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Kathryn Cook – La memoria negata: la Turchia e il genocidio degli armeni
In occasione della serie di readings promossi dalla Fondazione Culturale San Fedele dal titolo L’avventura dello sguardo, la Galleria San Fedele inaugura una mostra della fotografa americana Kathryn Cook, incentrata sulla strage del popolo armeno, avvenuta agli inizi del secolo scorso.
Comunicato stampa
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Gli alberi della memoria
In occasione della serie di readings promossi dalla Fondazione Culturale San Fedele dal titolo L’avventura dello sguardo, la Galleria San Fedele inaugura una mostra della fotografa americana Kathryn Cook, incentrata sulla strage del popolo armeno, avvenuta agli inizi del secolo scorso. Tra il 1914 e il 1915, gli armeni subiscono una sorta di annientamento sistematico, un vero e proprio genocidio. I sopravvissuti trovano rifugio nelle più diverse parti del mondo, come in Francia, in Gran Bretagna, in Italia, in Siria...
Si è trattato di una strage troppo a lungo dimenticata, cancellata dalla nostra memoria e accompagnata dai cupi silenzi di chi per decenni non ha voluto ammetterne l’esistenza. È stato un massacro di efferata violenza, orchestrato e pianificato dal governo nazionalista dei “Giovani Turchi”. Massacro, la cui sistematicità sarà tragicamente ripetuta in altre stragi nel corso del Novecento...
In pochi anni migliaia di armeni, uomini, donne, vecchi e bambini, furono uccisi, sventrati, giustiziati, violentati. Altri scomparsero per fame e per malattia, durante una deportazione senza meta attraverso il deserto.
Con foto evocative e suggestive, intense e drammatiche, la mostra di Kathryn Cook fa emergere i ricordi della strage, attraverso il racconto narrato da paesaggi, architetture, dettagli, ombre, frammenti di un passato che non ha ancora cessato di raccontare l’orrore di cui è stato testimone. Anche i volti degli armeni di oggi sembrano consegnarci, col loro sguardo intenso e sofferto, le stigmate, le ferite di un dolore senza fine. Kathryn Cook ha ripercorso i luoghi del massacro, si è messa alla ricerca delle esili tracce rimaste, percorrendo le vie percorse dagli armeni attraverso Israele, il Libano, la Siria, la Turchia e l’Armenia. In particolare, gli alberi di un luogo, ora villaggio curdo di Agacli (in turco significa “luogo con alberi”), popolato da armeni 95 anni fa, sono divenuti la metafora della ricerca nella memoria di un popolo intero.
Le foto di Kathryn Cook sono le testimonianze di una traccia, le ombre di una memoria che non può essere cancellata o negata. L’autrice ci consegna, attraverso il suo sguardo, il dolore di un popolo troppo a lungo dimenticato. Senza memoria, non ci può essere vita, costruzione di una storia condivisa. Senza memoria, non è possibile alcuna progettazione di un futuro che si fondi sulla giustizia e sulla verità. La memoria è il fondamento di qualunque etica che sia alla base dei rapporti tra uomo e uomo, tra popolo e popolo.
La mostra vuole essere il monito per un “ricordarsi”, senza il quale non c’è alcuna pace possibile.
Andrea Dall’Asta
Direttore Galleria San Fedele
In occasione della serie di readings promossi dalla Fondazione Culturale San Fedele dal titolo L’avventura dello sguardo, la Galleria San Fedele inaugura una mostra della fotografa americana Kathryn Cook, incentrata sulla strage del popolo armeno, avvenuta agli inizi del secolo scorso. Tra il 1914 e il 1915, gli armeni subiscono una sorta di annientamento sistematico, un vero e proprio genocidio. I sopravvissuti trovano rifugio nelle più diverse parti del mondo, come in Francia, in Gran Bretagna, in Italia, in Siria...
Si è trattato di una strage troppo a lungo dimenticata, cancellata dalla nostra memoria e accompagnata dai cupi silenzi di chi per decenni non ha voluto ammetterne l’esistenza. È stato un massacro di efferata violenza, orchestrato e pianificato dal governo nazionalista dei “Giovani Turchi”. Massacro, la cui sistematicità sarà tragicamente ripetuta in altre stragi nel corso del Novecento...
In pochi anni migliaia di armeni, uomini, donne, vecchi e bambini, furono uccisi, sventrati, giustiziati, violentati. Altri scomparsero per fame e per malattia, durante una deportazione senza meta attraverso il deserto.
Con foto evocative e suggestive, intense e drammatiche, la mostra di Kathryn Cook fa emergere i ricordi della strage, attraverso il racconto narrato da paesaggi, architetture, dettagli, ombre, frammenti di un passato che non ha ancora cessato di raccontare l’orrore di cui è stato testimone. Anche i volti degli armeni di oggi sembrano consegnarci, col loro sguardo intenso e sofferto, le stigmate, le ferite di un dolore senza fine. Kathryn Cook ha ripercorso i luoghi del massacro, si è messa alla ricerca delle esili tracce rimaste, percorrendo le vie percorse dagli armeni attraverso Israele, il Libano, la Siria, la Turchia e l’Armenia. In particolare, gli alberi di un luogo, ora villaggio curdo di Agacli (in turco significa “luogo con alberi”), popolato da armeni 95 anni fa, sono divenuti la metafora della ricerca nella memoria di un popolo intero.
Le foto di Kathryn Cook sono le testimonianze di una traccia, le ombre di una memoria che non può essere cancellata o negata. L’autrice ci consegna, attraverso il suo sguardo, il dolore di un popolo troppo a lungo dimenticato. Senza memoria, non ci può essere vita, costruzione di una storia condivisa. Senza memoria, non è possibile alcuna progettazione di un futuro che si fondi sulla giustizia e sulla verità. La memoria è il fondamento di qualunque etica che sia alla base dei rapporti tra uomo e uomo, tra popolo e popolo.
La mostra vuole essere il monito per un “ricordarsi”, senza il quale non c’è alcuna pace possibile.
Andrea Dall’Asta
Direttore Galleria San Fedele
16
novembre 2009
Kathryn Cook – La memoria negata: la Turchia e il genocidio degli armeni
Dal 16 novembre al 18 dicembre 2009
fotografia
Location
GALLERIA SAN FEDELE
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Orario di apertura
ore 16-19
Vernissage
16 Novembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore