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Katalin Rényi – 21 grammi
Al Piano Nobile del Palazzo Falconieri la mostra di Katalin Rényi, grafica/pittrice ungherese premio Munkácsy Mihány.
Comunicato stampa
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Venerdì 3 maggio p.v. alle ore 19.00 presso il Piano Nobile del Palazzo Falconieri (Via Giuli, 1) quale sede prestigiosa dell’Accademia d’Ungheria in Roma, si terrà l’inaugurazione della mostra “21 grammi” di Katalin Rényi, grafica/pittrice ungherese premio Munkácsy Mihány.
Secondo la concezione cristiana, dopo la morte, l'anima si separa dal corpo: lo lascia e vola via, come un uccello che abbandona la sua gabbia. L'anima di una persona devota desidera tale ascesa ancora prima, mentre è ancora viva: "Come la cerva ansima dopo i torrenti d'acqua, così ansiosa l'anima mia dopo di te, o Dio". (Salmo 42) Ma non tutte le anime si dirigono verso il Signore: l'Arcangelo Michele pesa le anime dei morti sulla sua bilancia di giudizio, ei dannati verranno rinviati all'Inferno.
All'alba del XX secolo, una delle premesse della visione del mondo pre-einsteiniana era che tutte le cose esistenti possedevano necessariamente determinati parametri fisici misurabili. Questo fu probabilmente ciò che spinse il medico americano Duncan MacDougall a tentare di misurare il peso dell'anima, mentre lascia il corpo. Mise i suoi pazienti terminali su una bilancia speciale, che, immediatamente dopo il momento della morte, mostrò una differenza di peso. Nel suo studio, pubblicato nel 1907, specificò questo cambiamento di peso come una perdita di 21 grammi, che, nella sua interpretazione, equivaleva al peso dell'anima, quando lascia il corpo.
Tale risultato venne poi riproposto nell’arte. Dopo il volgere del millennio, il tema ha suscitato un ulteriore interesse per la cultura popolare, probabilmente dovuto in parte al lungometraggio di grande successo di Alejandro González Iñárritu, intitolato “21 grammi”, uscito nel 2003.
L'ampia esposizione di Katalin Rényi - a cura di Barbara Baska e in programma fino al 30 maggio p.v. - si inserisce bene in questa prospettiva. Il soggetto delle sue opere è sempre l'anima o un'esperienza trascendente - a volte un mistero - ad essa collegato. In ogni caso, il lavoro di Rényi mira oltre il mondo materiale. Si tratta di una questione di fede e di scelta artistica.
La mostra dopo Roma prosegue a Parigi, Mosca, Vienna, Berlino e Bruxelles.
Al vernissage, alle ore 19.45 presso la Sala Liszt dell’Accademia d’Ungheria in Roma, seguirà un concerto un concerto degli alunni dell’Accademia Internazionale per l’Alta Formazione nella Musica e nelle Arti dello Spettacolo (AIMART), con un programma dedicato a Béla Bartók, noto compositore, pianista ed etnomusicologo ungherese.
Secondo la concezione cristiana, dopo la morte, l'anima si separa dal corpo: lo lascia e vola via, come un uccello che abbandona la sua gabbia. L'anima di una persona devota desidera tale ascesa ancora prima, mentre è ancora viva: "Come la cerva ansima dopo i torrenti d'acqua, così ansiosa l'anima mia dopo di te, o Dio". (Salmo 42) Ma non tutte le anime si dirigono verso il Signore: l'Arcangelo Michele pesa le anime dei morti sulla sua bilancia di giudizio, ei dannati verranno rinviati all'Inferno.
All'alba del XX secolo, una delle premesse della visione del mondo pre-einsteiniana era che tutte le cose esistenti possedevano necessariamente determinati parametri fisici misurabili. Questo fu probabilmente ciò che spinse il medico americano Duncan MacDougall a tentare di misurare il peso dell'anima, mentre lascia il corpo. Mise i suoi pazienti terminali su una bilancia speciale, che, immediatamente dopo il momento della morte, mostrò una differenza di peso. Nel suo studio, pubblicato nel 1907, specificò questo cambiamento di peso come una perdita di 21 grammi, che, nella sua interpretazione, equivaleva al peso dell'anima, quando lascia il corpo.
Tale risultato venne poi riproposto nell’arte. Dopo il volgere del millennio, il tema ha suscitato un ulteriore interesse per la cultura popolare, probabilmente dovuto in parte al lungometraggio di grande successo di Alejandro González Iñárritu, intitolato “21 grammi”, uscito nel 2003.
L'ampia esposizione di Katalin Rényi - a cura di Barbara Baska e in programma fino al 30 maggio p.v. - si inserisce bene in questa prospettiva. Il soggetto delle sue opere è sempre l'anima o un'esperienza trascendente - a volte un mistero - ad essa collegato. In ogni caso, il lavoro di Rényi mira oltre il mondo materiale. Si tratta di una questione di fede e di scelta artistica.
La mostra dopo Roma prosegue a Parigi, Mosca, Vienna, Berlino e Bruxelles.
Al vernissage, alle ore 19.45 presso la Sala Liszt dell’Accademia d’Ungheria in Roma, seguirà un concerto un concerto degli alunni dell’Accademia Internazionale per l’Alta Formazione nella Musica e nelle Arti dello Spettacolo (AIMART), con un programma dedicato a Béla Bartók, noto compositore, pianista ed etnomusicologo ungherese.
03
maggio 2019
Katalin Rényi – 21 grammi
Dal 03 al 30 maggio 2019
arte contemporanea
Location
ISTITUTO BALASSI – ACCADEMIA D’UNGHERIA – PALAZZO FALCONIERI
Roma, Via Giulia, 1, (Roma)
Roma, Via Giulia, 1, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-19
Vernissage
3 Maggio 2019, ore 19.00
Autore
Curatore