All'ex Siri vengono, a tal fine, riproposte la mostra realizzata dalla DARC nella Biennale di Venezia, Sguardi contemporanei , e due esposizioni: una dedicata all'archeologia industriale Working Heritage Il futuro del Patrimonio Industriale elaborata nell'ambito del programma Cultura 2000 dell'Unione Europea, ed una dedicata all'opera di Cesare Bazzani a Terni promossa dall'Archivio di Stato di Terni, curata dall'architetto Michele Giorgini. E' stata inoltre annessa una mostra di 10 fotografi ternani, aderenti all'associazione Cavour Art che hanno indagato la città post ridolfiana con una particolare attenzione alle architetture, agli spazi urbani ed alle sculture della città.



La sezione principale di questa mostra vuole evocare nel visitatore una suggestione del rapporto complesso e reciproco che si instaura fra un architetto chiamato a fare piani ed opere fondamentali della città e la città stessa, che deve essere capita nella sua più profonda natura sociale e culturale e vista nel più ampio panorama della cultura e della realtà nazionale. Per creare questa suggestione si è operata una semplificazione storica limitando l'analisi ai tre particolari momenti 1933, 1945, 1960, in cui Ridolfi elabora i suoi piani regolatori della città. Ci si è avvalsi dell'arte figurativa, del documentario, del cinema e della fotografia che consentono di evocare il clima culturale locale e nazionale di quei periodi tenendo, in modo particolare, conto del ruolo di Ridolfi nella cultura del neorealismo e realismo italiano.



Particolarmente ricca anche la sezione riservata alle arti visive, con opere dei maggiori artisti ternani dagli anni Trenta ad oggi: Ugo Castellani, Aurelio De Felice, Elvio Manzini, Ilario Ciaurro, Orneore Metelli, Guido Mirimao, Palmiro Teofoli, Luciano Crisostomi, Otello Fabri; e alcune significative presenze di autori come Massimo Campigli, Carlo Carrà, Gino Severini, Giulio Turcato, Orfeo Tamburi, Tano Festa, Mimmo Rotella e Mario Schifano.

Il catalogo, pubblicato da De Luca e disponibile anche in mostra, si avvale dei contributi critici di Aldo Tarquini, Mauro Cinti, Paolo Portoghesi, Renato Covino, Francesco Santaniello e Mario Sesti.