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L’enigma degli avori medievali da Amalfi a Salerno
Una mostra e due itinerari tematici per ammirare la più vasta e completa serie di opere eburnee del Medioevo cristiano esistente al mondo
Comunicato stampa
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La mostra, promossa e sostenuta dall'Assessorato regionale al Turismo ed ai Beni culturali nell'ambito del programma dei grandi eventi attuato anche con risorse europee è organizzata dalla Soprintendenza per i BAPPSAE di Salerno e Avellino, dal ministero per i Beni e le Attività culturali e curata da Ferdinando Bologna, - si propone di ricostruire un capitolo fondamentale dell'arte del Medioevo europeo al culmine della sua maturità: quello che, con riguardo particolare alla scultura in avorio, si svolse fra la fine del secolo XI e la prima metà del XII, nelle regioni italiane gravitanti sul Mediterraneo occidentale. Un capitolo dell’arte medievale che ebbe per sedi privilegiate dapprima il Ducato di Amalfi, quindi la città di Salerno ai tempi in cui questa ascese, con l'avvento di Roberto il Guiscardo, a centro creativo e punto di riferimento politico-culturale dei già vasti dominii normanni.
Il nucleo della mostra è costituito dal complesso di sessantasette tavole e tavolette d'avorio scolpito, che si conservano nel Museo diocesano, appartenenti a un arredo liturgico di funzione e destinazione tuttora discusse, ma eseguito senza dubbi per la sede episcopale di Salerno. Tale insieme di bassorilievi è però solo il resto della secolare e tormentata vicenda che il complesso dové soffrire: un susseguirsi di spostamenti, di scomposizioni e di ricomposizioni, da cui sono derivate anche dispersioni, vendite indubbiamente illecite e trasferimenti in sedi disparate.
Scopo della mostra è: radunare intorno al nucleo principale conservato a Salerno anche tutti gli altri elementi oggi presenti in musei e collezioni del mondo; ricostruire l'ambito di risentimento e di diffusione degli indirizzi operanti nel monumento maggiore, sia sotto il rispetto tipologico che stilistico; giungere ad un'attendibile e realistica restituzione di ciò che dové essere l'area artistico-culturale di Amalfi sul finire del secolo XI.
Infine, nell'intento di mostrare la poliedricità e l'ampiezza del movimento, la mostra si propone di integrare il quadro artistico amalfitano-salernitano, che troppo spesso si crede di carattere precipuamente liturgico-religioso e di esclusiva destinazione ecclesiastica, con la presentazione di alcuni importantissimi monumenti eburnei che hanno invece carattere puramente laico, di destinazione non meno signorile che ludica e d'ispirazione profana: in particolare una selezione di rari e bellissimi pezzi di giuoco degli scacchi e una scelta di corni da caccia, solitamente detti "olifanti".
Le opere in mostra provengono da: Berlino, Boston, Budapest, Londra, Maastricht, New York, Parigi, Rouen, San Pietroburgo, Vienna, Zaragoza, Zurigo, Bologna, Celano, Farfa, Firenze, Milano, Napoli, Montevergine, Venosa
La ricca iconografia presente nelle tavolette degli avori e i particolari architettonici in esse riportati hanno suggerito la realizzazione di due itinerari all'interno della città medievale per rintracciare ed interpretare i collegamenti e le suggestioni stilistiche e culturali del contesto storico in cui furono realizzate.
Il nucleo della mostra è costituito dal complesso di sessantasette tavole e tavolette d'avorio scolpito, che si conservano nel Museo diocesano, appartenenti a un arredo liturgico di funzione e destinazione tuttora discusse, ma eseguito senza dubbi per la sede episcopale di Salerno. Tale insieme di bassorilievi è però solo il resto della secolare e tormentata vicenda che il complesso dové soffrire: un susseguirsi di spostamenti, di scomposizioni e di ricomposizioni, da cui sono derivate anche dispersioni, vendite indubbiamente illecite e trasferimenti in sedi disparate.
Scopo della mostra è: radunare intorno al nucleo principale conservato a Salerno anche tutti gli altri elementi oggi presenti in musei e collezioni del mondo; ricostruire l'ambito di risentimento e di diffusione degli indirizzi operanti nel monumento maggiore, sia sotto il rispetto tipologico che stilistico; giungere ad un'attendibile e realistica restituzione di ciò che dové essere l'area artistico-culturale di Amalfi sul finire del secolo XI.
Infine, nell'intento di mostrare la poliedricità e l'ampiezza del movimento, la mostra si propone di integrare il quadro artistico amalfitano-salernitano, che troppo spesso si crede di carattere precipuamente liturgico-religioso e di esclusiva destinazione ecclesiastica, con la presentazione di alcuni importantissimi monumenti eburnei che hanno invece carattere puramente laico, di destinazione non meno signorile che ludica e d'ispirazione profana: in particolare una selezione di rari e bellissimi pezzi di giuoco degli scacchi e una scelta di corni da caccia, solitamente detti "olifanti".
Le opere in mostra provengono da: Berlino, Boston, Budapest, Londra, Maastricht, New York, Parigi, Rouen, San Pietroburgo, Vienna, Zaragoza, Zurigo, Bologna, Celano, Farfa, Firenze, Milano, Napoli, Montevergine, Venosa
La ricca iconografia presente nelle tavolette degli avori e i particolari architettonici in esse riportati hanno suggerito la realizzazione di due itinerari all'interno della città medievale per rintracciare ed interpretare i collegamenti e le suggestioni stilistiche e culturali del contesto storico in cui furono realizzate.
20
dicembre 2007
L’enigma degli avori medievali da Amalfi a Salerno
Dal 20 dicembre 2007 al 04 maggio 2008
Location
MUSEO DIOCESANO
Salerno, Largo Plebiscito, 1, (SALERNO)
Salerno, Largo Plebiscito, 1, (SALERNO)
Orario di apertura
tutti i giorni 9.00 / 17.00
Vernissage
20 Dicembre 2007, ore 17
Sito web
info@avorisalerno.it
Curatore