Le fotografie esposte sono una selezione tratta da due serie dell’autore: Autres rivages. La mer Baltique e Japan. Il titolo della mostra è un richiamo alla presenza costante della neve (sneg in sloveno) nei suoi scatti e che accomuna i due progetti fotografici. Fotografia analogica, rigorosamente in bianco e nero, più precisamente in nero, grigio e bianco, come scrive il poeta sloveno Željko Kozinc. La serie Autres rivages riguarda la penisola Balcanica e i Paesi bagnati dal Mar Baltico: immagini mai completamente a fuoco, mostrano scorci spesso ripresi casualmente dal treno in Polonia, Finlandia, Russia, Svezia e altre località dell’Europa dell’Est. Di contro, il Giappone che Sluban restituisce con il suo sguardo è diverso da quello che siamo abituati a vedere: non giardini curati con alberi in fiore, né grattacieli, ma vaste aree ricoperte di neve, luoghi apparentemente inospitali, inaccessibili, solitari e isolati. In questa desolazione di fondo, a sorpresa fanno la loro comparsa dei volti, immobili quanto la neve ma pieni di compostezza ed espressività.
Le immagini esposte sono testimonianza di un viaggio che si trasforma in pellegrinaggio, con una ricerca personale rigorosa e coerente ricca di riferimenti letterari e di spazi vuoti che prendono vita grazie a un dettaglio o una presenza fugace. Nelle parole di Sluban: “Io propongo un viaggio nel quale l’occhio si lascia guidare tra la realtà del momento presente e le stratificazioni successive della Storia”.