Koyal Raheja
ASSEMBLY LINE
Inaugurazione, Mercoledì 6 marzo, ore 18:00
Durata dal 6 al 10 marzo
SACI's Maidoff Gallery
Via Sant'Egidio 14 - Firenze

Lavoro sonoro: Christopher Norcross

La forma del resto
Entrare dentro il lavoro di Koyal significa disorientarsi, mettere alla prova lo sguardo verso le cose e se stessi. Quando K. ha cominciato a pensare al progetto che qui, finalmente, riusciamo ad attraversare, la prima suggestione m’è caduta ricordando la famosa e obversa opera di Bruce Nauman, Corridor, del 1970. Non solo. Ho avuto modo di vederla crescere e dietro quella apparente dolcezza e gentilezza mi sorprendeva come si nascondesse, o meglio fosse velato un sentimento subdolo che, paradossalmente, mi ricordava una seconda opera apparentemente lontana ma in verità vicina, anzi prossima, come Décor: A Conquest, di Marcell Broothears , del 1975. La comodità simulata nasce da una tragedia che è successa nel 1984, quella dell’esplosione della fabbrica di gas, il disastro di Bophal. Nel 1984, a vent’anni, ricordo che fu l’anno della svolta della mia vita: scoprivo l’arte, lasciavo la mia isola per introdurmi nel mondo. Tutto mi pareva possibile, ed ero felice. Scoprire dopo molti anni che in quell’anno migliaia di persone siano state annientate, devastate le vite, segnate, e rimembrarle nel modo più sconcertante oggi, con i modi subdoli della visione, mette in difficoltà e in crisi la mia personale percezione delle cose, e della storia che noi, in Occidente, abbiamo trascorso e crediamo sempre di controllare, codificare. Ma il corridoio iniziale, così come avevamo intuito, è diventato una galleria. La cosa strana è che attraversandola, dentro e fuori, si mette in scena un’azione che contribuisce a disorientarci perfettamente. Quanto vediamo è una messa in crisi del vedere: diventiamo e contribuiamo a diventare, noi e chi è prossimo a noi, gli altri, fantasmi , o comunque diventiamo sospetti, figure dai tratti svelati, vulnerabili. Koyal evoca la presenza nella forma del resto. Ogni velo produce polvere, fuliggine, il colore diventa ombra, ogni velo è in relazione col tragico. Assembly line, titolo dell’opera in mostra, è un’opera evocativa, di resistenza alla morte, dice che qualcosa rimane sempre, resiste, e lo stare dentro, percorrerla col corpo di cui avvertiamo la polvere, la fibrillazione che si sconcerta tra il visibile all’invisibile, è preghiera dell’opera.

Francesco Lauretta
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The Shape of a Stain
Entering Koyal's work is a means to disorient, to test one's gaze on things and oneself. When K. began to think about the project that we finally managed to manifest here, the first suggestion that I had, was to recall and observe the work of Bruce Nauman, Corridor, 1970.Further, I had the opportunity to see it grow and behind that apparent sweetness and kindness, I was surprised to find hidden, or rather it veiled, an unrevealed feeling that, paradoxically, reminded me of another work seemingly distant but rather close , Décor: A Conquest , by Marcell Broothears, 1975.

The simulated comfort comes from a tragedy that happened in 1984, that of the explosion of the gas factory, the Bophal disaster. In 1984, at the age of twenty, I remember that it was a turning point in my life: I discovered art, I left my island to introduce myself to the world. Everything seemed possible, and I was happy.

Discovering after many years that in that year thousands of people have been annihilated, devastated lives, marked forever, and that they are remembered in the most disconcerting way today, with the subtle ways of vision, puts in difficulty and in crisis my personal perception of things, and of the history that we, in the West, elapsed and we’ve always believed to control, to codify.

The initial corridor, as we had sensed, has become a gallery space. The strange thing is that by passing the gallery, inside and out, an action is staged, one that contributes to disorient us entirely. What we see is a crisis of perception: we become and contribute to becoming, us and those around us, others, the ghosts, or in any case we become suspect figures with revealed, vulnerable traits.

Koyal evokes the presence in the form of the remaining. Every veil produces dust, powder, color becomes shadow, every veil is related to the tragedy. Assembly line, the Title of the work in the exhibition, is an evocative work of resistance to death, it states that something always remains, resists. Entering it and passing through it with our body, we feel the dust, the fibrillation between the visible and invisible. That is the intention of the work.

Text by Francesco Lauretta