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La Menorà. Culto, Storia e Mito
La mostra, visitabile parallelamente nel Braccio di Carlo Magno dei Musei Vaticani e nel Museo Ebraico di Roma, rappresenta il primo progetto comune tra le due Istituzioni ed è un’iniziativa dall’alto profilo istituzionale, culturale e simbolico; “segno di collaborazione riuscita tra ebrei e cristiani nella città in cui vivono gli uni accanto agli altri da oltre venti secoli”.
Comunicato stampa
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La mostra, visitabile parallelamente nel Braccio di Carlo Magno dei Musei Vaticani e nel Museo Ebraico di Roma, rappresenta il primo progetto comune tra le due Istituzioni ed è un’iniziativa dall’alto profilo istituzionale, culturale e simbolico; “segno di collaborazione riuscita tra ebrei e cristiani nella città in cui vivono gli uni accanto agli altri da oltre venti secoli”.
La mostra racconta la storia reale e simbolica della Menorà – lampada a sette bracci e simbolo identitario del popolo ebraico – attraverso un articolato e ricco percorso costellato da circa 150 opere d’arte, tra sculture, pitture, arredi architettonici, manoscritti ed illustrazioni librarie.
Preziosi prestiti giungono dal Louvre di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dall’Israel Museum di Gerusalemme, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Museo Sefardi di Toledo e da molte altre prestigiose istituzioni internazionali.
Il candelabro a sette bracci fa la sua prima apparizione nel libro dell’Esodo, quando Dio ordina a Mosè di forgiarla in oro per il Tabernacolo, poi arriva nel Tempio di Gerusalemme come segno dell’alleanza con il popolo d’Israele. Arriva a Roma nel 70 d.C dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte delle truppe romane dell’imperatore Tito, come è immortalata nell’arco di trionfo dedicato all’imperatore; quindi finisce nel Templum Pacis, e in seguito è razziata dai vandali di Genserico durante il sacco di Roma del 455 d.C. Da lì se ne perdono le tracce, e così il candelabro, quaranta chili d’oro puro in un’unica colata, esce dalla storia per entrare nel mito.
La mostra è a cura di Arnold Nesselrath, delegato per i Dipartimenti Scientifici e i Laboratori di Restauro dei Musei Vaticani, di Alessandra Di Castro, direttrice del Museo Ebraico di Roma, e dello storico dell’arte Francesco Leone.
La mostra racconta la storia reale e simbolica della Menorà – lampada a sette bracci e simbolo identitario del popolo ebraico – attraverso un articolato e ricco percorso costellato da circa 150 opere d’arte, tra sculture, pitture, arredi architettonici, manoscritti ed illustrazioni librarie.
Preziosi prestiti giungono dal Louvre di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dall’Israel Museum di Gerusalemme, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Museo Sefardi di Toledo e da molte altre prestigiose istituzioni internazionali.
Il candelabro a sette bracci fa la sua prima apparizione nel libro dell’Esodo, quando Dio ordina a Mosè di forgiarla in oro per il Tabernacolo, poi arriva nel Tempio di Gerusalemme come segno dell’alleanza con il popolo d’Israele. Arriva a Roma nel 70 d.C dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte delle truppe romane dell’imperatore Tito, come è immortalata nell’arco di trionfo dedicato all’imperatore; quindi finisce nel Templum Pacis, e in seguito è razziata dai vandali di Genserico durante il sacco di Roma del 455 d.C. Da lì se ne perdono le tracce, e così il candelabro, quaranta chili d’oro puro in un’unica colata, esce dalla storia per entrare nel mito.
La mostra è a cura di Arnold Nesselrath, delegato per i Dipartimenti Scientifici e i Laboratori di Restauro dei Musei Vaticani, di Alessandra Di Castro, direttrice del Museo Ebraico di Roma, e dello storico dell’arte Francesco Leone.
15
maggio 2017
La Menorà. Culto, Storia e Mito
Dal 15 maggio al 23 luglio 2017
Location
MUSEO EBRAICO – TEMPIO MAGGIORE
Roma, Via Catalana, (Roma)
Roma, Via Catalana, (Roma)
Orario di apertura
Da domenica a venerdì ore 10.00-17.00
(ultimo ingresso ore 16.15)
Lunedì 15 maggio aperto solo ore 15.00-17.00 (# ore 16.15)
Vernissage
15 Maggio 2017, h 10 Braccio di Carlo Magno, p.za San Pietro (su invito). Poi visita alla mostra presso il Museo ebraico
Curatore