Da quando la “civiltà” ci ha allontanati dalla natura al punto che i gusci artificiali che ci siamo costretti addosso sono diventati impenetrabili alla luce, alla temperatura, al perenne scorrere del tempo ed al ciclico alternarsi delle stagioni, da allora siamo costantemente vissuti da storie senza inizio e senza fine i cui presupposti affondano nel lontano ricordo di rapporti non più reali. Le finzioni sono le realtà nuove nelle quali ci muoviamo senza lasciare tracce che producano futuro. Ecco allora che soltanto rompendo l’involucro che ci circonda, uscendo da quella protezione che ci fa essere altro da quel mondo naturale i cui pericoli reali sono il contesto dove possiamo rinvenire le sole ragioni di vita, ristabiliamo antiche ricerche di equilibri. Vivere a guscio aperto, lasciar circolare l’aria e concedere respiro ad ogni cosa. Animare l’interno con l’esterno mantenendo rapporti visivi e tattili con quanto ci circonda, rafforza quell’anelito di vita che si andava spegnendo.

“A guscio aperto” si presenta al mondo Piero Sensi. Quei volti che da sempre rappresenta sono gusci aperti pronti ogni volta ad accogliere e poi a liberare pensieri. Luoghi di transito, di elaborazione e di restituzione, menti immerse in un quotidiano fatto di parole, di linguaggi, ma soprattutto di emozioni diffuse, serene. Attraverso un lavoro, “nel mare della tranquillità”, Sensi esprime il senso dell’abbandono, la ritrovata condivisione, la coscienza d’esser parte, la sensazione di navigare in un mare avvolgente ed imprescindibile come avvolgente ed imprescindibile è il liquido amniotico. Ma è attraverso le architetture che Sensi sviluppa nel quotidiano il rapporto di continua osmosi tra interno ed esterno, intimità ed esteriorità, tra l’io ed il mondo che lo circonda. Materiali naturali “grezzi” convivono con oggetti anch’essi poveri ma ricchi di storia in spazi domestici dai confini incerti. Spazi che invadono l’ambiente naturale dal quale chiedono a loro volta di essere contaminati. Un fare, quello di Piero Sensi, che privilegia il senso della vita. Una vita carica di memorie, che del presente rifiuta ogni asetticità.

Giuseppe Salerno