del Novecento cui la mostra ha voluto affiancare altre visioni che pongono l’accento sul confronto tra l’eredità della tradizione e le nuove forme dell’innovazione: gli abiti di Luciano Bonino le tessiture di Piero Zedde, e lo splendido cortometraggio del regista Francesco Casu, dove arte, moda e artigianato si incrociano con risultati semplicemente sorprendenti.
Costituisce un utile ed interessante compendio alla mostra una esaustiva esposizione di libri sardi riferiti al periodo spagnolo in Sardegna curata dalla Libreria Fozzi.
A cura della sezione didattica del Consorzio Camù e rivolto agli studenti delle scuole elementari e medie inferiori sarà infine attivato un laboratorio creativo dal titolo "Giocare con la moda sardo-spagnola.
Dall’osservazione diretta dei modelli presenti, si gioca ad inventare con carte colorate e fiorite gli abiti di tanti nobili e nobildonne, popolani e contadine d’epoca. S'impara a tagliare, piegare e creare il costume più originale combinando gli elementi folcloristici sardo-spagnoli.
La mostra è sponsorizzata dalle Cantine di Dolianova che così rinnovano il rapporto diretto con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari ed in particolare con il Centro Comunale d’Arte Il Lazzaretto cui ha già legato il proprio nome in occasione di numerosi eventi culturali.
DALL’INTRODUZIONE AL CATALOGO
(a cura di Giorgio Pellegrini)
Era il mese di settembre del 1573, quando arrivò a Cagliari – allora Cáller – Miguel de Cervantes Saavedra, veterano di Lepanto e soldato dell’Armada di Giovanni d’Austria che, in rotta per l’assedio di Tunisi, sostava “reunida en el dulce seno azul entre montañas de fosco verde” della Capitale di Cerdeña. Già da oltre due secoli l’isola era un Regno spagnolo e tale sarebbe rimasta per altri due, sino al 1720. Quattrocento anni di dominazione ispanica che hanno impresso un segno incancellabile in questa nostra terra. E pure la Spagna, nonostante la traccia profonda che vi ha lasciato, pare oggi essersi dimenticata della sua antica isola mediterranea.
Dalle forme del gotico catalano al barroco colonial in architettura, sino al gusto e agli ingredienti della cucina locale, dalla statuaria sacra alle pittoresche contaminazioni linguistiche, questo segno di Spagna si incide in un arco amplissimo di ambiti differenti, tra i quali occupa una sua speciale posizione, tanto importante quanto ignorata, il nostro abbigliamento tradizionale. Quasi ogni paese di Sardegna vanta il suo costume: questo ingenera una varietà di tipologie che stordisce, impossibile da riscontrare in altre parti d’Italia. E’ in Spagna infatti, che questo fenomeno affonda le sue radici.
Bene lo aveva capito il pittore Antonio Ortiz Echagüe, nei suoi viaggi in Sardegna ai primi del secolo venti, a inseguire forme e colori di un primitivismo così vicino a quello della sua terra. Lo stesso primitivo tradizionale che toccherà invece al fratello fotografo, José Ortiz Echagüe, fissare nelle tavole di un suo stupendo album del 1933 – España. Tipos y Trajes – che presenta i possibili archetipi iberici di molti costumi sardi.
Ebbene, vogliamo che oggi Cervantes ritorni a Cagliari e in Sardegna, vorremmo che la Spagna di oggi riscoprisse questa sua dimenticata comadre mediterranea, come una vicina e amica con cui si ha più confidenza, più storia da condividere, che con altre. E per cominciare: questa mostra: Comadres. Settanta immagini fotografiche di José Ortiz Echagüe, datate agli anni trenta, dove potrà misurarsi, con la nuda forza delle immagini, l’importanza del retaggio ispanico entro lo scenario del nostro abbigliamento tradizionale.
L’esposizione, visitabile fino al prossimo 31 maggio, rappresenta uno dei momenti centrali dell’offerta predisposta dall’Assessorato alla Cultura per il 2005 in città e si inserisce a pieno titolo nell’ambito delle manifestazioni che in tutto il mondo celebrano i quattrocento anni della prima edizione del Don Quijote, il capolavoro di Miguel De Cervantes, stampato nel 1605 a Barcellona.
Le immagini esposte nelle belle sale del Lazzaretto di Sant’Elia sono di grande potenza espressiva e illustrano in modo inequivocabile gli strettissimi legami culturali che uniscono storicamente Spagna e Sardegna, legami visti attraverso le variegate e bellissime tipologie degli abiti tradizionali.
