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La ruggine e la Luce
“It’s better to burn out than to fade away cause rust never sleeps” (“è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente, perché la ruggine non dorme mai”), cantava Neil Young nel 1979.
E di ruggine che corrode i metalli e di luce sprigionata dalle fiamme è fatta questa mostra.
Comunicato stampa
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LA RUGGINE E LA LUCE
S’inaugura sabato 3 dicembre 2011, alle 18.00, presso la Galleria Zamenhof di Milano, la mostra collettiva di arte contemporanea intitolata “La ruggine e la luce” a cura di Virgilio Patarini.
Opere di Stefano Accorsi, Simone Boscolo, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Aghim Muka, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Luigi Profeta, Raffaele Quida e Sasha Zelenkevich.
Nota introduttiva
“It’s better to burn out than to fade away cause rust never sleeps” (“è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente, perché la ruggine non dorme mai”), cantava Neil Young nel 1979.
E di ruggine che corrode i metalli e di luce sprigionata dalle fiamme è fatta questa mostra. Non solo in senso metaforico. Opere che gridano la loro presenza fisica, materiale sono presentate accanto a quadri che sussurrano il loro anelito alla trascendenza. L’hard ware dei bassorilievi, delle sculture e delle installazioni di Carrera, Panozzo, Patarini e Profeta convive con il soft ware dei quadri di Accorsi, Boscolo, Quida e Zelenkevich. Con Aghim Muka, l’equilibrista, che se ne sta nel mezzo, capace di restare in bilico tra l’una e l’altra cosa, nella stessa opera, che è quadro e piccola installazione al tempo stesso, fatta di oggetti concreti legati o cuciti sulla tela e di labili disegni immateriali tracciati con mano corsiva. E Fabio Cuman così hard nelle sculture e soft nei dipinti…
Nel 1915 Heinrich Wolfflin ricostruiva la storia dell’arte moderna seguendo le oscillazioni dei secoli tra forme chiuse e forme aperte, tra lineare e pittorico, tra chiarezza e oscurità: tra hard ware e soft ware (appunto) diremmo noi oggi. Oggi, quasi un secolo dopo, artisti della stessa generazione, ovvero la generazione post-moderna, quella delle post-avanguardie, possono essere, indifferentemente, o addirittura al tempo stesso, campioni dell’uno e dell’altro polo. Artefici di opere aperte o chiuse. Oscillando come acrobati tra la ruggine e la luce. Filosofi e artigiani.
Virgilio Patarini
Galleria Zamenhof, via Zamenhof 11, Milano
Inaugurazione sabato 3 dicembre 2011, ore 18.00. Dal 1 dicembre 2011 al 8 gennaio 2012.
Dal mercoledì alla domenica ore 15-19. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero.
Per maggiori informazioni e materiale ufficio stampa:
tel.: 02.83.66.08.23 e-mail: galleria.zamenhof@gmail.com. sito: www.galleriazamenhof.com
S’inaugura sabato 3 dicembre 2011, alle 18.00, presso la Galleria Zamenhof di Milano, la mostra collettiva di arte contemporanea intitolata “La ruggine e la luce” a cura di Virgilio Patarini.
Opere di Stefano Accorsi, Simone Boscolo, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Aghim Muka, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Luigi Profeta, Raffaele Quida e Sasha Zelenkevich.
Nota introduttiva
“It’s better to burn out than to fade away cause rust never sleeps” (“è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente, perché la ruggine non dorme mai”), cantava Neil Young nel 1979.
E di ruggine che corrode i metalli e di luce sprigionata dalle fiamme è fatta questa mostra. Non solo in senso metaforico. Opere che gridano la loro presenza fisica, materiale sono presentate accanto a quadri che sussurrano il loro anelito alla trascendenza. L’hard ware dei bassorilievi, delle sculture e delle installazioni di Carrera, Panozzo, Patarini e Profeta convive con il soft ware dei quadri di Accorsi, Boscolo, Quida e Zelenkevich. Con Aghim Muka, l’equilibrista, che se ne sta nel mezzo, capace di restare in bilico tra l’una e l’altra cosa, nella stessa opera, che è quadro e piccola installazione al tempo stesso, fatta di oggetti concreti legati o cuciti sulla tela e di labili disegni immateriali tracciati con mano corsiva. E Fabio Cuman così hard nelle sculture e soft nei dipinti…
Nel 1915 Heinrich Wolfflin ricostruiva la storia dell’arte moderna seguendo le oscillazioni dei secoli tra forme chiuse e forme aperte, tra lineare e pittorico, tra chiarezza e oscurità: tra hard ware e soft ware (appunto) diremmo noi oggi. Oggi, quasi un secolo dopo, artisti della stessa generazione, ovvero la generazione post-moderna, quella delle post-avanguardie, possono essere, indifferentemente, o addirittura al tempo stesso, campioni dell’uno e dell’altro polo. Artefici di opere aperte o chiuse. Oscillando come acrobati tra la ruggine e la luce. Filosofi e artigiani.
Virgilio Patarini
Galleria Zamenhof, via Zamenhof 11, Milano
Inaugurazione sabato 3 dicembre 2011, ore 18.00. Dal 1 dicembre 2011 al 8 gennaio 2012.
Dal mercoledì alla domenica ore 15-19. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero.
Per maggiori informazioni e materiale ufficio stampa:
tel.: 02.83.66.08.23 e-mail: galleria.zamenhof@gmail.com. sito: www.galleriazamenhof.com
03
dicembre 2011
La ruggine e la Luce
Dal 03 dicembre 2011 all'otto gennaio 2012
arte moderna e contemporanea
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
15,00 - 19,00
Vernissage
3 Dicembre 2011, ore 18,00
Autore
Curatore