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Let’s rain
Let’s rain è un progetto di arte pubblica partecipata finalizzato a far piovere concepito con modalità site and audience specific nato a seguito di un seminario tenuto da due donne di Medicina maori Erena Rangimarie Rere Omaki e Sam Manawa Anna Maria Sartori.
Comunicato stampa
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Let’s rain è un progetto di arte pubblica partecipata concepito con modalità site and audience specific che è nato a partire da un’esperienza del tutto particolare condivisa dagli artisti del collettivo Panem Et Circenses e dalla curatrice di arte contemporanea Silvia Petronici con due donne di Medicina maori, Erena Rangimarie Rere Omaki e Sam Manawa Anna Maria Sartori.
L’attivazione di tutto il progetto è stato, infatti, un seminario nel quale con la guida delle due sciamane un gruppo di venti persone, operando a contatto con la Terra nei più diversi modi, ha fatto piovere. Letteralmente e anche simbolicamente. La pioggia manca non solo nella sua sostanza fisica, come fenomeno meteorologico ma il suo valore manca nella coscienza delle persone. Manca nella loro vita, nei gesti quotidiani e nelle visioni del futuro.
Il primo lavoro generato in questo progetto è stato un’azione collettiva di cui si renderà conto in una mostra prevista per dicembre a Bologna nello spazio di ricerca e sperimentazione diretto da Panem Et Circenses in Via Solferino (CACCA – Centro per l'Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare). LET’S RAIN si svilupperà come progetto itinerante in diverse sedi in Europa fino a giungere in Nuova Zelanda.
L'azione collettiva si è svolta il 12 novembre sull'Appennino emiliano dove il collettivo Panem Et Circenses si è trasferito a vivere questa estate in una proprietà che comprende alcuni ettari di terra, equamente divisi tra seminativi e boschi.
Gli artisti hanno mandato via posta (cartacea, come si conviene nelle occasioni importanti) una serie di inviti personali a cui hanno risposto circa 40 persone che si sono ritrovate domenica 12 novembre per compiere insieme un gesto e rito molto antico, quello di innalzare un palo totemico.
Il motivo del gesto è duplice: il palo è stato innalzato laddove sorgeva un bosco che è stato interamente tagliato per fare spazio ad una coltivazione da frutto mai avviata (rendendo così il “sacrificio” del bosco totalmente inutile e ingiustificato) e per questo motivo l'azione è servita in maniera simbolica per riportare al bosco uno dei suoi alberi (concretamente alberi vivi sono ancora presenti nel bosco, seppur giovanissimi); inoltre, con un richiamo a note evidenze della fisica, il ciclo dell'acqua in zone interne (non costiere) passa per l'evaporaspirazione degli alberi, in sostanza, se ci sono alberi piove se non ci sono no.
Panem Et Circenses ha lavorato insieme a Sam Manawa Anna Maria Sartori, donna di medicina maori, di cui il collettivo si è letteralmente servito come strumento per lavorare sul piano energetico nel coinvolgimento delle persone presenti e per la benevolenza della Natura nei confronti dell'azione.
La buona riuscita del gesto non era affatto scontata: un palo di sette metri è stato sfilato da una catasta, trasportato a braccia per circa trecento metri di sentieri sterrati in salita e innalzato, sempre a mano, in una buca di oltre due metri di profondità scavata sempre a mano dagli artisti nei giorni precedenti l'azione. Siamo riusciti grazie al coinvolgimento di persone che hanno risposto alla chiamata in maniera sincera e credendo nel significato di quello che stavano facendo. Siamo riusciti perché eravamo insieme, le persone insieme possono far piovere, nevicare, far splendere il sole, e perché no, cambiare il mondo, INSIEME.
L'azione si è svolta in una giornata di sole, nelle 24 ore successive il tempo è cambiato, sull'area di Bologna si è concentrata una forte nevicata che è arrivata fino ad oltre un metro nel luogo dell'azione (la neve è acqua “buona”, nel senso che si sciglie lentamente e penetra completamente nel terreno, contrariamente a ciò che accade con gli acquazzoni o pegggio ancora i nubifragi dove l'acqua colpisce violentemente il terreno rimbalzanod via e dilavano il suolo, con le conseguenze drammatiche che tutti conosciamo).
