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Krzysztof M. Bednarski – Thanatos polacco. Omaggio a Jerzy Grotowski
Una mostra al MLAC (diretto da Simonetta Lux) dello scultore Krzysztof M. Bednarski, artista già collaboratore di Grotowski, nell’ambito del progetto “Grotowski: l’utopia del teatro”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Grazie alla collaborazione con il Museo Laboratorio d’Arte
Contemporanea MLAC diretto da Simonetta Lux, viene presentata a Roma,
a cura di Jaromir Jedlinski con la collaborazione di Anna Jagiełło, la mostra
di Krzysztof M. Bednarski dedicata al grande regista polacco, suo maestro e
amico, si intitola „Thanatos Polacco” Omaggio a Jerzy Grotowski ed
espone le sculture del ciclo di „Vision and Prayer” After Dylan Thomas
(1989-1991) e di Thanatos Polacco (1984).
Krzysztof M. Bednarski, artista tra i più importanti della generazione di
mezzo (n. 1953) in Polonia, ha scelto anche lui negli stessi anni in cui lo fece
Grotowski di vivere e lavorare in Italia. Verso il grande regista, lo scultore ha
contratto nel tempo un debito spirituale e artistico. Nel 1976 Jerzy Grotowski lo volle, lui giovane artista
esordiente, nel Teatro Laboratorio a realizzare i manifesti del periodo parateatrale (fino al 1982), che oggi sono
rimasti un’icona indelebile di quella particolare avventura artistica, riprodotti in tutte le pubblicazioni che nel
mondo gli sono state dedicate.
L’arte di Bednarski, incentrata sulla scultura e le istallazioni, deve moltissimo a quegli anni di ricerca e di
sperimentazione di nuovi territori dell’espressività umana, ed è stata fortemente influenzata dai principi etici e
artistici che hanno informato tutta la ricerca grotowskiana, in primo luogo la preponderanza dell’esperienza
fisica, la ricerca dell’essenza, la tensione metafisica unita al dominio del mezzo tecnico, alla precisione e alla
profonda conoscenza dei materiali.
Così lo scultore racconta la nascita dell’opera “Thanatos Polacco”, ora nella collezione del Museo Nazionale
di Wrocław, in una recente intervista:
„Nel terribile inverno dell’84, [...] dal fiume Bug quasi interamente gelato tirai fuori una semplice barca di legno.
Non lontano di lì mi imbattei in un frutteto in rovina, da cui provengono le radici di melo che riempiono il ventre
della barca. E in un bosco vicino, in mezzo a una grande radura (dove ho visto una quantità di caprioli) trovai
una giovane quercia bruciata da un fulmine, e ne inchiodai i rami su un’asse. Misi insieme questi tre elementi in
modo da creare un solo organismo, un solo corpo doloroso. Lo sistemai in un campo coperto di neve, per
fotografarlo. Ma venne una bufera e quando scattai la foto il sole venne coperto, e mentre prima era un punto
luminoso nel mezzo, ad un tratto diventò un sole nero. Fu un tutt’uno: il campo arato con le linee delle
scanalature della terra, al centro la barca da cui s’alzava l’albero crocifisso e simmetricamente di fronte il sole,
coincidevano esattamente con la composizione del manifesto che avevo fatto nel 1981 per l’ultima opera
collettiva degli attori del Teatro Laboratorio, Thanatos Polacco-Incantesimi. Allora ho dedicato la scultura alla
loro memoria”. („Odra”, n.11, 2008)
Il ciclo dei lavori di Krzysztof M. Bednarski „Vision and Prayer” After Dylan Thomas è ispirato dall’omonimo
ciclo poetico di Dylan Thomas, pubblicato nel 1946 in forma “concreta”, con il testo stampato in due parti, i primi
sei frammenti a forma di losanga (rombo), i secondi a calice (clessidra). L’opera di Bednarski consiste in 14
tavole tagliate e incise la cui superficie è stata abbrunita dal fuoco, e poi in parte coperta con colore a olio
(anche acrilico). Sulla superficie delle tavole sono incise con lo scalpello forme, in varie configurazioni,
rispecchianti la disposizione dei versi delle poesie da lui scelte. Il ciclo poetico di Thomas Visione e preghiera
è costruito sull’accostamento di contrari, soprattutto delle idee tra loro intrecciate della nascita e della morte
(womb-tomb - il grembo-la tomba), conciliabili unicamente con la fede nella risurrezione, e anche
sull'opposizione tra luminosità e buio, gioia e dolore ecc. I rilievi (tutti appesi al muro e uno collocato su un
leggio), i disegni, e anche le sculture autonome (esposte su tavoli) - sono nati nella primavera del 1989 a
Roma, in seguito a „risvegli della memoria” - come li ha definiti l’autore - e a un nuovo e profondo incontro con
la poesia di Dylan Thomas.
In occasione dell’Anno Grotowski Bednarski ha già presentato con grande successo questa mostra in Polonia,
presso la galleria Atlas Sztuki di Łódz, (13 marzo – 30 aprile 2009); ha realizzato il manifesto della British
Grotowski Conference che si è tenuta all’University of Kent a Canterbury nel mese di giugno, mentre l’opera
“Thanatos Polacco” è l’immagine ufficiale della conferenza dedicata a Grotowski e organizzata dall’Università
della Sorbona, in programma dal 17 al 21 ottobre al Centre Pompidou di Parigi.
