Il consueto appuntamento con l’arte che la stamperia
di Corrado Albicocco organizza nei suoi spazi
espositivi di via Ermes di Colloredo a Udine, è
dedicato quest’anno all’opera grafica di Klaus Karl
Mehrkens. La mostra presenterà al pubblico, a partire
dal 1 dicembre 2006, giorno dell’inaugurazione, per
proseguire fino al 31 gennaio 2007, una selezione di
trenta lavori grafici eseguiti dall’artista tedesco
appositamente per questo evento. Nato a Brema nel 1955
ma trapiantato a Milano da oltre vent’anni, Mehrkens
ha partecipato alle più importanti rassegne ed
esposizione d’arte contemporanea, tenute presso
istituzioni museali e gallerie d’arte internazionali.
Di lui si sono interessati e su di lui hanno scritto i
maggiori critici e storici dell’arte italiani, da
Achille Bonito Oliva a Giovanni Testori, da Alessandro
Riva a Maurizio Calvesi, riconoscendo nella sua opera
il senso di una rinnovata espressività della forma e
del colore. Come ha sottolineato Roberto Budassi, nel
testo del catalogo che accompagna la mostra “(...)
Mehrkens è un pittore a tutto tondo, dotato di una
straordinaria sensibilità per il colore. Votato alle
sottili trasparenze dell’olio, alle pennellate che
restituiscono velature delicatissime, che trapassano
la sostanza cromatica e la rendono sfavillante e
sensibile al minimo variare della luce; velature e
trasparenze che producono sulla tela un continuo
vibrare di emozioni, di sensazioni visive e tattili,
che impattano i sensi come fossero di carne viva. La
sua è una pittura “tonale” che poco o nulla lascia
presagire di qualità grafiche latenti, di gestulità
segnica che si dispone a contornare la forma pittorica
come rappresa nel reticolo lineare di un disegno,
intrappolata negli infiniti intrecci umbratili del
bianco e nero. Ebbene Mehrkens, come pittore prestato
d’improvviso all’incisione, dimostra di possedere, al
massimo grado, un talento innato per il segno ed una
predisposizione naturale per il mezzo grafico.
Insomma, un peintre-graveur versatile e geniale, a cui
piace re-inventarsi come incisore, come artista che
cambia pelle nel modo più singolare, fulmineo,
naturale e sincero che sia; con una “innocenza”
d’approccio che sfiora quasi la sfrontatezza
dell’azzardo; con una vigoria espressiva del gesto che
lo ritrae come un nuovo “barbaro selvaggio” della
scena figurativa contemporanea. Il suo è un segno
deciso, che risulta possedere una vitalità quasi
brutale nell’esprimere tutto il senso di un profondo
turbamento esistenziale.” Dunque, un’occasione da non
perdere per tutti colore che si interessano di arte
contemporanea e per i collezionisti, studiosi ed
appassionati di grafica d’arte che vogliono conoscere
e confrontarsi con l’opera incisa di uno dei più
rappresentativi ed agguerriti esponenti della nuova
figurazione pittorica.