Suggestione? Forse... Forza delle relazioni, sicuro!
L’attivazione di tutto il progetto è stato, infatti, un seminario nel quale con la guida delle due sciamane un gruppo di venti persone, operando a contatto con la Terra nei più diversi modi, ha fatto piovere. Letteralmente e anche simbolicamente. La pioggia manca non solo nella sua sostanza fisica, come fenomeno meteorologico ma il suo valore manca nella coscienza delle persone. Manca nella loro vita, nei gesti quotidiani e nelle visioni del futuro.
Il primo lavoro generato in questo progetto è stato un’azione collettiva di cui si renderà conto in una mostra prevista per dicembre a Bologna nello spazio di ricerca e sperimentazione diretto da Panem Et Circenses in Via Solferino (CACCA – Centro per l'Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare). LET’S RAIN si svilupperà come progetto itinerante in diverse sedi in Europa fino a giungere in Nuova Zelanda.
L'azione collettiva si è svolta il 12 novembre sull'Appennino emiliano dove il collettivo Panem Et Circenses si è trasferito a vivere questa estate in una proprietà che comprende alcuni ettari di terra, equamente divisi tra seminativi e boschi.
Gli artisti hanno mandato via posta (cartacea, come si conviene nelle occasioni importanti) una serie di inviti personali a cui hanno risposto circa 40 persone che si sono ritrovate domenica 12 novembre per compiere insieme un gesto e rito molto antico, quello di innalzare un palo totemico.
Il motivo del gesto è duplice: il palo è stato innalzato laddove sorgeva un bosco che è stato interamente tagliato per fare spazio ad una coltivazione da frutto mai avviata (rendendo così il “sacrificio” del bosco totalmente inutile e ingiustificato) e per questo motivo l'azione è servita in maniera simbolica per riportare al bosco uno dei suoi alberi (concretamente alberi vivi sono ancora presenti nel bosco, seppur giovanissimi); inoltre, con un richiamo a note evidenze della fisica, il ciclo dell'acqua in zone interne (non costiere) passa per l'evaporaspirazione degli alberi, in sostanza, se ci sono alberi piove se non ci sono no.
Panem Et Circenses ha lavorato insieme a Sam Manawa Anna Maria Sartori, donna di medicina maori, di cui il collettivo si è letteralmente servito come strumento per lavorare sul piano energetico nel coinvolgimento delle persone presenti e per la benevolenza della Natura nei confronti dell'azione.
La buona riuscita del gesto non era affatto scontata: un palo di sette metri è stato sfilato da una catasta, trasportato a braccia per circa trecento metri di sentieri sterrati in salita e innalzato, sempre a mano, in una buca di oltre due metri di profondità scavata sempre a mano dagli artisti nei giorni precedenti l'azione. Siamo riusciti grazie al coinvolgimento di persone che hanno risposto alla chiamata in maniera sincera e credendo nel significato di quello che stavano facendo. Siamo riusciti perché eravamo insieme, le persone insieme possono far piovere, nevicare, far splendere il sole, e perché no, cambiare il mondo, INSIEME.
L'azione si è svolta in una giornata di sole, nelle 24 ore successive il tempo è cambiato, sull'area di Bologna si è concentrata una forte nevicata che è arrivata fino ad oltre un metro nel luogo dell'azione (la neve è acqua “buona”, nel senso che si sciglie lentamente e penetra completamente nel terreno, contrariamente a ciò che accade con gli acquazzoni o pegggio ancora i nubifragi dove l'acqua colpisce violentemente il terreno rimbalzanod via e dilavano il suolo, con le conseguenze drammatiche che tutti conosciamo).
Suggestione? Forse... Forza delle relazioni, sicuro!
15
dicembre 2017
Let’s rain
Dal 15 dicembre 2017 al 21 gennaio 2018
arte contemporanea
Location
CACCA – CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA SULLA CULTURA ALIMENTARE
Bologna, Via Solferino, 33/A, (Bologna)
Bologna, Via Solferino, 33/A, (Bologna)
Orario di apertura
giovedì 15-18
venerdì 15-19
Vernissage
15 Dicembre 2017, ore 18.00
Autore
Curatore