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Leonardo Pivi – Corpo estraneo
La trasformazione delle immagini di copertina di settimanali, rotocalchi, quotidiani, in micromosaici, oltre a vincere una sfida in termini di pura e semplice ‘bravura’, converte l’effimero in eterno, il banale in eccezionale, lo scarto in reliquia.
Comunicato stampa
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Nell'attuale dibattito politico internazionale, e in particolare nelle polemiche intorno all'intervento americano in Irak, un peso preponderante è stato attribuito alle immagini e al loro controllo.
Non solo l'uccisione dell¹ostaggio italiano Fabrizio Quattrocchi è stata ripresa in un video, ma anche sono rimaste indimenticabili le riprese televisive dei soldati statunitensi che abbattono le statue di Saddam Hussein mentre la folla applaude al crollo e lancia sputi e insulti contro quell¹effigie. Non si tratta di una novità, naturalmente: basterebbe ricordare l¹importanza strategica della tv durante la guerra del Vietnam o, ancora prima, dei cinegiornali di propaganda durante Seconda Guerra Mondiale per capire come la questione non sia più solamente quella delle immagini di guerra ma sia diventata decisamente quella della guerra delle immagini.
Se le immagini sono diventate delle armi, degli ordigni, degli strumenti di difesa e offesa, ciò dipende dalla loro enorme diffusione. Il problema non è più quindi quali immagini è lecito rendere pubbliche, ma piuttosto di quali immagini stiamo parlando? che cosa vediamo veramente quando guardiamo un'immagine?. Ma come è facile capire, questo è un problema a cui gli artisti non possono esimersi dal rispondere, o su cui non possono mancare di riflettere.
Le prime pagine dei giornali, le copertine dei settimanali, le "covers" dei libri o dei cd, sono altrettanti luoghi strategici dove si combatte quotidianamente la vera e interminabile guerra delle immagini perché è lì, in quei pochi, ma potenti, ma decisivi, centimetri quadrati di carta che deve distillarsi un pensiero, un'opinione, un'idea: il Nemico decapita l'Amico, il Capo che ci guida è sicuro, la Bellezza è (ir)raggiungibile, la Morte è vicina, questo sarà il tuo Totem...
Il lavoro di Leonardo Pivi è, in questo preciso momento storico, la riflessione più cogente e stringente intorno a questo dato di cose. Mediante una indiscussa abilità d'occhio e di mano, che gli permette una disinvoltura senza eguali nell'impiego del linguaggio musivo, Pivi sa trasformare l'icona più banale in un fregio che pare appartenere ad altre epoche e ad altri mondi.
La trasformazione delle immagini di copertina di settimanali, rotocalchi, quotidiani, in micromosaici, oltre a vincere una sfida in termini di pura e semplice bravura, converte l¹effimero in eterno, il banale in eccezionale, lo scarto in reliquia.
Di fronte ai mosaici di Pivi, che immortalano facce di premier, animali estinti, volti rifatti di rockstar, o persino opere d¹arte, la nostra inutile e stucchevole Cronaca è divenuta, miracolosamente e per sempre, Storia.
Leonardo pivi è nato a Cesena nel 1965. Vive e lavora a Riccione. Scultore autentico, Pivi piega la materia all'idea, che gli proviene da un¹attenta analisi della quotidianità e del surreale. Mosaico e marmo, pietre preziose e cemento, plastica e legno: può operare con qualsiasi materiale affrontando la difficilisima sfida di una scultura figurativa che non cada nella retorica e nel clichè.
Non solo l'uccisione dell¹ostaggio italiano Fabrizio Quattrocchi è stata ripresa in un video, ma anche sono rimaste indimenticabili le riprese televisive dei soldati statunitensi che abbattono le statue di Saddam Hussein mentre la folla applaude al crollo e lancia sputi e insulti contro quell¹effigie. Non si tratta di una novità, naturalmente: basterebbe ricordare l¹importanza strategica della tv durante la guerra del Vietnam o, ancora prima, dei cinegiornali di propaganda durante Seconda Guerra Mondiale per capire come la questione non sia più solamente quella delle immagini di guerra ma sia diventata decisamente quella della guerra delle immagini.
Se le immagini sono diventate delle armi, degli ordigni, degli strumenti di difesa e offesa, ciò dipende dalla loro enorme diffusione. Il problema non è più quindi quali immagini è lecito rendere pubbliche, ma piuttosto di quali immagini stiamo parlando? che cosa vediamo veramente quando guardiamo un'immagine?. Ma come è facile capire, questo è un problema a cui gli artisti non possono esimersi dal rispondere, o su cui non possono mancare di riflettere.
Le prime pagine dei giornali, le copertine dei settimanali, le "covers" dei libri o dei cd, sono altrettanti luoghi strategici dove si combatte quotidianamente la vera e interminabile guerra delle immagini perché è lì, in quei pochi, ma potenti, ma decisivi, centimetri quadrati di carta che deve distillarsi un pensiero, un'opinione, un'idea: il Nemico decapita l'Amico, il Capo che ci guida è sicuro, la Bellezza è (ir)raggiungibile, la Morte è vicina, questo sarà il tuo Totem...
Il lavoro di Leonardo Pivi è, in questo preciso momento storico, la riflessione più cogente e stringente intorno a questo dato di cose. Mediante una indiscussa abilità d'occhio e di mano, che gli permette una disinvoltura senza eguali nell'impiego del linguaggio musivo, Pivi sa trasformare l'icona più banale in un fregio che pare appartenere ad altre epoche e ad altri mondi.
La trasformazione delle immagini di copertina di settimanali, rotocalchi, quotidiani, in micromosaici, oltre a vincere una sfida in termini di pura e semplice bravura, converte l¹effimero in eterno, il banale in eccezionale, lo scarto in reliquia.
Di fronte ai mosaici di Pivi, che immortalano facce di premier, animali estinti, volti rifatti di rockstar, o persino opere d¹arte, la nostra inutile e stucchevole Cronaca è divenuta, miracolosamente e per sempre, Storia.
Leonardo pivi è nato a Cesena nel 1965. Vive e lavora a Riccione. Scultore autentico, Pivi piega la materia all'idea, che gli proviene da un¹attenta analisi della quotidianità e del surreale. Mosaico e marmo, pietre preziose e cemento, plastica e legno: può operare con qualsiasi materiale affrontando la difficilisima sfida di una scultura figurativa che non cada nella retorica e nel clichè.
03
luglio 2004
Leonardo Pivi – Corpo estraneo
Dal 03 al 25 luglio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni 17.30-20.00 21.30-24.00
Vernissage
3 Luglio 2004, ore 19.00
Curatore