Uno sguardo fotografico nei primi decenni del Novecento cui la mostra ha voluto affiancare altre visioni che pongono l’accento sul confronto tra l’eredità della tradizione e le nuove forme dell’innovazione: gli abiti di Luciano Bonino le tessiture di Piero Zedde, e lo splendido cortometraggio del regista Francesco Casu, dove arte, moda e artigianato si incrociano con risultati semplicemente sorprendenti.
Costituisce un utile ed interessante compendio alla mostra una esaustiva esposizione di libri sardi riferiti al periodo spagnolo in Sardegna curata dalla Libreria Fozzi.
A cura della sezione didattica del Consorzio Camù e rivolto agli studenti delle scuole elementari e medie inferiori sarà infine attivato un laboratorio creativo dal titolo "Giocare con la moda sardo-spagnola.
Dall’osservazione diretta dei modelli presenti, si gioca ad inventare con carte colorate e fiorite gli abiti di tanti nobili e nobildonne, popolani e contadine d’epoca. S'impara a tagliare, piegare e creare il costume più originale combinando gli elementi folcloristici sardo-spagnoli.
La mostra è sponsorizzata dalle Cantine di Dolianova che così rinnovano il rapporto diretto con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari ed in particolare con il Centro Comunale d’Arte Il Lazzaretto cui ha già legato il proprio nome in occasione di numerosi eventi culturali.
DALL’INTRODUZIONE AL CATALOGO
(a cura di Giorgio Pellegrini)
Era il mese di settembre del 1573, quando arrivò a Cagliari – allora Cáller – Miguel de Cervantes Saavedra, veterano di Lepanto e soldato dell’Armada di Giovanni d’Austria che, in rotta per l’assedio di Tunisi, sostava “reunida en el dulce seno azul entre montañas de fosco verde” della Capitale di Cerdeña. Già da oltre due secoli l’isola era un Regno spagnolo e tale sarebbe rimasta per altri due, sino al 1720. Quattrocento anni di dominazione ispanica che hanno impresso un segno incancellabile in questa nostra terra. E pure la Spagna, nonostante la traccia profonda che vi ha lasciato, pare oggi essersi dimenticata della sua antica isola mediterranea.
Dalle forme del gotico catalano al barroco colonial in architettura, sino al gusto e agli ingredienti della cucina locale, dalla statuaria sacra alle pittoresche contaminazioni linguistiche, questo segno di Spagna si incide in un arco amplissimo di ambiti differenti, tra i quali occupa una sua speciale posizione, tanto importante quanto ignorata, il nostro abbigliamento tradizionale. Quasi ogni paese di Sardegna vanta il suo costume: questo ingenera una varietà di tipologie che stordisce, impossibile da riscontrare in altre parti d’Italia. E’ in Spagna infatti, che questo fenomeno affonda le sue radici.
Bene lo aveva capito il pittore Antonio Ortiz Echagüe, nei suoi viaggi in Sardegna ai primi del secolo venti, a inseguire forme e colori di un primitivismo così vicino a quello della sua terra. Lo stesso primitivo tradizionale che toccherà invece al fratello fotografo, José Ortiz Echagüe, fissare nelle tavole di un suo stupendo album del 1933 – España. Tipos y Trajes – che presenta i possibili archetipi iberici di molti costumi sardi.
Ebbene, vogliamo che oggi Cervantes ritorni a Cagliari e in Sardegna, vorremmo che la Spagna di oggi riscoprisse questa sua dimenticata comadre mediterranea, come una vicina e amica con cui si ha più confidenza, più storia da condividere, che con altre. E per cominciare: questa mostra: Comadres. Settanta immagini fotografiche di José Ortiz Echagüe, datate agli anni trenta, dove potrà misurarsi, con la nuda forza delle immagini, l’importanza del retaggio ispanico entro lo scenario del nostro abbigliamento tradizionale.
16
aprile 2005
José Ortiz Echagüe – Comadres. Segni di Spagna in Sardegna
Dal 16 aprile al 31 agosto 2005
fotografia
Location
CENTRO COMUNALE D’ARTE E CULTURA LAZZARETTO DI SANT’ELIA
Cagliari, Via Dei Navigatori, (Cagliari)
Cagliari, Via Dei Navigatori, (Cagliari)
Biglietti
intero € 3.00, ridotto € 2.00, ridotto scuole € 1.00, UNICO € 8.00
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20; chiuso il lunedì
Vernissage
16 Aprile 2005, ore 18
Autore