Contemporanea MLAC diretto da Simonetta Lux, viene presentata a Roma,
a cura di Jaromir Jedlinski con la collaborazione di Anna Jagiełło, la mostra
di Krzysztof M. Bednarski dedicata al grande regista polacco, suo maestro e
amico, si intitola „Thanatos Polacco” Omaggio a Jerzy Grotowski ed
espone le sculture del ciclo di „Vision and Prayer” After Dylan Thomas
(1989-1991) e di Thanatos Polacco (1984).
Krzysztof M. Bednarski, artista tra i più importanti della generazione di
mezzo (n. 1953) in Polonia, ha scelto anche lui negli stessi anni in cui lo fece
Grotowski di vivere e lavorare in Italia. Verso il grande regista, lo scultore ha
contratto nel tempo un debito spirituale e artistico. Nel 1976 Jerzy Grotowski lo volle, lui giovane artista
esordiente, nel Teatro Laboratorio a realizzare i manifesti del periodo parateatrale (fino al 1982), che oggi sono
rimasti un’icona indelebile di quella particolare avventura artistica, riprodotti in tutte le pubblicazioni che nel
mondo gli sono state dedicate.
L’arte di Bednarski, incentrata sulla scultura e le istallazioni, deve moltissimo a quegli anni di ricerca e di
sperimentazione di nuovi territori dell’espressività umana, ed è stata fortemente influenzata dai principi etici e
artistici che hanno informato tutta la ricerca grotowskiana, in primo luogo la preponderanza dell’esperienza
fisica, la ricerca dell’essenza, la tensione metafisica unita al dominio del mezzo tecnico, alla precisione e alla
profonda conoscenza dei materiali.
Così lo scultore racconta la nascita dell’opera “Thanatos Polacco”, ora nella collezione del Museo Nazionale
di Wrocław, in una recente intervista:
„Nel terribile inverno dell’84, [...] dal fiume Bug quasi interamente gelato tirai fuori una semplice barca di legno.
Non lontano di lì mi imbattei in un frutteto in rovina, da cui provengono le radici di melo che riempiono il ventre
della barca. E in un bosco vicino, in mezzo a una grande radura (dove ho visto una quantità di caprioli) trovai
una giovane quercia bruciata da un fulmine, e ne inchiodai i rami su un’asse. Misi insieme questi tre elementi in
modo da creare un solo organismo, un solo corpo doloroso. Lo sistemai in un campo coperto di neve, per
fotografarlo. Ma venne una bufera e quando scattai la foto il sole venne coperto, e mentre prima era un punto
luminoso nel mezzo, ad un tratto diventò un sole nero. Fu un tutt’uno: il campo arato con le linee delle
scanalature della terra, al centro la barca da cui s’alzava l’albero crocifisso e simmetricamente di fronte il sole,
coincidevano esattamente con la composizione del manifesto che avevo fatto nel 1981 per l’ultima opera
collettiva degli attori del Teatro Laboratorio, Thanatos Polacco-Incantesimi. Allora ho dedicato la scultura alla
loro memoria”. („Odra”, n.11, 2008)
Il ciclo dei lavori di Krzysztof M. Bednarski „Vision and Prayer” After Dylan Thomas è ispirato dall’omonimo
ciclo poetico di Dylan Thomas, pubblicato nel 1946 in forma “concreta”, con il testo stampato in due parti, i primi
sei frammenti a forma di losanga (rombo), i secondi a calice (clessidra). L’opera di Bednarski consiste in 14
tavole tagliate e incise la cui superficie è stata abbrunita dal fuoco, e poi in parte coperta con colore a olio
(anche acrilico). Sulla superficie delle tavole sono incise con lo scalpello forme, in varie configurazioni,
rispecchianti la disposizione dei versi delle poesie da lui scelte. Il ciclo poetico di Thomas Visione e preghiera
è costruito sull’accostamento di contrari, soprattutto delle idee tra loro intrecciate della nascita e della morte
(womb-tomb - il grembo-la tomba), conciliabili unicamente con la fede nella risurrezione, e anche
sull'opposizione tra luminosità e buio, gioia e dolore ecc. I rilievi (tutti appesi al muro e uno collocato su un
leggio), i disegni, e anche le sculture autonome (esposte su tavoli) - sono nati nella primavera del 1989 a
Roma, in seguito a „risvegli della memoria” - come li ha definiti l’autore - e a un nuovo e profondo incontro con
la poesia di Dylan Thomas.
In occasione dell’Anno Grotowski Bednarski ha già presentato con grande successo questa mostra in Polonia,
presso la galleria Atlas Sztuki di Łódz, (13 marzo – 30 aprile 2009); ha realizzato il manifesto della British
Grotowski Conference che si è tenuta all’University of Kent a Canterbury nel mese di giugno, mentre l’opera
“Thanatos Polacco” è l’immagine ufficiale della conferenza dedicata a Grotowski e organizzata dall’Università
della Sorbona, in programma dal 17 al 21 ottobre al Centre Pompidou di Parigi.
26
ottobre 2009
Krzysztof M. Bednarski – Thanatos polacco. Omaggio a Jerzy Grotowski
Dal 26 ottobre al 20 novembre 2009
arte contemporanea
Location
MLAC – MUSEO LABORATORIO DI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Piazzale Aldo Moro, 5, (Roma)
Roma, Piazzale Aldo Moro, 5, (Roma)
Orario di apertura
Lun - Ven ore 14:00 – 19:00
Vernissage
26 Ottobre 2009, ore 19
Sito web
www.istitutopolacco.it
Autore
Curatore