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La Cura – Afghanistan: ritratti da un Paese che vuole rinascere
Le 50 immagini in bianco e nero, scattate dalla fotografa Laura Salvinelli durante un viaggio in Afghanistan, offrono uno spaccato dell’umanità afghana nel suo percorso di rinascita
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Le 50 immagini in bianco e nero, scattate dalla fotografa Laura
Salvinelli durante un viaggio in Afghanistan, offrono uno spaccato
dell’umanità afghana nel suo percorso di rinascita dopo 23 anni di
guerre e atroci sofferenze, che hanno annientato il tessuto sociale
dell’intero Paese. Tre le sezioni: le donne e il loro percorso di
riscatto sociale ed economico che passa anche attraverso il progetto di
microcredito, Jamila, implementato dalla fondazione Pangea a Kabul. Le
donne sono ritratte nello svolgimento delle nuove attività che hanno
avviato grazie al microcredito. E ci sono poi le bambine che hanno
ripreso ad avere accesso all’istruzione. E per contrasto, ancora molte
le donne che vivono anche nei campi profughi e nei campi dei nomadi
Kuchi.
L’infanzia: diritto ancora troppo spesso negato ai bambini afghani,
costretti a trasformarsi in lavoratori per contribuire alla
sopravvivenza della famiglia. Le immagini ritraggono i piccoli nelle
botteghe del bazaar di Pul-I-Khumri, nella regione del Balkh: sono
lattonieri, meccanici, ferraioli.
Il terzo gruppo di foto ritrae gli uomini che lavorano nel bazaar di
Pul-I-Khumri, che vendono bestiame a Nahreen, che ballano scatenati in
una festa di matrimonio Pashtun a Kabul, e dei pastori Uzbeki con le
loro mandrie nel nord del paese, vicino ai confini con l’Uzbekistan.
La Fondazione Pangea Onlus lavora a Kabul con due progetti (Jamila e
Centri Donna- Don’t Touch My Sister) che mirano al riscatto sociale ed
economico delle donne attraverso il microcredito, la formazione
professionale e l’educazione ai diritti umani.
La mostra è promossa dall’Assessorato Pari Opportunità del Comune di
Roma .
Salvinelli durante un viaggio in Afghanistan, offrono uno spaccato
dell’umanità afghana nel suo percorso di rinascita dopo 23 anni di
guerre e atroci sofferenze, che hanno annientato il tessuto sociale
dell’intero Paese. Tre le sezioni: le donne e il loro percorso di
riscatto sociale ed economico che passa anche attraverso il progetto di
microcredito, Jamila, implementato dalla fondazione Pangea a Kabul. Le
donne sono ritratte nello svolgimento delle nuove attività che hanno
avviato grazie al microcredito. E ci sono poi le bambine che hanno
ripreso ad avere accesso all’istruzione. E per contrasto, ancora molte
le donne che vivono anche nei campi profughi e nei campi dei nomadi
Kuchi.
L’infanzia: diritto ancora troppo spesso negato ai bambini afghani,
costretti a trasformarsi in lavoratori per contribuire alla
sopravvivenza della famiglia. Le immagini ritraggono i piccoli nelle
botteghe del bazaar di Pul-I-Khumri, nella regione del Balkh: sono
lattonieri, meccanici, ferraioli.
Il terzo gruppo di foto ritrae gli uomini che lavorano nel bazaar di
Pul-I-Khumri, che vendono bestiame a Nahreen, che ballano scatenati in
una festa di matrimonio Pashtun a Kabul, e dei pastori Uzbeki con le
loro mandrie nel nord del paese, vicino ai confini con l’Uzbekistan.
La Fondazione Pangea Onlus lavora a Kabul con due progetti (Jamila e
Centri Donna- Don’t Touch My Sister) che mirano al riscatto sociale ed
economico delle donne attraverso il microcredito, la formazione
professionale e l’educazione ai diritti umani.
La mostra è promossa dall’Assessorato Pari Opportunità del Comune di
Roma .
02
dicembre 2004
La Cura – Afghanistan: ritratti da un Paese che vuole rinascere
Dal 02 al 23 dicembre 2004
fotografia
Location
SALA 1
Roma, Piazza Di Porta San Giovanni, 10, (Roma)
Roma, Piazza Di Porta San Giovanni, 10, (Roma)
Orario di apertura
martedì-venerdì 14.00 – 20.00
sabato – domenica 11.00 - 13.00 / 15.00 – 20.00
Previste anche visite su appuntamento
Vernissage
2 Dicembre 2004, ore 18.00 alla Sala 1. . Saranno presenti anche due donne afghane impegnate nel progetto di microcredito della Fondazione Pangea Onlus